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martedì 18 agosto 2015

Geoingegneria illegale e cronica carenza di vitamina D



L'ingegneria del clima è matematicamente il più grande assalto contro ogni forma di vita mai sferrato contro l'umanità e l'ambiente. Gli effetti catastrofici dovuti alle irrorazioni clandestine ed alle radiofrequenze sono così massicci che è quasi impossibile quantificarli. Molte conseguenze mortali delle operazioni inerenti alla gestione delle radiazioni solari (il cosiddetto solar radiation management che è, però, solo una copertura per attività militari volte in primis a rendere l'atmosfera elettroconduttiva, n.d.t.) sono completamente trascurate, eppure la carenza di vitamina D, nota pure come calciferolo (in realtà è un pro-ormone, n.d.t.) è ormai epidemica. [1]

L’insufficienza di vitamina D è legata ad un lungo e crescente elenco di malattie e disturbi: indebolimento del sistema immunitario, disturbi del sistema neurologico, tumori, artrite, diabete, sclerosi multipla, obesità, malattie cardiovascolari, insufficienza renale, problemi del sistema riproduttivo... La lista potrebbe continuare. Il paradosso è questo: l'organismo umano produce vitamina D con un'oculata esposizione alla luce solare, ma è proprio questo tipo di luce che è oggi ridotto e quasi annullato a causa delle nanoparticelle metalliche che riflettono la radiazione elettromagnetica benefica proveniente dalla nostra stella.

Così, mentre l'ozonosfera è dilaniata da deleteri interventi di ingegneria atmosferica, siamo esposti a livelli di radiazioni ultraviolette (UVB) estremamente pericolose. Non solo, questi livelli elevati di raggi UV possono arrestare la produzione del calciferolo. Il documentario che proponiamo (in inglese sul sito geoengineering.org., n.d.t.) affronta direttamente la questione concernente la scarsità di vitamina D ed il ruolo della geoingegneria in questa terribile equazione. Vale davvero la pena di vederlo.

[1] La vitamina D o calciferolo è un pro-ormone liposolubile contenuto in pesce, molluschi, uova e latticini, ma prodotto anche dall'organismo umano per azione dei raggi solari su un precursore (7-deidrocolesterolo) presente nella cute; la forma attiva principale è l'1,25 colecalciferolo, risultato di processi di idrossilazione che avvengono a livello epatico e renale. Stimola l'assorbimento di calcio e fosfati nell'intestino. La sua carenza provoca alterazioni ossee e rachitismo. La diminuzione dell'irraggiamento solare e l'accumulo di stronzio nell'organismo concorrono a determinare il deficit di vitamina D, alla base di varie patologie, non esclusi i tumori, favoriti appunto dalla scarsità del calciferolo.

Fonte: geoengineeringwatch.org


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lunedì 23 marzo 2009

Le proprietà dei semi d'uva

Pubblichiamo un articolo tratto dal sito Ecplanet.com. Il testo verte sulle proprietà terapeutiche dei semi d'uva: visto l'incremento del numero di tumori legati anche e soprattutto alle scie tossiche, ci è parso doveroso prospettare questa possibilità di cura.

È una scoperta che apre la strada a nuove cure per il cancro, anche se non implica direttamente che mangiare l'uva tenga lontani i tumori. I semi dell'uva contengono molti antiossidanti, tra cui il resveratrolo, già noto per le proprietà antitumorali e per gli effetti benefici sul cuore. Precedenti ricerche hanno mostrato che l'estratto di semi dell'uva ha un effetto sulle cellule dei tumori della pelle, del seno, dell'intestino, del polmone, dello stomaco e della prostata.

L'estratto può anche ridurre le dimensioni dei tumori del seno e della pelle nei topi. Il nuovo studio, realizzato presso la University of Kentucky, è il primo che sperimenti l'efficacia dell'estratto dei semi d'uva su cellule di un tumore del sangue. Il coordinatore della ricerca, Professor Xianglin Shi, ha dichiarato: “Questi risultati possono avere delle implicazioni importanti; per esempio, si potrebbero incorporare agenti come l'estratto di semi d'uva nel protocollo di prevenzione e cura dei tumori maligni del sangue e forse anche di altre neoplasie”.

Il professore ha sottolineato come l'estratto sia in grado di uccidere le cellule malate senza toccare quelle sane. In uno degli esperimenti condotti dal team di Shi, con uno dei dosaggi più alti dell'estratto di semi d'uva, le cellule tumorali sono state indotte ad uccidersi, secondo il processo noto come apoptosi, un sistema naturale dell'organismo per liberarsi di cellule potenzialmente pericolose.

Quando non si innesca in modo appropriato l'apoptosi, le cellule tumorali possono sopravvivere e moltiplicarsi. I ricercatori statunitensi hanno visto che l'estratto di semi d'uva attiva una proteina, la JNK, che aiuta a regolare questo processo.

Leggi qui l'articolo su Ecplanet.com

Articolo correlato: Semi di albicocca contro i tumori, 2009


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