lunedì 28 aprile 2025

"CHEMICAL RAINBOWS" - "IRIDESCENZE CHIMICHE"

Era il 16 giugno 2006, quando il fisico canadese Neil Finley, mentre guidava nella Statale 1, vicino a Victoria, ossservò per la prima volta un fenomeno che così descrisse: "Mi fermai per vedere una piatta nuvola bianca, incredibilmente bianca, incredibilmente ampia. Era sconvolgente da vedere".

La luce solare riflessa da quella enorme nuvola innaturale "occultava" il sole ed era caratterizzata da una serie di strisce prismatiche di colore rosa, verde e viola. Una tale "birifrangenza", spiegò Finley, "non si verifica mai con il vapore acqueo, perché la separazione dei colori si ottiene solo in un sistema di rifrazione cristallino".

Tali interferenze prismatiche con lunghezze d'onda luminose avvengono solo con "materiale solido estremamente fine", precisò Finley. Queste microscopiche particelle sospese "generano campi di interferenza attorno ad ogni particella, cambiando il colore della luce".

Finley confermò che si stava riferendo specificamente agli agenti chimici rilasciati artificialmente in atmosfera da velivoli civili e militari.

Il fenomeno della birifrazione (o birifrangenza o doppia rifrazione) non avviene mai con il vapore acqueo, con cui si assiste al fenomeno della rifrazione e della riflessione. Il particolato molto fine, sospeso nell'atmosfera genera dei campi di interferenza attorno ad ogni particella. I raggi luminosi vengono birifratti: : il raggio incidente r si divide in due raggi rifratti, r' e r'' della stessa intensità e polarizzati lungo piani perpendicolari. Tale fenomeno occorre soprattutto con il quarzo, il rame, l'alluminio ed il litio.

Tale iridescenza é il tipico ''optical rainbow effect'' che viene descritto a pagina 8 del brevetto numero 29142, datato 22 febbraio 1977. Brevetto realizzato dal C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche), su commissione del Governo statunitense. A pagina 8, laddove si fa riferimento ai ''rainbow effects'', si parla chiaramente, tra le altre cose, di dispersione di alluminio sotto forma di micro particelle.

In tutta evidenza, quindi, le iridescenze, che spesso si formano in concomitanza con operazioni di geoingegneria, caratterizzate da scie persistenti (per bloccare le perturbazioni), non sono dovute alla presenza di goccioline d'acqua in sospensione, come mendacemente dichiarato dalle fonti ufficiali, ma da piccole, letali, particelle metalliche aviodisperse.

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