Nei giorni scorsi, alcuni organi di stampa hanno riportato la notizia relativa ad una signora residente a Milano cui è stata diagnosticata la malaria, sebbene la donna non si sia mai recata in paesi infestati dalla zanzara anofele. La paziente non è stata neppure sottoposta a trasfusioni, con le quali si può contrarre la malattia. Dunque i medici brancicano nel buio e si stanno arrovellando per tentare di comprendere quale possa essere il motivo del contagio. Anche in questa circostanza, come per i focolai di meningite, si potrebbe ventilare l'ipotesi che questo anomalo ed inspiegabile caso di malaria sia correlato alla diffusione nella biosfera, per mezzo di aerei, del plasmodio patogeno. D'altronde non è purtroppo impossibile che le scie chimico-biologiche contengano anche plasmodi, protozoi della malaria. Il pericolo viene dall'alto?
La paziente, al momento nel reparto di malattie infettive dell'ospedale fiorentino, è arrivata in città dopo un ricovero in una clinica milanese. Si tratta di una 44enne residente a Milano, ma con famiglia a Firenze. In attesa di ulteriori accertamenti, l'Azienda ospedaliera universitaria di Careggi rassicura i cittadini "sull'assenza di un rischio concreto, nel territorio italiano e soprattutto nelle città, di contrarre la malaria''
Firenze, 3 aprile 2008 - Il laboratorio di Careggi ha diagnosticato un caso di malaria. La paziente è attualmente ricoverata nel reparto di malattie infettive diretto dal professor Francesco Leoncini. Si tratta di una donna di 44 anni residente a Milano, ma con famiglia a Firenze. Il 27 marzo scorso l’azienda ospedaliero universitaria di Careggi ha attivato la procedura di notifica di malattia infettiva all’Ufficio di Igiene di Firenze che si è messo in contatto con l’Ufficio di Igiene di Milano. La segnalazione è scattata per il caso di malaria di cui sono attualmente ignote le modalità di contagio.
La signora è arrivata a Careggi proveniente da una precedente degenza in una clinica milanese. "La paziente - precisa Leoncini - dichiara di non essere stata recentemente in luoghi esotici e di non aver frequentato zone a rischio. L’unico elemento indirettamente attinente alla malattia è che la camera della donna, nella clinica di Milano, era vicina alla stanza di un paziente extracomunitario risultato affetto da malaria".
Questo, affermano gli esperti, non è sufficiente a spiegare il contagio che può avvenire solo attraverso un particolare vettore, la zanzara del genere Anopheles, specie non diffusa in Italia, oppure con scambio diretto di sangue, attraverso aghi contaminati o trasfusioni. Poiché la paziente dichiara di non aver corso nessuno di questi rischi, resta attualmente la necessità di accertare le modalità di contagio. Nel rassicurare i cittadini, sull’assenza di un rischio concreto, nel territorio italiano e soprattutto nelle città, di contrarre la malaria, gli infettivologi di Careggi, l’Ufficio di igiene della Asl di Firenze e i loro colleghi milanesi sono impegnati nell’accertamento del caso diagnosticato, per chiarire gli eventi che hanno portato al contagio, al fine di evitare ingiustificati allarmi per la salute pubblica.
Leggi qui l'articolo del quotidiano "La Nazione".
La paziente, al momento nel reparto di malattie infettive dell'ospedale fiorentino, è arrivata in città dopo un ricovero in una clinica milanese. Si tratta di una 44enne residente a Milano, ma con famiglia a Firenze. In attesa di ulteriori accertamenti, l'Azienda ospedaliera universitaria di Careggi rassicura i cittadini "sull'assenza di un rischio concreto, nel territorio italiano e soprattutto nelle città, di contrarre la malaria''
Firenze, 3 aprile 2008 - Il laboratorio di Careggi ha diagnosticato un caso di malaria. La paziente è attualmente ricoverata nel reparto di malattie infettive diretto dal professor Francesco Leoncini. Si tratta di una donna di 44 anni residente a Milano, ma con famiglia a Firenze. Il 27 marzo scorso l’azienda ospedaliero universitaria di Careggi ha attivato la procedura di notifica di malattia infettiva all’Ufficio di Igiene di Firenze che si è messo in contatto con l’Ufficio di Igiene di Milano. La segnalazione è scattata per il caso di malaria di cui sono attualmente ignote le modalità di contagio.
La signora è arrivata a Careggi proveniente da una precedente degenza in una clinica milanese. "La paziente - precisa Leoncini - dichiara di non essere stata recentemente in luoghi esotici e di non aver frequentato zone a rischio. L’unico elemento indirettamente attinente alla malattia è che la camera della donna, nella clinica di Milano, era vicina alla stanza di un paziente extracomunitario risultato affetto da malaria".
Questo, affermano gli esperti, non è sufficiente a spiegare il contagio che può avvenire solo attraverso un particolare vettore, la zanzara del genere Anopheles, specie non diffusa in Italia, oppure con scambio diretto di sangue, attraverso aghi contaminati o trasfusioni. Poiché la paziente dichiara di non aver corso nessuno di questi rischi, resta attualmente la necessità di accertare le modalità di contagio. Nel rassicurare i cittadini, sull’assenza di un rischio concreto, nel territorio italiano e soprattutto nelle città, di contrarre la malaria, gli infettivologi di Careggi, l’Ufficio di igiene della Asl di Firenze e i loro colleghi milanesi sono impegnati nell’accertamento del caso diagnosticato, per chiarire gli eventi che hanno portato al contagio, al fine di evitare ingiustificati allarmi per la salute pubblica.
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Ciao, ridicola e ipocrita la posizione medica. Ormai sembra chiaro il disegno per uccidere la popolazione, sotto la copertura di ogni istituzione. Un vile banchetto, sulla pelle dei poveri indifesi cittadini. Tempo fa anche io avevo correlato meningite e prove di sterminio, la storia sembra ripetersi...
RispondiEliminaCiao
Ragazzi scusate ma com'è possibile che si ammali solo una persona!!?? Per le scie posso pure dubitare sui media uffiali...ma per questo articolo, aspettiamo prima che i medici si pronuncino. Cmq i giornalisti sono soliti sparare delle cazz... immani!! MAgari questa sig.ra ha contratto qualcosa di simile...e non dimentichiamo di tutti gli extracomunitari che vivono a Milano...
RispondiEliminaBuon lavoro.
Ciao ragazzi... mi chiamo Niccolò, sono della provincia di Firenze, nelle ultime due settimane stanno sparando a diritto questi bastardi, molti si stanno ammalando o soffrendo di malesseri vari, ormai le giornate con cielo limpido e sole splendente sono sempre più un ricordo...... la situazione è triste, la rabbia sale sempre di più..... per fortuna ci sono persone come voi che lottano tutti i giorni per la verità, grazie a tutti di cuore...
RispondiEliminaCharlie nell'introduzione abbiamo usato il condizionale. Vedremo. In ogni caso, qualcosa bolle nel pentolone e Freenfo, che saluto, non erra, a mio parere, quando paventa un disegno contro i cittadini.
RispondiEliminaCiao
Ti volevo mandare l'articolo riguardo la notizia della malaria a firenze. Avevo sentito la notizia in anteprima al tg toscana di rai tre, poi purtoppo ho avuto dei problemi con il pc.
RispondiEliminaComunque un medico intervistato ha sostenuto che la zanzara si fosse infilata nei bagagli e poi dopo un bel viaggetto abbia deciso di pungere la sfortunata signora.
Il problema è che la signora non ha viaggiato e quindi non c'è nessuna valigia.
RispondiEliminaCharlie, la malaria si contrae solo se punti dalla zanzara portatrice. Gli extracomunitari non c'entrano. Non sono zanzare.
RispondiEliminaintanto al tg confermano che le api stanno morendo proprio ora che necessita l'impollinazione per il mais in Val Padana
RispondiEliminaAVETE CAPITO PERCHE' SI SONO DATI TANTO DA FARE?
Corrado, sono interventi chimico-biologici ad hoc.
RispondiEliminaCiao
Freenfo, prima di sparare a zero sulla classe medica cui appartengo, chiama a raccolta i neuroni e poi comincia a pensare e indi a scrivere. Scusami per il tono e per la franchezza.
RispondiEliminaPerchè mai dovrebbero essere degli ipocriti i dottori che hanno curato questa signora e che effettivamente, come dice bene l'articolo, brancolano nel buio?
Da parte mia mi congratulo invece con loro per avere fatto la diagnosi, cosa - ti assicuro - non facilissima quando cerchi di salvare una persona e non hai elementi di alcun tipo a disposizione.
Gli è andata bene: hanno innanzitutto salvato la paziente e poi hanno fatto anche bella figura.
Quanto alle cause di questo strano caso di malaria l'articolo afferma correttamente che le uniche modalità di trasmissione della medesima si verificano attraverso la zanzara anofele e le trasfusioni di sangue infetto. Un contagio per via inalatoria non è mai stato messo in evidenza per dei protozoi quali il plasmodio.
Da parte mia sarei più propenso ad ipotizzare il rilascio di insetti o attraverso aerei che volano bassi o in altro modo. Risale infatti a circa 6-8 settimane fa il reperto di una strana e grossa zanzara in casa mia mai vsta prima.
L'ho fatta notare subito a mia figlia la quale mi ha risposto:' Papà, ne ho uccisa una uguale ieri'. 'Ah...',le ho risposto perplesso. Fine dell'episodio.
Che ci sia un collegamento?
D'altronde si parla ormai da un pezzo della possibilità che vengano diffusi nell'ambiente insetti geneticamente modificati nei laboratori militari, vettori di malattie o di particolari veleni o di microchip utili a raccogliere informazioni dall'ambiente. Se ne è appena ccennato anche su questo blog.
Credo che nel'immediato futuro, se non proprio adesso, ci dobbiamo tenere pronti anche per tale evenienza.
In chiusura del Tg5 di stasera servizio sulla morìa di api che interessa in larga parte le regioni del Centro Nord mentre il Sud dell'Italia ne resterebbe pressochè indenne. Tale ecatombe ha colpito ormai fino all'ottanta per cento del patrimonio delle api stesse.
Ovviamente le ipotesi fatte dall'esperto allevatore sono state tutte 'politicamente corrette' e nessuna ha fatto nemmeno un lontano cenno alle 'scie chimiche' - e come avrebbe potuto darsi, visto che ufficialmente esse non esistono?-, ma ha tirato in ballo dei 'nuovi pesticidi utilizzati nelle colture del mais'. Ci mancava solo la faccenda del buco dell'ozono.
Non un cenno alla possibile azione esiziale sulle capacità di orientamento delle povere bestiole da parte della bolgia infernale di microonde in cui ci troviamo nostro malgrado immersi giorno e notte. Situazione che si aggrava a dismisura con la ulteriore introduzione di campi legati ad 'Internet mobile' e per giunta da parte di più gestori.
Sterminio dunque di api, di vespe, di altri piccoli imenotteri simili a queste e che insieme a queste frequentavano abitualmente alberi in fiore e fiori di campo e giardino, morte dei pipistrelli, azzeramneto o quasi degli anfibi (rane, rospi,raganelle, tritoni e persino lucertole e ramarri che quest'anno non ho ancora visto in giro nè sui muretti soleggiati nè a zonzo nel mio giardino). Scomparsa anche di altri insetti come le coccinelle che all'inizio della primavera si facevano notare in giro.
Insomma che vi devo dire, stiamo assistendo ad una catastrofe ambientale in atto e che peggiora di giorno in giorno se non di ora in ora.
Un precedente accertato, Paolo. Forse quello a cui ti riferivi.
RispondiEliminaLa situazione è drammatica e quel che fa più rabbia è il cover-up totale da parte dei media. Giornalisti venduti. Che il diavolo se li porti.
Mio cugino a 24 anni ha preso la scarlattina, ed è già la 2 volta visto che la prima è stata presa ancora quando era bambino.
RispondiEliminaVi segnalo questo articolo:
RispondiEliminaAGRICOLTURA: CIA,CONTRO MORIA API SOSPENDERE ALCUNI FITOFARMACI
(AGI) - Roma, 8 apr. - La strage delle api e la necessita' di sospendere l'uso di alcuni fitofarmaci, oltre alla convocazione di un 'tavolo' ad hoc e' al centro di una lettera del presidente della Cia, Giuseppe Politi, al ministro De Castro.
"E' un problema grave che va affrontato con interventi tempestivi. In attesa di una verifica scientifica e nel rispetto del principio di precauzione - continua Politi - bloccare i preparati contenenti neonicotinoidi utilizzati per la concia delle sementi che potrebbero essere una delle possibili cause della 'moria'. Da qui la proposta di un Tavolo permanente di confronto aperto ai rappresentanti dei ministeri della Politiche agricole, della Salute e dell'Ambiente, alle associazioni apistiche, alle organizzazioni professionali agricole, ai sementieri e alle imprese di agrofarmaci". La Cia-Confederazione italiana agricoltori sottolinea poi che in poco tempo e' scomparso "oltre il 50 per cento del patrimonio apistico del nostro Paese. Siamo in presenza di una situazione allarmante. Basti pensare -afferma la Cia- che le api contribuiscono per oltre l'80 per cento all'impollinazione delle coltivazioni. Non e', quindi, a rischio soltanto la produzione di miele. In pericolo vi sono molte colture e possono esserci riflessi negativi anche nel settore zootecnico, vista l'importanza che riveste l'impollinazione nei confronti dei pascoli e del foraggio. Servono, di conseguenza, provvedimenti mirati a sostegno del settore che conta piu' di 50 mila apicoltori, oltre un milione e 200 mila alveari, una produzione di miele che supera le 10 mila tonnellate l'anno.
Non solo. Occorre evitare che la moria delle api prosegua e abbia ulteriori conseguenze per l'intero ecosistema e la biodiversita'". Per tale ragione, gli apicoltori della Cia hanno partecipato al sit-in di oggi davanti al ministero delle Politiche agricole. (AGI)
http://www.agi.it/food/notizie
Dimenticano che le api muoiono anche in aree non trattate da fitofarmaci. O sono completamente all'oscuro (e non può essere, dato che furono da noi avvertiti di quello che sarebbe accaduto oltre un anno e mezzo fa), oppure si accodano al carro dei disinformatori in cambio di risarcimenti.
RispondiEliminaOpto decisamente per la seconda ipotesi!
RispondiEliminaQui a Cagliari anche oggi situazione al limite del surreale: patina chimica compatta, scie particolarmente in risalto sulla stessa, luce solare fioca (sembra di avere gli occhiali da sole o, guardando le ombre, di essere in presenza di luce al neon) e viavia di elicotteri (idem ieri)...in più si sente un potenissimo rombo ogni 15 minuti che magari non c'entra nulla ma contribuisce a rendere più strano il quadro generale. Ovviamente caldo incredibile e niente pioggia.
Straker, ho notato che sia oggi che ieri i voli civili in fase d'atterraggio (abito vicinissimo all'aeroporto) volano bassissimi (secondo me circa 1000 metri), quasi a non voler/dover/poter passare in mezzo alla nube chimica iperconduttiva.
RispondiEliminaTi risulta che possano incorrere in questi problemi legati alle nubi chimiche?
Scusatemi allora per l'ignoranza...Sul fatto degli extracomunitari non intendevo parlare di trasmissione per via orale, ma per via di propbabili trasfusioni! Ma penso allora che siano Caz...!! Cmq sia attendiamo altre notizie in merito, e spero che non sia tutto vero...mi sembra di vivere dentro MATRIX, non so se mi spiego!!!
RispondiEliminaCIao Ragazzi e continuate così!!
A roma ninete pioggia ma nubi sparse...è piovuto per 2 gg!! Gli spruzzi sono avvenuti la sett scorsa per 3 gg circa!!!
Se la nube è indotta, non lo escludo. D'altronde i piloti sanno bene che quello che vedono è il frutto di manipolazioni climatiche e che le scie chimiche sono imbibite di metalli elettroconduttivi, per cui non è improbabile che evitino di volarci dentro per questo motivo. Non dimentichiamo poi la tossicità di tali elementi.
RispondiEliminaPiloti avvelenati dall’aria contaminata
Pilots poisoned by contaminated air
By Geoffrey Lean, Environment Editor
Published: 04 June 2006
Il quotidiano britannico Independent ha pubblicato, il 4 giugno scorso, un articolo a firma di Geoffrey Lean, intitolato "Piloti avvelenati dall’aria contaminata".
Il pezzo rivela che è stato redatto un rapporto da Sarah Mackenzie Ross, neuropsicologa dell’Università di Londra. La ricercatrice ha esaminato 27 piloti affetti da vari disturbi: i pazienti risultano intossicati da sostanze inalate insieme con l’aria pompata all’interno della cabina di pilotaggio.
La Mackenzie Ross ha diagnosticato nei pazienti perdita di memoria, affaticamento, insonnia, problemi intestinali, dislalia: particolarmente grave appare la perdita di memoria a breve termine. A volte, infatti, i piloti hanno dimenticato se il carrello dell’aeroplano era stato abbassato o sollevato, inoltre hanno confuso o scordato dati concernenti la quota e la velocità.
Il tutto ha causato almeno dieci “incidenti da aria contaminata”, spingendo il ministero dei trasporti a nominare una commissione ufficiale per studiare il problema. Il professor Chris Van Netten dell’Università British Columbia, in Canada, ha confermato che, all’origine delle patologie, è l’aria respirata dai piloti all’interno della cabina.
Il quotidiano non lo dice, ma sorge il sospetto che le affezioni di cui sopra abbiano colpito quei piloti impegnati a manovrare gli aerei che irrorano vaste regioni del pianeta con le velenose scie chimiche. La nemesi può tardare... ma, prima o dopo, arriva.
Fonti:
http://www.sciechimiche.com/
THE INDIPENDENT online edition
L'importante è non bagnarsi sotto la pioggia.
RispondiEliminaNon toccate quella pioggia
Straker mi stai dicendo che quando piove non dovrei prendere neache una goccia di pioggia!?
RispondiEliminaImpossibile...!!!
Nel dubbio, è un consiglio spassionato.
RispondiEliminaRagazzi a Roma, nubi sparse...ma appena il tempo ha accennato a schiarirsi sono comparse un pò di queste scie ed è tornato nuvoloso... Ho visto nuvole stranissime mentre erano visibili quelle scie...MAH!!!! Ombrelli aperti!! :-)))
RispondiEliminaCiao. Dalle satellitari si evince che continuano a spingere le perturbazioni verso il nord Europa ed intanto irrorano fra le nubi.
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