domenica 30 marzo 2014

La scomparsa del volo MH-370 e la guerra elettronica: quale nesso?

8 marzo 2014. Del Boeing 777 - 2H6ER, decollato dall’aeroporto di Kuala Lumpur (Malaysia, ex Malesia), pista 32R, e diretto a Pechino, circa 40 minuti più tardi, mentre sorvola il Golfo di Thailandia, si perde il contatto radar.



Nessuna chiamata di soccorso o qualsiasi altro tipo di messaggio è inviato dall'equipaggio. L'ultima comunicazione perviene alla 01:07 LT (ora locale) e non contiene riferimenti ad alcun problema o avaria. Alle ore 01:19 LT è registrata l'ultima trasmissione radio con il comandante che dice: "Va bene, buona notte”. Alle ore 01:20 LT, il transponder viene spento; l' ultimo contatto radar è delle ore 01:30 LT. Si suppone che, dopo essere sparito dal radar, l’aereo abbia continuato a viaggiare per alcune ore, incrociando in direzione opposta a quella programmata nel piano di volo, probabilmente verso sud, sopra l'Oceano Indiano.

Nei quattro giorni successivi non si riesce in alcun modo a localizzare il velivolo né a reperire i rottami. Cina, Thailandia, Vietnam, Malaysia, Australia e Filippine continuano le ricerche, ma invano.

Il 24 marzo, il Primo ministro malese annuncia che, in base ai dati satellitari, è stabilito che il volo MH370 si è concluso nell'Oceano Indiano, a circa 2.600 km ad ovest di Perth (Australia). Data la situazione, le autorità della Malaysia ritengono che non esista alcuna possibilità di trovare superstiti tra i 239 occupanti, 227 passeggeri e 12 componenti l’equipaggio.

Questa è la ricostruzione degli eventi, secondo le fonti ufficiali che, come sempre, sono da prendere almeno con il beneficio del dubbio. Sul caso sono stati scritti già molti articoli, in cui si ventilano le ipotesi più disparate, talora bislacche. Il problema, in queste circostanze, è abnorme: chi può, infatti, tra i ricercatori indipendenti recarsi in loco per investigare? Ergo ci si deve affidare al proprio fiuto, raccogliere qualche tessera sparsa per tentare di ricostruire la dinamica dell’incidente aereo. E’ operazione improba, soprattutto perché le notizie delle agenzie di stampa sono un rumore di fondo. Si può dunque soltanto ricorrere all’abduzione, con tutti i vantaggi ed i limiti di questo metodo.



E’ lecito congetturare che il vettore sia stato dirottato e costretto ad atterrare nello scalo di Diego Garcia, isola dell’Oceano Indiano, appartenente agli Stati Uniti? Un dato di fatto è il seguente: sul velivolo viaggiavano venti tecnici esperti in guerra elettronica. Erano in procinto di stipulare in Cina dei contratti con aziende i cui interessi riguardano sofisticate tecnologie militari? E’ possibile, come è possibile che i servizi segreti occidentali abbiano deciso di impedire che ciò accadesse, ricorrendo alle contromisure da loro considerate necessarie. [1]

In un quadro tanto confuso ed intricato, un aspetto è chiaro. Quando i media di regime asseriscono che è stato impossibile individuare il velivolo o i rottami, dopo l’1:30 di quella fatidica notte, dimenticano di ricordare un dato incontrovertibile: i sistemi di rilevazione a terra e satellitari garantiscono che nessun velivolo possa “eclissarsi”. Se gli apparati radar ed i satelliti non hanno rilevato l’apparecchio significa che qualcuno non ha voluto che fosse localizzato. Oggigiorno i satelliti possono persino leggere la targa di un autoveicolo, individuare in una foresta sperduta un lupo munito di ricetrasmettitore a radiofrequenza. D’altronde l’atmosfera è resa elettroconduttiva con metalli quali bario ed alluminio, in modo che i segnali elettromagnetici possano essere trasmessi e registrati con stupefacente efficienza. Nulla può sfuggire a questo sistema di controllo integrato, neppure un debole segnale simile ad un ferormone che un insetto percepisce anche a notevole distanza.

Composti chimici, nanosensori, sistemi di identificazione creano una rete utile ad identificare strumentazioni e “impronte” elettromagnetiche di qualsiasi tipo, anche “insignificanti”. Dobbiamo credere che non siano stati in grado di rilevare un Boeing 777 che lascia per molto tempo, attraverso le due scatole nere [2], una “traccia” elettromagnetica indelebile? Il sistema GPS è usato dagli automobilisti per programmare un itinerario da seguire e per raggiungere la meta prefissata con un margine di errore minimo, ma non si riesce a trovare il volo MH-370? Non è credibile.

Si può cancellare un segnale o creare delle interferenze (jamming) che impediscano la localizzazione, ma ciò implica che una longa manus abbia deciso di far sparire dai radar l’aeroplano malese per ragioni su cui, per ora, si può soltanto speculare.


[1] Sul tema si legga Ombre sul volo MH370, 2014

[2] Con la locuzione "scatola nera" si indicano comunemente i dispositivi elettronici di registrazione dei dati installati in un aeromobile o una imbarcazione con lo scopo di facilitare le indagini dopo un incidente. Leggi qui i dettagli.


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Range finder: come si sono svolti i fatti

giovedì 27 marzo 2014

Snowpiercer


2031. Dopo che è fallito il tentativo di combattere il riscaldamento del pianeta, una nuova era glaciale falcidia gli abitanti della Terra. Gli unici superstiti sono coloro che hanno lottato con tutte le loro forze per procurarsi un biglietto ed aggiudicarsi un posto a bordo dello Snowpiercer, un treno ad alta velocità che percorre interi continenti, traendo energia da una fonte inesauribile.

Sul convoglio, lanciato in un percorso senza meta, si riproducono le differenze tipiche della società: i poveri sono pigiati nelle ultime carrozze, mentre i ricchi viaggiano nei lussuosi vagoni di testa. La difficile convivenza ed i delicati equilibri tra le classi sfociano in tumulti. Curtis, novello Spartaco, leader dei reietti, attende il momento propizio per il riscatto…

Il regista, il sud-coreano Joon-Ho Bong, si è avventurato in una produzione claustrofobica e convulsa, dove lo scenario statico di un futuro prossimo è tradotto in un motivo odeporico.

“Bong Joon-Ho è regista d'immenso talento, funambolo capace di tenersi in equilibrio tra cinema popolare e rilettura critica, caustica o giocosa del genere. Quali che siano gli esiti del box office sul mercato internazionale, Bong ha portato sullo schermo il suo classico di fantascienza, che non è solo un'efficace opera di intrattenimento (seppure saldamente collocata all'estremo oscuro dello spettro dell'intrattenimento), ma anche una profonda riflessione filosofica sulla natura dell'uomo e le sorti dell'umanità, cupa e inquietante, disperata e raggelante, ma al contempo venata - come sempre in Bong - di sapida ironia e aperta, nel finale ad un abbacinante raggio di speranza”.

Così si entusiasma il critico Writer58, ma purtroppo ci sembra che il regista non riesca a coniugare la corrosiva critica sociale con le esigenze della narrazione: molteplici le concessioni al cattivo gusto hollywoodiano, con le sue sequenze urlate, gli eroi troppo eroici, l’antitesi manichea tra buoni e cattivi... La stessa celebrazione della lotta di classe in terza classe è uno stereotipo più fumettistico che politico. Non è un caso, però, che la sceneggiatura sia tratta da un fumetto francese. Le scenografie e la fotografia cupa, qua e là accesa di bagliori corruschi, sono pregevoli, ma non sono sufficienti ad elevare il registro di una pellicola pretenziosa.

Di “Snowpiercer”, però, ci interessa l’antefatto, dove è ben inquadrata la situazione attuale del pianeta, dominato da una feccia che, con la scusa ridicola di frenare un inesistente "global warming", decide di impiegare aerei utili a spargere un prodotto chimico ad hoc, il CW-7, all’origine, invece, della mortale glaciazione. Le prime sequenze riprendono, sottolineate da un maestoso e subitaneo commento musicale, tre velivoli chimici in formazione, mentre rilasciano corpose scie. Emblematico quanto annunciano gli anchormen nel prologo della produzione, immediatamente prima. L’icastico realismo è pure evidente nell’anno prossimo, il 2031, in cui l’autore colloca l’avvento dell’era glaciale, ma soprattutto nella data del 1 luglio 2014, giorno in cui cominciano le operazioni aeree per “salvare la Terra”. La denuncia della geoingegneria clandestina è palese e netta, ma nel trailer questo nucleo topico, curiosamente non figura. Anche la pusillanime critica cinematografica sorvola su tale aspetto cruciale della produzione, sulla feroce demistificazione della truffa nota come “riscaldamento globale” che sarebbe causato dalle emissioni di biossido di carbonio.

Qualche anno addietro, Holly Drennan Deyo, paventando catastrofi globali, descrisse, in un capitolo del suo libro, “Dare to prepare”, un treno in cui i sopravvissuti sono ammanettati ai sostegni, in attesa di essere condotti in qualche campo dove lavoreranno come schiavi. Si vede che non tutti confidano in un novello Spartaco…

QUI la sequenza introduttiva del film.



Scheda del film

DATA USCITA: 27 febbraio 2014
GENERE: Azione, fantascienza
ANNO: 2013
REGIA: Joon-Ho Bong
SCENEGGIATURA: Joon-Ho Bong, Kelly Masterson, Park Chan-wook
ATTORI: Chris Evans, Jamie Bell, John Hurt, Tilda Swinton, Kang-ho Song, Octavia Spencer, Ed Harris, Ewen Bremner, Alison Pill, Luke Pasqualino, Kenny Doughty, Steve Park, Tomas Lemarquis, Clark Middleton
MONTAGGIO: Steve M. Choe
MUSICHE: Marco Beltrami
PRODUZIONE: Moho Films, Opus Pictures, SnowPiercer, Stillking Films
DISTRIBUZIONE: Koch Media
PAESI: Francia, U.S.A., Corea del Sud
DURATA: 126 minuti


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lunedì 24 marzo 2014

La grande truffa dei voli low cost

Melvin Frohike (pseudonimo), in un breve ma efficace articolo, spiega per quali ragioni in questi ultimi lustri sono nate e si sono affermate le compagnie aeree low cost al punto che oggigiorno un biglietto aereo, specialmente per certe destinazioni, costa meno di un biglietto del treno. Ricordiamo che spesso non è necessario che i vettori siano dotati di un serbatoio supplementare, giacché i composti diffusi con le operazioni di geoingegneria clandestina sono additivi dei carburanti normalmente impiegati nell’aviazione civile e militare. Seguiamo la scia di denaro e scopriremo pure la scia di veleni



I voli low cost, per molti, sono una manna dal cielo, perché permettono di volare a prezzi stracciati; la realtà, invece, è un'altra: sono un disastro per il genere umano.

Di seguito voglio proporvi un semplice calcolo per comprovare il mio assunto. Gli aerei impiegati dalle compagnie low cost in genere possono ospitare circa 160-250 passeggeri, in media un biglietto costa 50 euro, anche se talora si può viaggiare anche con 10 euro. Se moltiplichiamo il prezzo dei singoli biglietti per il numero dei viaggiatori, otteniamo pressappoco la cifra di 8.000-12.500 euro.

Dalla somma ricavata, defalchiamo gli stipendi dei componenti dell’equipaggio (piloti ed assistenti di volo), i costi del carburante, dei servizi a bordo (catering), della manutenzione, le imposte, le spese per la pubblicità etc. Che cosa rimane? L'introito pulito è molto esiguo, anzi inferiore agli esborsi. Alla fine il bilancio dovrebbe presentare un enorme deficit.

Come riescono dunque le compagnie aeree a rimanere a galla ed a moltiplicarsi come funghi? Esatto, è proprio come state pensando! Ricevono astronomici finanziamenti da... qualcuno.



Il sito “Nevada chemtrail reports” ha potuto avere conferme di ciò grazie alla testimonianza di un ex meccanico aeroportuale che, per motivi di sicurezza, ha chiesto di rimanere anonimo. Il tecnico ha confessato che le compagnie low cost non sono altro che una grossa copertura per disperdere nella biosfera sostanze pericolose con gli scopi più disparati. Queste società sono foraggiate da un misterioso gruppo di persone. L’ex meccanico ha precisato che gli aerei presentano un serbatoio supplementare (da 15.000 litri), installato in una zona morta del velivolo dove ufficialmente dovrebbero essere riposti i bagagli dei viaggiatori. Le compagnie low cost non a caso applicano pesanti tariffe sui bagagli e tendono a scoraggiare i passeggeri a portare con sé carichi ingombranti, proprio perché lo spazio per le valigie è ridotto.

Articolo correlato: La svolta: la geoingegneria clandestina carbura con la nuova generazione di carburanti aerei, 2014


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venerdì 21 marzo 2014

Il Dottor Leonard Horowitz: le scie chimiche sono all’origine dell’immunosoppressione


Sei cagionevole? Il tuo naso è otturato? Accusi dolori muscolari? Sei sudato, tossisci, starnutisci e non hai abbastanza energia per alzarti dal letto al mattino? Non è un’influenza normale, ma – come la definisce il Dottor Leonard Horowitz – un’”influenza chimica”.

Nel corso degli ultimi dieci anni, Horowitz è diventato un’autorità nel sistema medico statunitense. Con una formazione universitaria di ricercatore medico, Horowitz, 48 anni, insieme con Russel Blaylock e pochi altri, è un esperto che denuncia i rischi connessi alla geoingegneria clandestina. Horowitz afferma che settori del governo statunitense, insieme con le principali aziende farmaceutiche, sono responsabili di un’epidemia influenzale nel Nord America. I media riportano che i pronto soccorso degli ospedali sono affollati da pazienti che soffrono di una strana infezione delle vie respiratorie superiori. E’ una patologia che non sembra essere provocata da un virus.

Il Dott. Leonard Horowitz asserisce: “La genesi del problema è evidente: diagnosticammo questo tipo di epidemia per la prima volta tra la fine del 1998 e l’inizio del 1999. Le persone furono colpite da questa malattia bizzarra che non sembrava avere origine virale. Se fosse davvero un’infezione batterica o virale, avrebbe causato la febbre, ma non è così. Inoltre dura per settimane, se non mesi. Congestione sinusale, drenaggio del setto nasale, tosse, stanchezza, malessere generale, dolori alle articolazioni: questi sono i sintomi principali.

Il Research Institute of Pathology delle Forze Armate ha registrato dei brevetti per un micoplasma patogeno che è all’origine di questo tipo di epidemia. Il micoplasma non è un fungo, non è propriamente un batterio né un virus. Non ha una parete cellulare. Va in profondità nel nucleo cellulare, rendendo così molto difficile elaborare una risposta immunitaria contro questo patogeno. Il brevetto descrive un’arma biologica capace di provocare infezioni croniche delle vie respiratorie superiori. Sono infezioni che sono praticamente identiche a quelle che si stanno riscontrando in questi anni.

Credo che le 'chemtrails' siano responsabili di un’intossicazione generalizzata che è poi in grado di causare una soppressione immunitaria, di basso o alto grado, a seconda dell’esposizione. La disfunzione del sistema immunitario mette le persone nella condizione di diventare sensibili alle infezioni opportunistiche, come quella provocata dal micoplasma. […]



Ho iniziato a studiare le scie chimiche, quando le notai per la prima volta nei cieli dell’Idaho del Nord dove vivo. Scattai delle fotografie e contattai la Environmental Protection Agency. Gli esperti mi risposero che erano all’oscuro dell’operazione, così come l’Air Force (come no, n.d.r.). Mi misero quindi in contatto con il Center for Disease Control, reparto di Tossicologia e, dopo una settimana, ricevetti una lettera da uno dei loro principali tossicologi. Egli affermava che, in effetti, era stata rilevata una certa quantità di etilene dibromuro nei residui di carburante degli aerei [1]. L’etilene dibromuro è un noto agente cancerogeno che è stato rimosso dalla benzina senza piombo a causa delle sue conseguenze nocive. Ora improvvisamente è apparso nei residui di carburante dei velivoli. L’etilene dibromuro causa immunosoppressione, una condizione che predispone ad infezioni batteriche ed a micosi. Si è cosi “curati” con gli antibiotici i cui effetti collaterali sono noti: il fegato si riempie di tossine che si conclamano in eruzioni cutanee. Ho colleghi nelle Bahamas, alle Bermuda, a Toronto, nella British Columbia che segnalano tutti la stessa ‘semina’ bizzarra dell’atmosfera. Ciò che sta accadendo è spregevole.

Tutto ad un tratto gli esseri umani sono completamente fuori equilibrio e sono contemporaneamente infettati da due, tre o quattro microbi. Infine sono intossicati da una molteplicità di sostanze chimiche”.

Fonte: helpfreetheearth.com

[1] Il rischio chimico in campo aeronautico e aeroportuale

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lunedì 17 marzo 2014

Mary Poppins ed il mondo allucinatorio-paranoide dei negazionisti

Si precisa che il presente articolo inquadra il problema in modo divulgativo, senza sviscerare i concetti di “realtà” e “coscienza”, cui sono sottesi fenomeni tutt’altro che semplici e scontati.



Siamo abituati ad intendere gli stati alterati della coscienza come la ripercussione di un’anomala condizione del funzionamento della mente che, sottoposta a condizioni inusuali, opera con modalità insolite: sotto livello, ossia con una ridotta percezione della realtà circostante, o sopra livello, cioè con uno stato di ipervigilanza dove tutto è percepito velocemente e nei minimi particolari. Questi stati sono favoriti dall’uso di sostanze psicoattive (droghe, allucinogeni, farmaci) oppure indotti quasi naturalmente tramite immobilità, deprivazione sensoriale e con tutti quei meccanismi che tendono a spezzare la percezione del sé e ad incrinare i livelli di attenzione e cognizione dello spazio circostante .

Queste condizioni di alterazione della coscienza, sono solo, dal punto di vista fenomenologico, l’aspetto più evidente, mentre, per i non addetti ai lavori, è difficile osservare una situazione alterata di là da queste espressioni palesi. Perciò si devono considerare altri sintomi molto più frequenti di quanto si possa immaginare.

Uno stato modificato della coscienza può esprimersi anche attraverso un discorso o l’espressione di un parere personale su uno specifico tema. Un’alterazione della coscienza può conclamarsi mediante l’enfasi posta su un concetto, un credo, un’ideologia scientista, in cui tutto è letto, interpretato e vissuto sulla base di un pregiudizio di fondo molto radicato. E’ un preconcetto ipertrofico che, fungendo da timone, dirige ogni formulazione concettuale di chi la sostiene, quindi ogni azione che ne deriva.

Se, in accordo con la definizione operativa di coscienza adottata dallo psicologo Charles Tart, intendiamo quest’ultima come quel processo di attenzione e consapevolezza della “realtà” circostante, ogni processo emotivo e cognitivo teso a modificare tale cognizione, fondata su parametri oggettivamente non verificabili, può indurre ad un cambiamento dello stato di coscienza ordinario.

Il delirio, ad esempio, ossia una convinzione non oggettiva che non può essere modificata né dai fatti né dalla logica, è una forma di stato alterato della coscienza. Al pari di quest’ultimo, anche l’adesione ad un’ideologia scientista, alla versioni false e contraddittorie del potere rende predisposti ad una rettifica artificiale della “realtà” circostante che può, in nome del convincimento di possedere la verità assoluta, condurre anche verso atteggiamenti aggressivi ed intolleranti, ma ritenuti giusti.

Il pensiero ideologico dei disinformatori è, il più delle volte, fondato sul nulla, su incongruenze insanabili, su paradossi logici e su frottole. E’ inoltre alimentato da un’intuizione spesso farneticante, martellante e paranoica. Nella mente malata del negazionista la complessità del mondo è appiattita da una fantasia infantile e monomaniacale che pullula di governanti buoni, onesti e solleciti, scienziati intenti ad agire per il progresso dell’umanità, banchieri reputati benefattori, militari che difendono la patria dai terroristi brutti e cattivi, meglio se islamici e barbuti, aziende farmaceutiche che mirano a debellare tutte le patologie...



Al pari dello stato allucinatorio, l’Ideenkleid negazionista non può essere neppure scalfita né dai fatti né dal ragionamento, poiché ogni argomentazione contraria è sempre intesa come un tentativo sottile di dimostrare che la percezione dell’universo propria degli occultatori è puerile, edulcorata e del tutto inverosimile. La realtà dei disinformatori è simile ad un cartone animato per bimbi di tre-quattro anni: bidimensionale, con i colori vivaci in campiture uniformi e con storie sdolcinate alla Mary Poppins.

Gli stati non ordinari della coscienza non sempre sono riconoscibili ma, il più delle volte, sono la conseguenza di concettualizzazioni scientiste estreme, fanatiche e dogmatiche di taglio cicappiano. Sono pregiudizi pseudo-scientifici che possono deflagrare in gesti inconsulti e patologici: tendenza compulsiva ad attaccare ricercatori e scienziati indipendenti, soprattutto attraverso codici coprofili e scatologici, fissazione allo stadio orale, ossessioni lessicali con preferenza per il turpiloquio, complesso d’inferiorità, grafomania, sindrome di Stoccolma, abitudine alla calunnia… Questa sintomatologia, tipica degli psicopatici e dei sociopatici, rappresenta la fase finale di un disturbo psichiatrico in cui la realtà “oggettiva” è distorta o addirittura sostituita da un mondo virtuale che spinge a credere di essere invulnerabili attraverso gli strumenti della Rete.

Il delirio di onnipotenza culmina nel vaneggiamento transumanista di un’immortalità tecnotronica grazie alla quale i depistatori si illudono di poter sopravvivere indefinitamente in un congegno bionico. Il loro aberrante ideale è un Wasp cui è incollata una barba formata da un groviglio di cavi smangiucchiati e spellati… Contenti loro.

Articolo correlato: I disinformatori: sintomi nevrotici e tratti paranoidi, 2009


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venerdì 14 marzo 2014

Il dominio del clima


Il delirio di onnipotenza da cui sono affetti militari e “uomini” di governo si palesa in tutto il suo orrore nelle farneticazioni di Lyndon B. Johnson, presidente degli Stati Uniti dal 1963 al 1969. Già nella seconda metà del XX secolo il Gotha aveva chiari gli obiettivi: il dominio del pianeta mediante il controllo delle condizioni meteorologiche e climatiche. Il soggiogamento del clima è oggi scopo pienamente conseguito, uno scopo che è più che altro un espediente da cui si diramano altre finalità ancora più sinistre: lo sfoltimento della popolazione, l’ingegnerizzazione della natura e simili amenità.

“Dallo spazio riusciremo a controllare il clima sulla terra, a provocare alluvioni e carestie, ad invertire la circolazione delle correnti oceaniche, ad aumentare il livello dei mari, a cambiare la direzione della corrente del Golfo e rendere gelidi i climi temperati. Esiste qualcosa di più importante dell'arma finale ed è il controllo finale. E’ un controllo totale della Terra che si trova da qualche parte lassù nello spazio”.

Nel 1958 con questo avvertimento il futuro presidente degli Stati Uniti d’America, Lyndon B. Johnson, lanciò una grave minaccia contro l’umanità, pochi anni prima che John Fitzgerald Kennedy fosse assassinato dalla C.I.A.

Kennedy aveva ordinato lo smantellamento dei missili Jupiter a testata nucleare, le cui rampe erano state installate in Puglia. I missili erano puntati contro l'Unione Sovietica.

Nel 1958 le applicazioni militari su scala regionale per la manipolazione elettromagnetica dell'atmosfera terrestre, sulla base degli studi condotti da Nikola Tesla, erano già in corso. L’allora consigliere della Casa Bianca riferì al presidente Eisenhower che il Ministero della difesa stava studiando delle tecnologie per variare le cariche elettriche della terra e dell’aria, al fine di influire sul tempo meteorologico nel quadro di progetti volti alla di “difesa” nazionale.

Il guerrafondaio Johnson, allora senatore, lamentando la scarsa sensibilità dell’esecutivo nei confronti delle esigenze di militarizzazione dello spazio, asserì: "In sostanza, l'Unione Sovietica ha valutato il controllo dello spazio come un obiettivo prioritario della politica nazionale. Al contrario, le nostre decisioni il più delle volte sono state assunte, considerando problemi di bilancio”.

Molti saggi monografici rivelano che le missioni lunari appartengono per lo più ad una vasta montatura per ingannare il popolo statunitense ed il mondo. L'esplorazione dello spazio condotta dalla N.A.S.A. non è mai stata finalizzata al progresso ed al miglioramento dell'umanità, a differenza di quanto sostenuto, ma al dominio del pianeta attraverso il dispiegamento di armi spaziali utili al controllo del clima della Terra.

La storia di tutti gli inganni succedutiisi dopo la Seconda guerra mondiale dovrebbe essere un campanello d'allarme per coloro che sono stati abbindolati dalle false contrapposizioni, dalle menzogne del potere culminate nella frode nota come “riscaldamento globale” causato dalle emissioni di biossido di carbonio in atmosfera. Partiti politici, presidenti, istituzioni come l’O.N.U. sono coinvolte in una capillare campagna di disinformazione mediatica.

Sulla base di una normativa statunitense (National Aeronautics and Space Act del 1958), il presidente Eisenhower incaricò il senatore Johnson di presentare una risoluzione degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, per chiedere l'esplorazione pacifica (sic) dello spazio. I risultati sono sotto, anzi sopra gli occhi di tutti.

Traduzione ed adattamento a cura di Tanker enemy.

Fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it


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lunedì 10 marzo 2014

Morgellons: è possibile contrastare l’atroce patologia con gli anti-ossidanti?

N.B. Il presente articolo, elaborato da Clifford Carnicom, ha un mero valore informativo. Esso, per nessuna ragione, intende sostituire o affiancare i consigli e le cure del proprio medico cui bisognerà rivolgersi per ogni anamnesi, diagnosi e terapia.

Lo scienziato Clifford Carnicom ha recentemente pubblicato un breve studio in cui fornisce dei consigli per la cura del Morgellons, la terribile sindrome collegata alle cosiddette “scie chimiche”. Carnicom ritiene possano essere utili per il trattamento del Morgellons degli antiossidanti (chelanti) che privano i batteri del “substrato” ferroso di cui i patogeni sono in parte composti. Assistiamo ad una svolta nella terapia di una sindrome che letteralmente strazia e lacera la pelle dei malati? Lo auspichiamo.

E’ stata conseguita l’inibizione della crescita del Morgellons in un ambiente di coltura. Gli agenti primari di riduzione sono una serie di potenti antiossidanti, ossia l’acido ascorbico (vitamina C), N-Acetilcisteina (nota anche come N.A.C.) ed il glutatione.

La fotografia qui sotto mostra il risultato di un processo di coltura che è stato sottoposto all’azione di questi antiossidanti ed il loro effetto sulla crescita: gli effetti sono rapidi e ripetibili. La fonte di questa coltura è il risultato di una serie di processi di incubazione, raccolta, isolamento, estrazione e purificazione. Le colture originali sono basate sull'impiego di una varietà di campioni umani, animali e vegetali che singolarmente producono identiche forme di crescita. [...]



Al centro di questa patologia, è la presenza di batteri delle dimensioni infinitesimali, pari a pochi submicron: sono batteri molto resistenti che hanno la proprietà di sviluppare la formazione di una guaina, simile ad un filamento. Tale rivestimento serve ulteriormente ad ospitare, proteggere e trasportare questi stessi batteri. [...] La guaina protettiva e resiliente appare composta in gran parte di cheratina (proteina), ma risulta impermeabile ed impenetrabile, a differenza di altre strutture cheratiniche come i capelli. È anche noto che il ferro è un costituente principale della composizione di certi batteri come gli amminoacidi. [...]

I terreni di coltura dei campioni prelevati da pazienti affetti dal Morgellons sono composti da acqua, carboidrati (fruttosio) e da un complesso chelato di metallo che include ferro, manganese e zinco. I metodi di coltura sono rapidi e ripetibili. Gli esperimenti rilevano l’efficacia degli antiossidanti e la riduzione di composti di ferro nei batteri.

E’ stato affermato che il termine “Morgellons” è del tutto insufficiente a descrivere la natura di questa forma di vita e la sua ubiquità nell'ambiente. La comunità scientifica sarà costretta a colmare questa lacuna nell’ambito della letteratura medica.

Clifford Carnicom, 31 gennaio 2014


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venerdì 7 marzo 2014

Weather wars

Marcus Grange è uno scienziato senza scrupoli che spende molti anni per escogitare dei sistemi con cui influire sul clima. Proprio quando sta per conseguire obiettivi insperati, le sue folli ricerche sono ostacolate dal governo e, in particolare, dall’eroico senatore Aldrich. Così Grange decide di contrattaccare, scatenando la furia degli elementi su Washington e sugli Stati Uniti. I figli, David e Jacob, tentano di contrastare i piani del genitore…

Questo è l’intreccio di “Weather wars”, disastrosa pellicola del filone catastrofista. Improbabile e lezioso, come quasi tutti i prodotti hollywoodiani, il film si segnala per lo sfacciato stravolgimento della realtà: non è, infatti, l’esecutivo a finanziare ed a gestire la guerra climatica, ma uno scienziato pazzo che i “buoni” tentano in ogni modo di avversare. Patetico!

“Weather wars”, produzione del 2011, ora disponibile per il mercato dell’home video, è comunque un’occasione per conoscere, attraverso la “finzione” del grande schermo, di quali micidiali armi dispongano i militari. Si consiglia, subito dopo aver visto questa americanata, la fruizione di “Non è possibile! La guerra del clima”, il documentario di History channel, non a caso censurato sulla rete televisiva Focus... tanto per capire come stanno veramente le cose.

Scheda della pellicola

Regia: Todor Chapkanov
Interpreti: Jason London, Anna Adair, Stanton Barrett, Julie Bordelon, Marcus L. Brown, Wes Brown, Erin Cahill, Jesse De Luna, Miles Doleac, Griff Furst, Gary Grubbs.
Nazione: Stati Uniti d’America


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lunedì 3 marzo 2014

Scie chimiche: precisazioni semantiche


Ormai l’espressione “scie chimiche” è conosciuta pure dai non addetti ai lavori: comincia a diffondersi, sebbene purtroppo attraverso i canali della disinformazione, anche tra la gente comune. Qual è l’origine della dicitura in oggetto e quale campo semantico occupa? Sono necessarie alcune precisazioni lessicali.

"Scie chimiche" è un sintagma derivato dall'inglese "chemtrails", a sua volta forma sincopata di “chemical trails”. Il termine “chemtrails”, di origine militare, figura nello “Space preservation act”, una proposta di legge presentata nel 2001 dal deputato del Congresso Denis Kucinich. Il parlamentare statunitense chiese la messa al bando di tutte le armi esotiche, incluse appunto le chemtrails. La sua proposta di legge fu poi approvata ma con drastici tagli: il riferimento a tutte le armi esotiche fu espunto.

Il lessema “chemtrails” è modellato sul vocabolo “contrails” (da condensation trails), scie di condensazione, termine che risale al 1940-45. E’ palese che anche l’acqua e gli altri gas incombusti delle del tutto eccezionali scie di condensa, sono composti chimici, ma nei codici linguistici la parole (la consuetudine dei locutori che legittima le scelte paradigmatiche), come ci insegna De Saussure, determina e qualifica spesso significati, accezioni, ambiti d’uso. [1] Perciò l’espressione “scie chimiche”, sebbene imprecisa sotto il profilo squisitamente scientifico, è quanto mai adatta a definire tutti quei veleni dispersi deliberatamente nella biosfera attraverso aerei civili e militari. Così sono appropriate, quantunque non molto frequenti, le iuncturae “scie tossiche” o “scie velenose”. Il termine “chemtrails” tuttavia, con i suoi equivalenti italiano e spagnolo (estelas quimicas) ha il crisma e l’avallo della matrice militare. Errano dunque coloro che lo evitano, come se fosse di registro colloquiale o destituito di autorità semantica.

Certamente l’espressione “geoingegneria clandestina” (o illegale o abusiva) è più calzante: essa designa tutte quelle criminali operazioni volte a trasformare i biomi, a modificare gli equilibri naturali per mezzo della massiccia e quotidiana dispersione di composti chimici spesso in sinergia con l’irradiazione di campi elettromagnetici di differente intensità e frequenza. Visto che il complesso militare-industriale mira a stravolgere i processi biologici, ancora più preciso si rivela il sostantivo “biogeoingegneria”, cioè manipolazione della vita, a cominciare dal D.N.A., associata ad interventi che incidono sui fenomeni meteorologici, climatici e tettonici della Terra. Il pianeta con i suoi abitanti diventa un gigantesco teatro di attività illecite e di folli, pericolosi esperimenti.

La “geoingegneria ufficiale”, infine, è la classica foglia di fico per tentare di coprire o di giustificare le operazioni distruttive sopra descritte: formalmente essa sarebbe finalizzata a ridurre il cosiddetto “riscaldamento globale” o addirittura a ripristinare lo strato di ozono. E’ ovvio che è una truffa sia materiale sia linguistica. Per questa ragione, quando ci si riferisce alle iniziative scellerate del sistema, il sostantivo geoingegneria è sempre abbinato all’aggettivo “clandestina” o ad attributi di simile valore.


[1] In glottologia per asse paradigmatico si intende l’insieme dei vocaboli che il locutore seleziona spesso in modo inconscio o comunque irriflesso per accordarli nell’enunciato e nel discorso. Si contrappone all’asse sintagmatico, ossia alla struttura combinatoria di tipo sintattico-lineare. E’ una differenza che si deve considerare, quando si disserta sui fenomeni linguistici, sebbene siamo consapevoli che tale ragionamento non si può esigere dai negazionisti, ignoranti e stolti per definizione.

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