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mercoledì 16 dicembre 2015

Possedere il tempo: progetti da brividi dal Pentagono (articolo di Loredana Reppucci)

Pubblichiamo un articolo riguardante soprattutto H.A.A.R.P.: sebbene il testo non aggiunga informazioni nuove, è uno spaccato chiaro ed efficace di alcuni sinistri “progetti” militari. Repetita iuvant.



Ed ora… una sigla oscura e minacciosa, OTW, Owning the weather.

Possedere il tempo (sotto il profilo meteorologico)… parole che fanno venire i brividi. Eppure questo è diventato da anni il “credo” del Pentagono, sempre a caccia di sistemi che offrano una maggiore letalità da contrapporre ai suoi nemici.

Da più di quarant’anni gli Stati Uniti incoraggiano la ricerca di ciò che è stato descritto come “modificazione del clima per scopi benefici”… anche se, in realtà, è per un usi bellici. Il capo di stato maggiore della U.S. Air Force, generale Thomas D. White, durante il meeting consultivo presidenziale denominato “Weather control”, dichiarò con fermezza che “possedere il tempo costituiva un’arma molto più potente della bomba atomica”.

A prima vista, certo, l’idea di rendere fertili le zone aride, potrebbe sembrare la porta del paradiso: i popoli che da secoli si sono avvicendati nei deserti, rispettosi dell’acqua nascosta in profondi pozzi, arsi dal sole e dalla sabbia rovente, potrebbero avviare una nuova era di benessere con queste tecnologie che consentono di modificare gli eventi meteorologici a loro favore sul pianeta. La realtà è ben diversa. […]

Possedere il clima non è una semplice arma, ma è soprattutto un “sistema” per la distruzione di massa. Fabio Mini, Generale di corpo d’armata, già capo di Stato maggiore del Comando N.A.T.O. per il Sud Europa, ha guidato il Comando Interforze delle Operazioni nei Balcani, oltre ad essere stato comandante delle operazioni a guida N.A.T.O. nello scenario di guerra del Kosovo. A proposito di controllo del clima, Mini ricorda che gli esperimenti militari per alterare la ionosfera incominciarono a metà degli anni ‘50 del secolo scorso. All’epoca, gli Stati Uniti fecero esplodere tre ordigni atomici a fissione nucleare nella parte inferiore della fascia di Van Allen ed altri due a fusione nucleare nella parte alta dell’atmosfera, provocando ampi buchi nella ionosfera. Questi strappi oggi pregiudicano il sistema che ci protegge dalle radiazioni provenienti dal cosmo. La comunità scientifica protestò, finché Washington non sospese gli “esperimenti”. Peccato che i Sovietici abbiano ritenuto opportuno, dal canto loro, avviare “sperimentazioni” analoghe. […]

Alcuni documenti della C.I.A., ormai declassificati, testimoniano come negli anni della guerra in Vietnam, gli Stati Uniti con l’Operazione Popeye, prolungarono la stagione monsonica sulla Cambogia inseminando le nuvole con l’agente Orange. Le piste dei Vietcong diventarono così fangose da impedire loro di spostarsi. [...]

Il sistema H.A.A.R.P. (High Frequency Active Auroral Research Program), finanziato dal Pentagono è in grado di inviare onde radio nella ionosfera, riscaldandola e causando volutamente delle perturbazioni, simili a quelle provocate dalla radiazione solare. Il motivo? Si dice “per studiare quanto queste influiscano sulle comunicazioni a breve e a lunga distanza”. I riscaldatori ionosferici possono determinare, però, interruzioni sulle reti elettriche, sul pompaggio degli oleodotti e influire sui fenomeni naturali per mezzo di onde radio.

Per questo progetto è stata costruita in Alaska (nella località di Gakona) una base militare in cui sono stati installati circa 200 piloni su ognuno dei quali si trova una coppia di antenne per la banda bassa e per la banda alta: le antenne sono in grado di trasmettere onde ad alta frequenza fino ad un’altitudine di 350 km. Le onde possono essere “lanciate” contro la ionosfera e/o deviate verso zone strategiche del pianeta. Come spesso succede, l’operazione si veste di nobili scopi: lo studio della ionosfera e lo sviluppo di nuove tecniche radar che rendano possibili radiografare la litosfera in modo da rilevare armi o bunker a decine di chilometri di profondità… Un’innocua stazione scientifica, insomma.

Fonte: italiapost

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Range finder: come si sono svolti i fatti

sabato 14 marzo 2015

La guerra climatica è una guerra?



Sono fondamentalmente due le conclusioni che denotano un’ancora imprecisa comprensione della geoingegneria clandestina:

• l’idea che le operazioni siano volte in primis al “governo” degli eventi atmosferici, nel quadro di tentativi di stabilizzare il clima terrestre;
• l’opinione che siano in corso dei conflitti tra vari stati, ostilità che prevedono l’impiego di armi meteorologiche e geofisiche.

L’interpretazione meramente climatica delle chemtrails, se non scivola in una giustificazione della geoingegneria, si impantana nelle solite elucubrazioni circa la gestione della radiazione solare (solar radiation management), a proposito degli interventi per mitigare il cosiddetto riscaldamento globale, ridurre le emissioni di CO2 etc. Si tende a confondere i termini del problema, ossia si pensa che gli sconvolgimenti atmosferici siano le conseguenze di manovre fallite volte a dominare i cicli naturali e non il risultato di una deliberata azione distruttiva. Ad esempio, il gelo polare negli Stati Uniti orientali, contrapposto alla spaventosa siccità di gran parte del Midwest e della costa occidentale NON è la ripercussione di azioni fuori controllo, ma una situazione creata ad hoc, in un quadro strategico ed economico perfettamente congegnato.

Alcuni ricercatori ritengono che le catastrofi cui assistiamo da alcuni anni (uragani artificiali, sismi indotti, distruzione di raccolti, aridità…) siano l'esito di una guerra che le superpotenze combattono tra loro: così la siccità californiana sarebbe causata dai Russi e lo scioglimento del permafrost in Siberia sarebbe la ritorsione degli Stati Uniti contro il loro tradizionale nemico. Se così fosse, i capi di stato rinfaccerebbero al nemico l’impiego di un arsenale climatico, il che è avvenuto solo in sporadiche occasioni: si vede che ciascun governo ha i suoi scheletri nell’armadio.

Ora, senza escludere scontri fra i vari stati e ricordando che, nei decenni passati, gli attacchi meteo erano sovente sferrati da un paese contro un altro (si pensi all’”operazione Popeye”), bisogna riconoscere che oggigiorno la geoingegneria illegale è per lo più coordinata e gestita da poteri sovranazionali, attuata per mezzo di un’aviazione civile che non conosce confini. I vari stati, quando non sono registi delle operazioni, subiscono il Diktat di apparati mondialisti per i quali la sovranità nazionale non ha alcun valore.

La “guerra climatica” è dunque una guerra? Non è un conflitto tra diversi paesi, ma un’aggressione non dichiarata, un attacco scatenato da un potere globale contro la Terra e tutti i suoi abitanti.


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Range finder: come si sono svolti i fatti

martedì 16 aprile 2013

Smart dust: una griglia di controllo globale

Lo scienziato che ha coniato l’espressione “smart dust” (polvere intelligente) il cui progetto è stato finanziato dall'agenzia militare statunitense D.A.R.P.A., ha trasformato la sua idea in un prodotto industriale per il quale vengono proposte svariate applicazioni, come confermato in questo documento che tratta l'impiego di smart dust per la creazione di mappe meteo 3D.

On the Optimal Number of Smart Dust Particles - Smart Dust particles are small smart materials used for generating wearher maps. We investigate the open problem posed by Vidal er al. on rhe optimal number of smart dust particles necessary for constructing precise cost effective and accurate 3D weather maps. (Le particelle di polvere intelligente sono usate per tracciare mappe meteorologiche. Stiamo esaminando il problema posto da Vidal e da altri scienziati circa il numero ottimale di granelli necessari per costruire carte meteo tridimensionali che siano precise ed economiche).

Si ipotizza pure di coprire gli elementi strutturali-chiave dei grattacieli con tali nanosensori per valutare in tempo reale gli eventuali danni causati da un terremoto o di impiegare una rete di microscopici dispositivi per monitorare un'area colpita da un incendio in modo da ottimizzare l'intervento dei vigili del fuoco. Sono già stati condotti esperimenti (portati a termine con successo - prima guerra del Golfo: 1990/91) per la creazione di "reti formate da granelli di polvere intelligente" a scopi strategici: riconoscimento e monitoraggio del passaggio di mezzi militari.

E' quanto si legge nell’incipit dell'articolo "March of the motes", ovvero "Marcia dei granelli" pubblicato sula rivista New Scientist (vol. 179 issue 2409 - 23 August 2003).

Tale articolo è citato nella bibliografia dello studio “Enabling battlespace persistent surveillance: the form, function and future of smart dust” (Attivare una sorveglianza permanente: la forma, la funzione ed il futuro della polvere intelligente). La ricerca è stata pubblicata sul sito militare istituzionale degli Stati Uniti - di esso è disponibile la traduzione in italiano dell'abstract a questo link, a cura del fisico Corrado Penna.

Un'invisibile armata di silicio sta raccogliendo informazioni sulla terra ed i suoi abitanti”. Così comincia questo inquietante dossier, all'interno del quale si legge: “Nel cuore della rete di granelli di polvere intelligente si trova un software rivoluzionario. Ogni granello ha il suo sistema operativo simile al software Windows installato sulla maggior parte dei computer, o a Unix, che gira su molti server della Rete, ma il sistema operativo della polvere intelligente funziona su microprocessori che hanno bisogno davvero di una memoria esigua. Se l'ultima versione di Windows contiene oltre 100 megabyte di memoria, il sistema operativo della polvere intelligente usufruisce di appena 8 kilobyte. […] ‘L'abbiamo chiamato TinyOS’ (piccolo sistema operativo, n.d.t), afferma Pister. TinyOS è ciò che ha trasformato il sogno (sic) della polvere intelligente in realtà. Parte del lavoro del sistema operativo consiste nell’impiego efficiente delle sue risorse hardware. In un granello, tali risorse sono i vari sensori ad esso attaccati, il collegamento radio agli altri granelli ed il rifornimento di energia. TinyOS deve operare, consumando poca energia: in fin dei conti un granello con batterie esaurite non è nient’altro che un briciolo di polvere. Il software realizza ciò ‘dormendo’ per la maggior parte del tempo. Quando è a riposo, tutto l'hardware è in standby, eccetto i sensori. TinyOS si riattiva una volta al secondo: impiega circa cinquanta microsecondi, raccogliendo dati dai sensori, ed altri dieci millisecondi, scambiando dati con i granelli vicini. ‘Da una prospettiva umana, si ottiene essenzialmente una risposta in tempo reale, tuttavia i granelli sono a riposo per il 99 per cento del tempo’, annota Pister”.

La restante parte dell'articolo spiega come i granuli di smart dust comunichino tra loro per piccoli "salti": le informazioni transitano da una sferula alla serie di sferule circostanti, quindi, di salto in salto, la comunicazione si propaga, come in uno sciame di api. Poiché la dissipazione di potenza in una trasmissione dipende dal quadrato della distanza, in tal modo si minimizza la potenza di emissione per le comunicazioni all'interno della rete di granelli. Così i microsensori possono continuare ad essere attivi per anni. Il sistema di comunicazione sfrutta le nocive postazioni wireless che i governi stanno diffondendo massicciamente sul territorio, con il pretesto di ridurre il digital divide.

La polvere intelligente inoltre è programmabile. La gestione può avvenire anche da remoto con un segnale radio digitale che comanda i granelli più vicini: questi, per mezzo del procedimento per "salti" sopra descritto, istruiscono a loro volta gli altri granuli della rete.

La tecnologia della smart dust non è recente: già il 31 ottobre 2002 Federico Rampini, nell’articolo sul quotidiano “La Repubblica", “Ecco la polvere che spia”, scriveva:

Gli elementi di base della nanopolvere sono costituiti dai i M.E.M.S., micro-electro-mechanical systems. Sono micro-elaboratori che integrano capacità di calcolo, parti meccaniche figlie della nano-robotica, con i sensori elettronici, cioè termometri, microfoni miniaturizzati, nanonasi e microspie che captano movimenti o vibrazioni. [...] I progressi della miniaturizzazione rendono i micro-apparecchi sempre più affidabili e ne allungano la vita, le batterie possono alimentarsi con le variazioni di temperatura o con le vibrazioni. [...] ‘Il risultato finale è dato da reti invisibili disseminate nell'ambiente - spiega Bruno Sinopoli - che interagiscono fra loro e trasmettono informazioni'".

Ad undici anni di distanza dalla pubblicazione dell'articolo di Rampini, si è pressoché certi che questi sensori, sempre più microscopici ed efficienti, oltre che economici, possono ormai essere alimentati tramite diverse fonti di energia disponibili, come l’energia solare, le radiazioni elettromagnetiche generate dagli elettrodomestici nonché dalle antenne radio base e dagli apparati wifi, l'energia termica, la bioenergia. Si consideri che i reali obiettivi nell'uso di questa tecnologia, sono gli esseri umani, la cui bioelettricità fornirebbe l'energia necessaria ai nanosensori. Essi erano già citati nel documento governativo del 1995 "Owning the weather in 2025" ed in quel contesto si prospettava la creazione di una griglia di controllo globale per mezzo della distribuzione capillare di nanosensori, il cui scopo è colonizzare gli organismi viventi.

I filamenti polimerici dispersi dagli aerei chimici sono collegati a questa tecnologia di matrice militare, il morbo di Morgellons ne è un’atroce conseguenza.


Fonte: scienzamarcia

Rielaborazione ed integrazioni a cura di Tanker Enemy.



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domenica 24 marzo 2013

E’ ufficiale: H.A.A.R.P. crea nuvole di plasma

E’ ufficiale: H.A.A.R.P., il sistema di antenne polarizzate, spacciato ufficialmente per impianto utile a studiare la ionosfera, ha creato nuvole di plasma, secondo i piani indicati anche nel famigerato documento “Owning the weather in 2025”, dove sono menzionati gli A.I.M, ossia "artificial ionospheric mirrors", specchi ionosferici artificiali, schermi atti a riverberare i campi elettrodinamici nell’ambito di operazioni militari, quali l'intercettazione di missili ed il rilevamento di bersagli. Rammentiamo che il plasma è il quarto stato della materia dove agli atomi sono strappati gli elettroni, grazie all’irradiazione di potenti energie. Le nuvole di bario ed i cirri artificiali di bassa quota (smart clouds), prodotti con gli aerei chimici sono strati di simil-plasma con i quali sono veicolate e dirette le onde elettromagnetiche, simulando e ricostruendo a basse altitudini le caratteristiche elettriche della ionosfera. L’affermazione secondo cui viviamo in un gigantesco forno a microonde non assume valenza solo metaforica…


Sul sito della Marina militare statunitense è stata recentemente riportata la notizia circa nubi di plasma create con il sistema H.A.A.R.P.

Fisici ed ingegneri che lavorano come ricercatori nei laboratori della Marina degli Stati Uniti alla Plasma physics division (Dipartimento di fisica del plasma), lavorando al programma High-frequency Active Auroral Research Program H.A.A.RP., ossia Programma di ricerca attivo aurorale con l'alta frequenza, nella struttura di Gakona (Alaska, Stati Uniti d’America) hanno prodotto con successo una duratura nuvola di plasma ad alta densità nell'atmosfera terrestre.

A questo link le prime righe dell'annuncio dato sul sito ufficiale della struttura militare.

Nell'articolo viene specificato che, a differenza delle nuvole di plasma generate precedentemente, che duravano appena dieci minuti, questa volta si è riusciti a creare una sfera di plasma più denso. La sfera è stata mantenuta “in vita” per un'ora dalle emissioni delle antenne della stazione H.A.A.R.P. e si è dissolta solo dopo che sono state interrotte le irradiazioni elettromagnetiche dell’installazione ubicate a Gakona.

Di là dai particolari tecnici, viene puntualizzato come l'esperimento, che ha impiegato emissioni sulle alte frequenze con una potenza pari a 3.6 megawatt, sia “part of the Defense advanced research projects agency (D.A.R.P.A.) sponsored Basic Research on Ionospheric Characteristics and Effects (BRIOCHE) campaign to explore ionospheric phenomena and its impact on communications and space weather, ovvero "parte della ricerca di base sugli effetti e le caratteristiche ionosferiche della D.A.R.P.A. (l'Agenzia per i progetti di ricerca avanzata nel campo della difesa - laddove per difesa, è noto, si intende l'esercito), un’iniziativa per esplorare i fenomeni della ionosfera ed i suoi impatti sulle comunicazioni e sul clima spaziale".

Abbiamo quindi la precisa conferma che si tratta di un progetto bellico. L'articolo riferisce pure che "tali nuvole di plasma vengono usate come schermi artificiali alla quota di cinquanta chilometri, un’altitudine inferiore rispetto alla ionosfera. Queste nuvole artificiali sono volte a rilfettere i segnali elettromagnetici ad alta frequenza dei radar e dei sistemi di comunicazione". Inoltre "la prossima iniziativa di H.A.A.R.P., in programma per l'inizio del 2013, includerà sperimentazioni per sviluppare nuvole di ionizzazione, ovvero di plasma, ancora più consistenti e stabili".

Fonte: scienzamarcia

Circa gli A.I.M.. si legga qui.


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sabato 9 febbraio 2013

Esplosivo documento E.N.A.V. attesta l’impiego di droni nelle attività di geoingegneria clandestina

Solo i piccoli segreti vanno protetti. Per quelli grandi sarà sempre sufficiente l'incredulità della gente. (M. McLuhan)

Il documento riservato che pubblichiamo attesta l'impiego di droni nelle operazioni di Geoingegneria. Il dispaccio indica delle aree interdette ai voli civili, a tutto vantaggio delle attività compiute dai cosiddetti Unmanned aircraft, ossia aerei senza pilota gestiti a distanza attraverso postazioni a terra (come il M.U.O.S.) e ponti satellitari.



Il bollettino, diramato dall'E.N.A.V. e consegnato al pilota civile che ce lo ha trasmesso, è riservato e costituisce una prova inoppugnabile. Qualcuno potrebbe obiettare, osservando che il materiale si riferisce ad un’esercitazione bellica. A questa obiezione rispondiamo rammentando che le esercitazioni militari sono normalmente svolte in apposite zone, inoltre di solito vi si impiegano caccia e ricognitori, non soltanto droni.

Si notino le quote destinate agli UAVs: sono le stesse alle quali incrociano i tankers. [1] Si concentri l’attenzione sul lungo lasso di tempo in cui sono interdetti i voli di linea (dicembre 2012 - marzo 2013) e sugli orari (07:00-23:00): un addestramento bellico si compie nell’arco di qualche giorno o, al massimo, nel volgere di una settimana o due. È difficile che si protragga per mesi e con tali orari giornalieri, anche in tempi di conflitti “umanitari” come quelli attuali. Piuttosto evidenziamo che gli orari sono quelli tipici degli interventi più massicci di guerra climatica nei nostri cieli.

Un’altra tessera del mosaico è l’indicazione di un apparato laser che sappiamo essere talora abbinato alle operazioni di modifica meteo-climatica ed a sperimentazioni sul trasferimento delle informazioni.

Last but not least: chi ci ha fornito questo esplosivo documento è testimone fededegno. Egli, da persona addentro, ci ha assicurato che le informazioni riguardano proprio la gestione dei voli chimici a basse altitudini (1600-6000 metri circa).


[1] A tale proposito, ricordiamo che gli interventi chimico-biologici, oltre a coprire un po’ tutte le latitudini, si sviluppano a diverse quote, da quelle basse e bassissime, con aerei visibili ad occhio nudo e gestiti da satellite sia a quote medio alte, per mezzo di aerei commerciali, fino alle notevoli altitudini della stratosfera dove sono adoperati altri tipi di velivoli, anch'essi privi di pilota. In questo modo l’intero sistema terrestre è saturato di elementi e composti elettroconduttivi ed igroscopici, diffusi per scopi militari e non solo. In questo modo è inevitabile che si distrugga la vita sul pianeta, anche deteriorando lo strato di ozono.

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venerdì 16 novembre 2012

Il nucleo

Chi si imbatte nell’operazione “biogeoingegneria clandestina ed illegale”, dopo aver considerato le varie sfaccettature del problema, si accorge che la risposta alla domanda cruciale che verte sullo scopo ultimo delle irrorazioni chimico-biologiche tende a rimanere senza risposta. Invero, gli obiettivi delle attività sono assimilabili alla sfera terrestre formata da vari strati e da un nucleo centrale. Così, per mantenere l’allegoria, l’obiettivo riconducibile alle modificazioni meteorologiche e climatiche è la litosfera; il controllo demografico è l’astenosfera; l’alterazione genetica è il mantello superiore e via discorrendo. Il nucleo dunque a quale finalità potrebbe corrispondere?

Gordon Duff, in un articolo del settembre 2012, scrive: “Il monitoraggio U.F.O. si è spostato da quello convenzionale alla nanotecnologia, con sensori microscopici usati per rilevare eventi come spaccature dimensionali e distorsioni temporali, cose discusse solo in serie televisive, come ‘Fringe’ ed ‘X Files’ (tutte della Fox, stranamente)”.[1]

Il breve stralcio riportato contiene dei ragguagli da prendere con le pinze ma interessanti: sono notizie che, tra l’altro, si collegano ad alcune rivelazioni provenienti da un militare italiano da noi contattato. Egli evidenziò che le operazioni in oggetto sono volte, in ultima istanza, ad intervenire sulle proprietà della materia-energia e dello spazio-tempo, sulla base di conoscenze inerenti ad elusivi fenomeni quantistici. Il pubblico è incredulo di fronte a scenari che coinvolgono le caratteristiche esotiche delle particelle subatomiche, caratteristiche che talvolta contraddicono le rassicuranti leggi del macrocosmo.

Eppure da decenni scienziati e tecnici compiono esperimenti ai confini dell’immaginabile e da cui sono scaturiti ritrovati divenuti appannaggio delle forze armate. Così gli studi e le esperienze sulla velocità superluminale, i sistemi antigravitazionali, la scomposizione e ricomposizione molecolare, persino applicazioni circa il controllo delle linee spazio-temporali sono sfociati in tecnologie belliche impiegate in contesti che l’uomo della strada neanche concepisce. La meta finale e fatale è il sovvertimento della natura umana ed il dominio delle leggi universali per opera di una una stirpe degenerata, dopo che tali leggi saranno state deviate e stravolte. E’ un’utopia e, come tutte le utopie, non solo irrealizzabile ma soprattutto perversa.

Il rapporto reperito sul sito ufficiale del governo statunitense e che sancisce l'accordo Italia-USA del 2002, convalida quanto scriviamo. Vi si legge tra l’altro: “I due paesi (Stati Uniti ed Italia, n.d.r) hanno confermato l'importanza delle nanotecnologie come cambiamento di paradigma. Le nanotecnologie saranno alla base di una nuova generazione di prodotti, soprattutto nel settore delle biotecnologie. I risultati di un incontro bilaterale tenutosi a Washington presso la National Science Foundation nel maggio 2002, valorizzano le collaborazioni tra le università degli Stati Uniti e gli istituti di ricerca ed i centri di eccellenza italiani. Le cooperazioni includono i seguenti àmbiti: il comportamento degli elettroni in sistemi a bassa dimensionalità, la comprensione della scala nanometrica, la nanoelettronica, la spintronica, l’ottica, l’optoelettronica, la fabbricazione di dispositivi molecolari in grado di autoassemblarsi”. [2]

Lo ribadiamo: certe spiegazioni possono sembrare inverosimili, ma la fisica quantistica e la nanotecnologia hanno spalancato prospettive che si comprendono solo se si superano visioni convenzionali. L’inquietante e singolare fenomeno dei boati in atmosfera, il parossismo delle attività anche quando non sono necessari interventi sulle condizioni atmosferiche, l’essenza strategica della Biogeoingegneria inducono a ritenere che si debba rispolverare l’aforisma di Eraclito: “La verità è inverosimile”.

La verità spesso poi è insostenibile ed oscura. Tuttavia, dopo un po’ di tempo, gli occhi accecati dalle tenebre, si abituano al buio per ricominciare a vedere.

[1] L'articolo si può leggere tradotto sul numero di ottobre della rivista X Times.

[2] La spintronica è l’elettronica fondata sullo spin. Come scienza, la spintronica studia le strutture elettroniche e di spin dei più svariati materiali. Intesa come tecnologia di memorizzazione ed elaborazione dell’informazione, essa si basa su una sinergia tra l'elettronica ed il magnetismo, proponendosi di affidare allo spin dei portatori la codifica binaria, invece che alla modulazione della carica elettrica. Lo spin dell'elettrone, essendo quantizzato ed avendo solo due configurazioni possibili ("up" o "down"), si presta all'implementazione del codice binario.

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sabato 3 novembre 2012

Pioggia di corpuscoli nel Veronese

L’amico Corrado Penna ha di recente riferito la notizia circa una strana "grandine" caduta a Colognola, in provincia di Verona. Un lettore di "Meteoweb" si è, infatti, rivolto agli “esperti” del sito per segnalare che "ogni qual volta si avvicina una perturbazione, cadono strani chicchi, simili alla grandine ma durissimi. Ciò avviene sempre, trenta o quaranta minuti, prima che cominci a piovere”.

Gli “specialisti” di "Meteoweb" glissano più o meno elegantemente, strabuzzano gli occhi, fingendo di non sapere, di non capire. Ora, non conosciamo la composizione di questi corpuscoli, ma è evidente che il fenomeno è di natura artificiale. E’ sufficiente collegare i puntini. L’avvicinamento di un fronte imbrifero, i dardi chimici che trafiggono i corpi nuvolosi, le diaboliche tecnologie atte a controllare il tempo ed il clima... sono tutti fattori di una manipolazione militare che può spiegare questa ed altre anomalie atmosferiche.

E’ ovvio che è necessario un’analisi per pronunciarsi con sicurezza a proposito della "grandine" caduta a Colognola. Pertanto invitiamo eventuali lettori a comunicarci i risultati di esami ad hoc.

Qualcuno ha ventilato l’ipotesi che quei “chicchi durissimi” potrebbero essere legati alla dispersione di Corexit, il solvente prodotto dalla "Nalco" ed usato nel Golfo del Messico per degradare il petrolio riversatosi nell’oceano in seguito all’”incidente” occorso alla torre di trivellazione, “Deepwater horizon”. La "Nalco" non ha mai voluto rivelare tutti i composti del solvente, trincerandosi dietro il segreto commerciale, mentre l’E.P.A. (l'agenzia per la protezione dell'ambiente) si è pronunciata, concludendo che il Corexit è nocivo per alcune specie marine. Inoltre, sempre secondo l’E.P.A., nessun composto del solvente è privo di tossicità, mentre non si conoscono gli effetti sull’ambiente della mescolanza tra l’oro nero ed il Corexit.

Sia come sia, la grandinata innaturale di Colognala si aggiunge ad altre aberranti e “fortiane” precipitazioni: qui ricordiamo, ad esempio, le piogge rosse cadute nello stato del Kerala (India) e quelle polimeriche di Oakville (stato di Washington, U.S.A.).


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