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venerdì 20 maggio 2016

Meteovendoli



Quando si afferma che il meteo è militarizzato e che le previsioni del tempo non sono "previsioni", ma "decisioni" (vedi, ad esempio, il triste sintagma "innocue velature", usato per giustificare le coperture artificiali), non si vola con la fantasia, ma si afferma il vero!

Il 9 aprile 1865 fu istituito presso il Ministero della Marina un Ufficio centrale meteorologico. Il giorno 1 aprile 1866 una ventina di stazioni meteo costiere cominciò a telegrafare osservazioni meteorologiche all’Ufficio, che creava un collettivo con le rilevazioni provenienti dagli uffici centrali francesi e britannici, trasmettendolo a Genova, Livorno, Napoli, Palermo, Messina ed Ancona. Qui organismi locali emettevano bollettini del tempo. Sino alla fine del 1938, il personale appartenente al Servizio meteorologico era civile, ma la legge n° 900 del 19 maggio 1939 diede il via alla militarizzazione.



Potrebbe trarre in inganno la presenza dei numerosi siti meteo, ma ciò serve solo ad abbindolare il fruitore medio e soprattutto si è rivelato un espediente per raggranellare denaro sonante, pur raccontando fandonie. E' notorio che i gestori di questi portali non hanno alcuna competenza, tanto più che, oggi, con un corso di quindici giorni si può diventare talmente famosi da riuscire pure ad essere catapultati sulle maggiori reti, prevedendo "cieli velati" o amenità del genere, pur essendo dei perfetti imbecilli.

Ecco perché ora, quando si leggono le previsioni di questo o di quel sedicente meteorologo (spuntano come funghi), sappiate che le loro sono solo veline passate dall'Aeronautica militare italiana, con tutto quello che ne consegue...

Insomma, i meteorologi come passacarte.

Ringraziamo l'amico Prank per il suo contributo.


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La guerra climatica in pillole

Le nubi che non ci sono più

Per una maggiore comprensione dei fenomeni legati alla guerra ambientale in corso, abbiamo realizzato l'Atlante dei cieli chimici.

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Range finder: come si sono svolti i fatti

lunedì 2 gennaio 2012

Alluvioni artificiali?

Sit eis terra levis.

Le alluvioni che, con le loro tragiche conseguenze, hanno colpito l’Italia, hanno scatenato le orde dei disinformatori. Essi, del tutto indifferenti alle sofferenze di persone martoriate dai disastri presumibilmente artificiali, anzi di fatto complici delle scelleratezze perpetrate da chi manipola il tempo ed il clima, hanno tentato con alcuni stratagemmi di distogliere l’attenzione dai veri responsabili delle catastrofi. La loro strategia consiste nell’additare il filo d’erba, affinché non si veda la foresta.

Per affrontare il discorso, è necessario in primo luogo considerare l’equazione di Clausius-Clayperon, chiamata in causa tempo fa da un isterico Luca Mercalli. Qui dobbiamo subito notare che il “meteorologo” richiamò l’equazione sullodata in modo strumentale e non del tutto attinente, poiché essa, nell’ambito della termodinamica, mette in relazione la variazione della temperatura di cambiamento di stato relativo ad una sostanza con la modifica della pressione esterna. Dunque sono coinvolti parametri inerenti a valori termici e barici (di pressione), mentre Mercalli aveva collegato l’equazione ipso facto all’umidità atmosferica che, in un luogo o nell’altro, deve pur condensare per dar origine a nuvole foriere di idrometeore. Vero è che la pressione e la temperatura sono correlate alle precipitazioni, ma l’”esperto” avrebbe dovuto essere più rigoroso, laddove evocò la formula più che altro per incutere soggezione nell’uditorio, tacciandolo di ignoranza.

Il bilancio idrico dell’atmosfera implica che, se le piogge si concentrano in un’area circoscritta ed in un tempo limitato, altre regioni rimangono all’asciutto. Dunque si assiste ad una forte discrepanza areale in termini di quantità e di intensità, ossia qui piove moltissimo ed in poche ore, là poco o punto ed in un arco di tempo molto lungo.

Ora il disequilibrio, che si manifesta come estremizzazione dei fenomeni meteorologici, è proprio la causa delle devastazioni cha la cronaca ha purtroppo registrato: straripamenti di corsi d’acqua, frane, alluvioni... E’ inconfutabile: si tende la corda finché essa si spezza.[1]

I negazionisti dell’olocausto chimico-biologico asseriscono che i nubifragi sono tanto rovinosi, poiché manca una saggia gestione del territorio: non viene eseguita la manutenzione degli alvei di fiumi e torrenti; i boschi non vengono puliti da sterpi e detriti, a differenza di quanto avveniva molti decenni or sono; la speculazione edilizia ha ignorato l’assetto idrogeologico… Per una volta siamo, in parte, d’accordo con i disinformatori: infatti non si può contestare che l’aggressione al territorio e l’incuria sono fattori di rischio. Tuttavia non bisogna confondere questi fattori con elementi che risultano, invece, determinanti e scatenanti. È indubbio che fenomeni meteorologici distruttivi sono diventati più frequenti: ammettiamo pure che, in qualche caso, tale intensificazione sia dovuta ad influssi naturali come le tempeste geomagnetiche. Non si può, però, sottacere che esistono prove atte a dimostrare che esistono armi climatiche progettate ed usate per provocare il finimondo. Se già durante l'ormai lontana guerra del Vietnam, gli Stati Uniti attuarono l’ “operazione Popeye”, grazie alla quale i territori indocinesi in cui si annidavano i Vietcong, furono flagellati con piogge torrenziali, vogliamo credere che i militari non siano oggi in grado di creare alluvioni e siccità a comando?

I meteorologi di regime (tra loro, giova ricordarlo, molti sono dei dilettanti) per tentare di spiegare le calamità in oggetto, hanno elaborato dei modelli interpretativi che lasciano un po’ il tempo che trovano. Di per sé tali schemi non sarebbero neppure del tutto errati, ma sono incontrollabili. Infatti si postulano condizioni atmosferiche che potrebbero anche essere del tutto inventate per nascondere l’artificialità del fenomeno. Usare termini tecnici come “celle lineari”, “temporali autorigeneranti”, “linea di groppo”, “correnti di inflow”, “downdrafts” etc. pare un espediente per impressionare e confondere i destinatari, più che un’illustrazione perspicua dei fatti. Intendiamoci: le manifestazioni atmosferiche succitate esistono, ma potrebbero essere anche un effetto di un’alterazione indotta con apparati ad hoc. Già solo lo spostamento delle correnti a getto potrebbe aver determinato una reazione a catena. A proposito delle jet streams, è stato rilevato che, in concomitanza con gli accadimenti calamitosi, la corrente a getto subtropicale pare essersi come spezzata, con un’imponente deviazione verso sud, ossia verso l’area travolta dalle alluvioni.[2] Inoltre le numerose scie chimiche che, nei giorni precedenti il disastro, hanno deturpato il cielo della Liguria avranno pur svolto il loro ruolo. Come interpretare, infine, le “delucidazioni” che i meteorologi si sono affannati a fornire, subito dopo gli eventi? Excusatio non petita, accusatio manifesta.

I fenomeni naturali in verità, quando non sono sostituiti da interventi “umani”, sono forzati per ottenere gli effetti voluti: lo stesso geologo Mario (per gli amici Bario) Tozzi ha dichiarato che gli accadimenti genovesi hanno subìto un particolare rinvigorimento, a causa dell’alta pressione instaurata sui quadranti centro-orientali. Questa zona (un anticiclone indotto con H.A.A.R.P.?) ha premuto sul vortice depressionario, comprimendolo. Tozzi non si è discostato molto dalla realtà: le scie igroscopiche, disposte lungo il fronte orientale della perturbazione, l’hanno schiacciato, aumentandone l’energia. D'altronde le coperture artificiali adempiono questa funzione. E’ come quando si tappa con tutte le forze un recipiente dove continua ad affiuire del liquido: nel momento in cui non si riesce più a turare il contenitore, il liquido fuoriesce con spaventosa potenza.

Non si possono infine ignorare gli strani coni che si sono generati dal Mar Tirreno e dal Golfo di Genova: essi ricordano da vicino la nuvola conica creata dal nulla nel Midwest con un macchinario della N.A.S.A., causa di catastrofiche inondazioni. Si confrontino le immagini satellitari: le somiglianze sono sbalorditive. Tra l’altro, in un’altra mappa, si può osservare una “conchiglia” che si è creata dalla Corsica (Francia), isola sede di una base militare. Nella fattispecie, il cono, che non nasce dal mare e non è alimentato dall’acqua del Tirreno (non può quindi essere attendibile la versione ufficiale delle celle linerari autorigeneranti), si allarga proprio prima verso il Levante Ligure e poi verso il Ponente, tempestati da violente piogge il giorno 5 novembre 2011. E', in questo caso, ipotizzabile l'impiego del Taurus Molecolar Cloud (TMC 65), come testimoniato da diversi cittadini statunitensi.

E’ una questione di economia nell’analisi: invece di ipotizzare un concorso di circostanze atmosferiche avverse, di cui alcune rare (o fittizie?), è più coerente ritenere che siano state impiegate delle micidiali apparecchiature per colpire alcune aree, già vulnerabili, anche se per le Cinqueterre il solito argomento dell’edificazione indiscriminata non si può addurre, poiché i borghi dell’incantevole regione sono ubicati in un territorio in cui oggettivamente, stante l’orografia, è impossibile erigere nuove costruzioni.

La guerra climatica è in corso [3], una guerra non dichiarata contro il pianeta ed i suoi abitanti: è stata dichiarata da una masnada di pazzi criminali.

[1] “L'alluvione di Genova entrerà negli annali climatici statistici per aver stabilito il nuovo record italiano di pioggia nell'arco di un'ora. E' successo alla stazione A.R.P.A.L. di Vicomorasso dove in un'ora sono caduti 181 mm. I 337 mm caduti in tre ore sono anch'essi da primato, ma conteso con Capoterra (Sardegna) nel 2008, dove ne caddero ufficialmente 332, anche se alcune fonti riportano 375. Come totale dell'evento Vicomorasso marca 454 mm (fonte dati ARPAL meteoliguria). Ancor di più è piovuto alla stazione LIMET di Quezzi (quartiere cittadino), 542 mm di cui 403 mm in quattro ore e con massimo orario di 159 mm. Di là da tutte le possibili motivazioni legate all'urbanistica ed all'ambiente, è questa la causa principale dell'alluvione che ha sconvolto i quartieri lungo la Valle del Bisagno, una quantità di pioggia record per intensità e di durata considerevole. Le cumulate entro le quattro ore sono anche superiori a quelle dell'inondazione della settimana scorsa alle Cinque Terre e in Val di Vara..."

[2] Le correnti a getto o jet streams sono flussi ad altissima velocità (circa 20-30 metri al secondo) che si generano tra stratosfera e troposfera, con direzione da ovest ad est, ad altitudini comprese tra 6 e 15 kilometri. La presenza di notevoli variazioni di temperatura in relazione alla latitudine determina forti correnti lungo i paralleli. Tra le jet streams, occorre citare quella subtropicale: essa varia in rapporto alla stagione per quanto concerne sia la posizione sia l’intensità, mentre la quota resta pressoché immutata, intorno ai 12 kilometri. Un’altra corrente a getto è quella associata al fronte polare: tale flusso può cambiare sia la sua posizione sia la direzione. A questo getto sono correlate le perturbazioni che interessano le medie latitudini. Da tempo si sa che tale corrente non è solo un vento, ma anche una sorta di antenna lungo la quale si propagano impulsi elettromagnetici, come le onde di risonanza Schumann. È altresì accertato che è usata dai sistemi H.A.A.R.P.: è quanto sostengono, tra gli altri, gli scienziati tedeschi Bludorf e Fosar.

[3] E' bene evidenziare che il Governo Berlusconi, sotto pressione da diverse settimane, per opera dell'Unione Europea ed in specialmodo della Germania e della Francia, si dimise subito dopo l'ultima alluvione.

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Range finder: come si sono svolti i fatti

domenica 3 aprile 2011

Nebbie di avvezione? No, foschie chimiche!

L’avvezione (dal verbo latino “advehere”, portare verso) è un movimento orizzontale di masse d’aria caldo-umide su regioni molto più fredde: la conseguente condensazione del vapore acqueo negli strati bassi della massa d’aria produce nebbie e piogge di avvezione.

Gli scalcinati ma scaltri meteorologi, avvezzi a mentire ed a raggirare il pubblico, al cospetto delle sempre più frequenti foschie chimiche di ricaduta, sono costretti ad arrovellarsi per spacciare circostanze indotte come fenomeni naturali: ecco allora, oltre alle classiche “innocue velature”, le nebbie di avvezione che, però, si formano solo in concomitanza di un’escursione termica notevole tra zone diverse della biosfera. Dove sono queste sensibili differenze di temperatura tra masse d’aria? Ammettiamo pure che tale situazione possa occorrere al mattino presto, quando i raggi solari riscaldano alcuni strati dell’atmosfera o in caso di forti sbalzi termici ed igrometrici da collegare a variabili meteorologiche di differente natura: è possibile, però, che questi fattori concorrano così spesso a generare caligini di avvezione?

In realtà, sui centri urbani, sulle zone rurali e montane ristagnano, quasi ogni giorno e per tutta la giornata, maleodoranti nebbie che sono la conseguenza diretta e palese delle operazioni chimico-biologiche: la visibilità è ridotta, il cielo è di un celeste pallido, l’aria è irrespirabile e pregna di veleni, la luce solare è appannata.

Tutto ciò non è normale! Eppure lo sdolcinato meteorologo matuziano, curando una rubrica sulle decisioni del tempo all’interno di una rete locale, ha trovato l’impudenza per definire le patine chimiche “nebbie da avvezione” (sic). Nebbie di avvezione? Sì, certamente: solo un cervello e dei sensi annebbiati come quelli del Pelide Achille possono vederle.

Fonte: Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, s.v. avvezione





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Range finder: come si sono svolti i fatti

martedì 7 settembre 2010

Dizionario del meteorologo disinformatore

In questi ultimi anni, in concomitanza con l'esecranda operazione scie chimiche, un po' alla volta, non solo i fenomeni meteorologici sono stati contraddistinti da sempre più frequenti anomalie, ma anche il linguaggio delle previsioni ha subìto una paurosa metamorfosi. Ciò rivela, senza ombra di dubbio, la malafede di quegli "esperti" che, succubi dei militari, padroni del clima, hanno dovuto adeguare concetti e termini alla nuova situazione.

Ormai la cricca dei meteorologi impiega dunque un linguaggio cifrato per preannunciare le attività di irrorazione chimico-biologico. E' un lessico che, con il passare del tempo, ha sostituito quasi del tutto le normali espressioni della disciplina. Non solo, tale codice è ormai completamente avulso da un'analisi dei fenomeni all'origine delle varie condizioni meteorologiche. Si noti l'assenza del riferimento, durante i bollettini di guerra, alle perturbazioni, alle aree di alta o bassa pressione, ai fronti nuvolosi, alla circolazione atmosferica… : il tempo non è più esaminato nel suo sviluppo temporale e spaziale, ma dato come un insieme di circostanze de facto. Sole, precipitazioni, direzione dei venti, moto ondoso, temperature, umidità etc. non sono ascritti a cause più o meno precise o all'interazione di diversi fattori, ma sono semplicemente enumerati in modo arido e non consequenziale. L’unico criterio è quello che si fonda su un banalissimo movimento da nord a sud. Si susseguono piatte ed insignificanti elencazioni: tanti anni di studio dedicati alla fisica dell’atmosfera per ripetere ogni giorno, con voce anodina ed un vocabolario povero sin quasi all’afasia, i soliti luoghi comuni, come fosse l’oroscopo di un rotocalco popolare.

Vero è che questa spaventevole degenerazione, che ha snaturato i metodi di previsione, si confà alla povertà culturale e soprattutto alla superficialità del pubblico che segue i weather reports, non perché attratta da manifestazioni naturali di incredibile bellezza e di sublime grandiosità, ma in quanto solamente interessata a sapere se la vacanza o la gita fuori porta della fine settimana sarà "rovinata" dalla pioggia.

Accade ben di peggio: interi periodi di villeggiatura sono trascorsi sotto cieli chimici con una luce pallida e tra nebbie di ricaduta. Sono grotteschi quei servizi televisivi in cui sono inquadrati allegri turisti che, distesi sulla sabbia o sdraiati sulle chaise-longues, sono sovrastati da una volta grigiastra, mentre, a causa della foschia, non si intravede neanche l’orizzonte. Alcuni villeggianti, pur ignorando il problema delle chemtrails, istintivamente si accorgono che qualcosa non quadra. Vessati da vigili che elevano contravvenzioni per divieto di sosta, anche quando l’automobile sconfina di un centimetro dalla riga del posteggio, stremati dal traffico e dalla confusione dei centri balneari, svenati da certuni esosi negozianti, quando per giunta fiutano che le decantate spiagge del Mediterraneo sono una tetra e mefitica palude, mandano al diavolo albergatori e sindaci ruffiani.

Che cosa pensare poi di quei pieghevoli e delle cartoline che immortalano obbrobriosi panorami con una sarabanda di scie tossiche?

Vediamo ora quali sono le parole e le diciture ricorrenti, vomitate dalle bocche mendaci dei meteo-disinformatori. Ad ogni unità linguistica segue la traduzione-definizione. Insomma, trasformiamo la lingua invertita di Orwell in italiano.

Anomalous brown cloud - E’ una densa bruma di colore giallastro contenente veleni di ogni tipo (dal biossido di zolfo che le conferisce il colore livido, all'alluminio, dal bario al piombo etc.). Il tutto è mischiato alle polveri sottili, agli scarichi industriali, alle emissioni dei mostruosi "termovalorizzatori" e degli impianti di riscaldamento. Ne risulta una poltiglia chimica micidiale che era ignota anche negli anni dell'industrializzazione e dell'urbanizzazione più spinte.

Cielo lattiginoso - Vedi il lemma “cielo velato”.

Cielo velato - Coincide con la patina che adombra la luce solare: questa copertura è creata dai numerosi passaggi a bassa quota degli aerei, una volta che le varie scie si amalgamano a creare un uniforme strato lattiginoso.

Cirri spissati - Geniale trovata linguistica dovuta alla fervida fantasia del meteorologo Ugo Betti ed adoperata per spacciare scie a quota medio-bassa per cirri, la cui genesi e morfologia non trova riscontro in alcun testo scientifico.

Cirrus aviaticus - Letteralmente "cirro della nonna", ma tale sintagma, nell'infinita ignoranza dei “profeti del tempo”, dovrebbe denotare nuvole filiformi, simili ai cirri, generate, secondo i ciarlatani, dalle scie di condensazione: in realtà sono scie velenose che tendono ad espandersi, dopo essere state rilasciate dagli aerei della morte. Sembra che questo barbaro e mistificante neologismo sia stato ideato dalla N.A.S.A.

Innocue velature - Famigerata ed abusata dicitura che denota le scie chimiche durevoli o effimere nonché la loro progressiva trasformazione che causa l’offuscamento del cielo. Ogni qual volta questa espressione viene pronunciata, è certo che nelle ore successive incroceranno decine e decine di velivoli per imbrattare il cielo e contaminare l’intera biosfera. E’ ovvio che di “innocuo” queste cosiddette “velature” non hanno alcunché, essendo perniciose come tutte le irrorazioni.

Nebbie diffuse - Sono caligini artificiali spesso costiere e che ristagnano nonostante la scarsa umidità. Queste nebbie si formano anche in quelle zone dove tale fenomeno era un tempo assai raro.

Nubi stratificate in quota - Sono falde chimiche. E’ un’espressione ingannevole ed insulsa, perché “in quota” non ha alcun significato, se non si precisa l’altitudine. I meteo-disinformatori impiegano certi lessemi un po’ come don Abbondio usa il latinorum, per confondere l’interlocutore e suscitare in lui un senso di inadeguatezza.

Nuvole collose - E’ un sintagma tra i più balordi. Designa nubi dall’aspetto e dalla consistenza del tutto innaturali sempre create dai militari e risultato spesso di trattamenti elettromagnetici.

Nuvole senza fenomeni - Sono orridi nembi chimici da cui naturalmente non cade neanche una stilla di pioggia.

Nubi alte e sottili - Scie tumorali rilasciate a quote medio-basse. Da rilevare come i meteo-disinformatori cerchino di convincere il pubblico che si tratta di formazioni di alta quota, laddove è vero il contrario. E’ il consueto stravolgimento orwelliano della lingua.

Nubi stratificate in quota - Vedi “Nubi alte e sottili”.

Piogge sparse o piovaschi sparsi - Debolissime e venefiche precipitazioni, miseri relitti di perturbazioni imbrifere che sono state quasi del tutto neutralizzate. La genericità del verbo “sparse” assicura la precisione del pronostico meteorologico, perché è quasi certo che qualche sparuta goccia qua o là cadrà.

Temporali di calore - E’ questa una locuzione della vera meteorologia, ma applicata in modo capzioso ed a sproposito, per preannunciare improbabili rovesci soprattutto in montagna dovuti al notevole calore pomeridiano in vicinanza del suolo. Questi temporali sono molto rari nelle aree pianeggianti, ma un po’ più frequenti sui rilievi. In ogni caso, è necessario che l'atmosfera in quota sia, anche se debolmente, perturbata, altrimenti le eventualità che si scateni l’acquazzone sono pressoché nulle. Per via degli interventi che stravolgono di continuo i parametri naturali, i temporali di calore sono diventati del tutto straordinari. Le espressioni corrette ormai quasi eclissate dalla neo-lingua meteorologica servono a conferire una parvenza di normalità alla descrizione di un tempo ormai completamente manipolato e deciso a tavolino.

Velature innocue - Vedi il lemma “Innocue velature”.

Velature di passaggio - Come sopra.

Velature traslucide - Neologismo di RAI News 24.

Visibilità discreta - Indica una visibilità talmente ridotta che non ci si orienta ad un palmo dal naso, a causa delle nebbie composte per lo più da biossido di zolfo.








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domenica 16 maggio 2010

Scie chimiche e crollo dell’umidità

Passata la festa, gabbato lo santo.

Il 4 maggio 2010, tra gli altri argomenti, il programma trasmesso da Italia 1, "Mistero", ha trattato la questione "scie chimiche". Per i due giorni successivi, le attività di aerosol clandestino si sono interrotte, come per miracolo, in tutta Italia. Gli avvelenatori, consci del fatto che molti cittadini, con l’osservazione, avrebbero cercato conferma delle dichiarazioni all'interno di "Mistero", per non dare nell'occhio, non hanno usato gli aerei chimici: si è potuto così finalmente ammirare, dopo tanto tempo, un cielo azzurro intenso e con una profondità ormai divenuta uno sfocato ricordo. Si sono formate delle nuvole naturali, per lo più cumuli che, pur di notevoli dimensioni, non hanno offuscato i raggi solari. Una luce adamantina, infatti, ha reso i colori del paesaggio brillanti ed i contorni netti.

A queste constatazioni empiriche, di per sé significative, ma non probanti, si devono aggiungere dei dati oggettivi utili a testimoniare in modo inoppugnabile che, non appena le operazioni chimiche sono sospese o diradate, i parametri meteorologici (umidità relativa, radiazione solare etc.) tendono ad assestarsi sui valori delle medie stagionali. Si considerino, ad esempio, i valori igrometrici rilevati in alcune località della Liguria sia del litorale sia dell'entroterra: si noterà che l'umidità atmosferica ha toccato livelli alti o altissimi. Questo suffraga le acquisizioni di vari ricercatori e scienziati, tra cui l'astrofisico Paolo C. Fienga, che, tempo addietro, notava un drastico e repentino crollo dell'umidità in concomitanza con le operazioni chimiche. L'aria diventa asciutta anche in località costiere un tempo molto umide, mentre si genera una foschia biancastra che, a poco a poco, vela il sole.

E' quindi evidente che spesso le scie hanno una funzione igroscopica, funzionale più che al controllo dei fenomeni meteorologici, a programmi di tipo militare: l'umidità attenua, infatti, la trasmissione dei segnali elettromagnetici.

Purtroppo, confidando nella superficialità dei telespettatori, rimasti con il naso all'insù solo per qualche giorno, gli artefici dell'operazione “scie chimiche” hanno ripreso i voli, prima alla chetichella, quindi in modo sfacciato: la situazione è presto precipitata. Attualmente si assiste ad uno spaventoso crescendo delle attività chimico-biologiche con il solito infernale corollario, a base di pseudo-cirri a forma di uncino o di serpente, nebbie sulfuree, ronzii di elicotteri, sinistri e rimbombanti aerei C-17 ed A-330 a bassa quota…


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venerdì 18 dicembre 2009

Nubi fantasma in Germania

Pubblichiamo un ampio stralcio di un articolo elaborato dai due scienziati tedeschi Grazyna Fosar e Franz Bludorf, di cui in Italia è stato tradotto ed edito un solo saggio, ossia "L’intelligenza in Rete nascosta nel D.N.A.", Diegaro di Cesena, 2007. L’excerptum concerne un caso importante nella storia delle scie chimiche, ossia l’osservazione, in due circostanze, di strane formazioni nuvolose per opera del meteorologo tedesco Jorg Asmus [ VIDEO ]. Come fu appurato in seguito, erano scie generate da aerei militari che avevano rilasciato enormi quantità di chaff (fibre di alluminio impiegate per confondere i radar), nell’ambito di un’esercitazione che sia la N.A.T.O. sia le Forze aeree tedesche negarono di aver mai compiuto, contro ogni evidenza. Sebbene gli autori, noti per aver studiato anche H.A.A.R.P. ed il suo collegamento con le alterazioni delle correnti a getto, si premurino, temendo di sbilanciarsi, di affermare che la dispersione di chaff non è attinente con le chemtrails, va precisato, invece, che si tratta di una delle tante forme di avvelenamento della biosfera, come le piogge artificiali provocate dal tossico ioduro d’argento.

In alcuni studi svolti in tempi successivi (in seguito alle segnalazioni del meteorologo Gunther Tiersch - meteo ZDF del 14/01/2009) ed eseguiti dal Professor Hans Juergen Hoffmann,
risultò quanto segue:

"Dalle analisi risulta che le componenti principali sono alluminio, silicio, magnesio, calcio e boro. Sembra un normale materiale di vetro. Con ulteriori metodi di analisi abbiamo cercato di definire gli altri contenuti metallici e siamo arrivati a 60% di alluminio e 40% di vetro. Da sottolineare l’alto contenuto di alluminio che dovrebbe essere minore. Le fibre sono rivestite di alluminio. Si tratta di E-Glas, una variante di vetro economico. Le misurazioni evidenziano che lo spessore non è come ufficialmente dichiarato, ovvero di 100 micrometri ma di 25, quindi molto inferiore. Come tutte le fibre di vetro anche queste tendono a rompersi con facilità e se non sono protette, si frantumano in piccoli pezzi. Il fatto che siano rivestiti di alluminio, riduce in un certo qual modo la loro fragilità, ma non in maniera significativa".

Ringraziamo Mr.X per la traduzione.

Almeno in un caso i manipolatori del tempo hanno commesso un errore che ha permesso agli scienziati di svelare il loro inganno. Avvenne il 19 luglio del 2005, quando il meteorologo Jörg Asmus del Servizio meteorologico tedesco, durante un bollettino sul tempo, fece un'osservazione strana. Egli rimarcò che, nella regione del Mare del Nord, il radar meteorologico mostrava una struttura ondulata che si spostava verso est, aumentando notevolmente di lunghezza, fino a dipanarsi per diverse centinaia di chilometri fino al Sauerland. Allo stesso tempo da nessuna parte delle zone coinvolte caddero precipitazioni come si sarebbe atteso con una tale copertura nuvolosa. Asmus chiese le immagini satellitari del periodo e queste portarono ad un'altra sorpresa: sulle immagini satellitari non si vedeva alcunché.

La striscia strana di "nuvola fantasma" non era visibile sull'immagine satellitare. Che cosa aveva registrato il radar meteo? Echi di radar sono causati da riflessioni di radiazioni elettromagnetiche (raggi radar) su materia solida. In questo modo, si vedono non solo gli aeromobili o altri velivoli sugli schermi radar, ma anche le nuvole che in realtà sono composte da piccole gocce d'acqua o cristalli di ghiaccio nonché nuclei di condensazione da cui il fascio radar viene ugualmente riverberato. In questo caso, però, “qualcosa” dovette aver prodotto l’eco radar che per l’occhio nudo (ma anche per il satellite) era rimasto invisibile!

Un difetto radar meteo poteva essere escluso. La “nube fantasma” fu segnalata da diverse stazioni meteorologiche. Echi di disturbo, come, ad esempio, le cime delle montagne o altri grandi oggetti fisici, sono stati esclusi, visto che la nube si muoveva, seguendo la corrente dominante verso l’est pianeggiante o collinare. A causa dell’imponenza del fenomeno non poteva trattarsi di cherosene di aerei, di stormi di uccelli o di emissioni industriali.

Doveva trattarsi di una nube artificiale composta da particolato sospeso nell'aria, per esempio, di alluminio, plastica o fibra di vetro. Questo particolato deve essere stato abbastanza grosso da fungere da nuclei di condensazione per la formare la nuvola ed abbastanza piccolo in modo da restare un paio d'ore in aria. Questo particolato esiste. Si chiama “chaff” ed è rilasciato dalle forze armate in atmosfera. Scopo dell'esercitazione è quello di creare proprio questi falsi segnali sugli schermi radar in caso di emergenza, ovviamente, per ingannare un potenziale nemico.

Il controllo del traffico aereo tedesco non rilevò alcun tipo di interferenza nello stesso periodo, dal momento che opera su una frequenza diversa da quella del radar meteorologico. La N.A.T.O. e la Bundeswehr declinarono ogni responsabilità.

I meteorologi del Servizio Meteo Tedesco, tuttavia, non si arresero e compirono simulazioni di calcolo con sistemi informatici ad hoc. Si riscontrò che, con le condizioni di pressione atmosferica e del vento rilevate, un rilascio di tale chaff produceva una nube come quella osservata, con l’immissione di tonnellate di particelle per ottenere un effetto su larga scala. Con una simulazione al computer è possibile elaborare dei modelli, ma ci chiediamo se tali modelli si possano tradurre nella realtà.

Jörg Asmus pubblicò un articolo in una rivista scientifica con il titolo provocatorio "Oggetti volanti non identificati nella schermata radar?". Nel suo studio discusse in dettaglio le osservazioni e tutte le spiegazioni possibili, giungendo alla conclusione che fu compiuto qualche esperimento militare segreto. Con questa pubblicazione mise in fibrillazione l’establishment meteorologico tedesco.

Il servizio privato Meteo on line Donnerwetter.de presentò una denuncia contro ignoti al procuratore distrettuale per manipolazione illegale del clima, basandosi sulla Convenzione delle Nazioni Unite. Quando si manifestò nuovamente, nel marzo del 2006, una "nuvola fantasma" sopra la Germania, fece udire la sua voce anche il meteorologo Joerg Kachelmann (una specie di Luca Mercalli italiano, n.d.r.). Con un attacco senza precedenti contro i suoi colleghi scienziati, cercò di rendere ridicola tutta la discussione sulle “nuvole fantasma”. Accusò Karsten Brandt ed i suoi collaboratori di frode. Secondo lui, essi avevano ingannato il procuratore pubblico con la loro denuncia. Nonostante la piattaforma pubblica che Kachelmann aveva scelto per il suo attacco, presentò le sue controdeduzioni in forma “scientifica” non comprensibile per un non meteorologo, ma le sue pseudo-argomentazioni furono respinte da Joerg Asmus in quanto infondate. Ormai il caso aveva creato un gran polverone in modo che alcuni politici cominciarono ad interessarsi della questione.

Il deputato Ralf Briose (Alleanza 90/Verdi), in un’istanza avanzata al Parlamento di Hannover ed al governo della regione della Bassa Sassonia, chiese di chiarire la causa dello strano fenomeno. Poiché le domande del deputato erano troppo specifiche ed i politici non sarebbero stati in grado di rispondere, la richiesta passò alla Bundeswehr (Forze militare federali).

La Bundeswehr rispose all’interpellanza nel modo seguente: “La Bundeswehr non ha eseguito sperimentazioni che abbiano potuto provocare un tale fenomeno". Per la nube del 19 luglio 2005, la Bundeswehr dichiarò di non avere dati disponibili. Per il periodo della seconda "nube fantasma" la notte del 22 al 23/3/2006 ammise, però, che si era svolta un'esercitazione militare durante la quale fu rilasciata una "piccola quantità di chaff (400 km di lunghezza - sic!) che si dissolse dopo circa un'ora”.

Secondo i meteorologi, questo non era affatto sufficiente per spiegare la nube osservata (dimensioni e persistenza). Comunque l'esercito confermò, nella sua relazione, le conclusioni di Joerg Asmus e cioè che soltanto sostanze di tipo militare come le chaff potevano di produrre i segnali radar osservati.

Anche se soltanto in quell’occasione, a Joerg Kachelmann "fu tolto il vento in poppa", benché Kachelmann non abbia rivisto le sue affermazioni.

Allo stesso tempo la Bundeswehr confermò quello che i meteorologi già sapevano: per una nube come quella del 19 luglio 2005 dovevano essere state rilasciate tonnellate di particolato. La Bundeswehr non sarebbe stata in grado - secondo le loro dichiarazioni - né dal punto di vista tecnologico né logistico di rilasciare una tale quantità di chaff. (Sarà stato Babbo Natale… n.d.r.)

Chi fu dunque?

Che la nube fantasma si formò è dimostrabile e, sulle cause, scienziati e personale militare (con poche eccezioni di poco conto) sono concordi.

Quali potrebbero essere stati i fini reali del rilascio di tali enormi quantità di chaff?



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CHEMTRAILS DATA

Range finder: come si sono svolti i fatti

lunedì 16 febbraio 2009

Clamoroso lapsus dei servizi meteo: ammissione indiretta delle chemtrails

Le previsioni meteorologiche del quotidiano La Repubblica.it, per il 16 febbraio e per la settimana in corso, contengono un lapsus calami o un messaggio obliquo? Nel bollettino si citano "masse d'aria artica pilotate" (!!!). Mai verbo, "sono state pilotate", fu più esplicito! E' così: infatti, come ormai appurato, si può affermare che i militari controllano il tempo e persino il clima per un buon 90 per cento dei casi sicché ormai l'espressione "previsioni del tempo" è obsoleta, essendo calzante la dicitura "decisioni del tempo". Come avevamo presagito, il testo è stato prontamente ed "inspiegabilmente" rielaborato: il verbo "pilotare" non è scomparso, ma è stato inserito in un contesto che si riferisce, all'apparenza, a fenomeni naturali. Di seguito riportiamo le due versioni del bollettino: la prima è quella che abbiamo salvato, avendo previsto una sollecita "rettifica". Ringraziamo la gentilissima Eshin per la preziosa e tempestiva segnalazione.

Evidenziamo che la giornata del 15 febbraio 2009 ha rappresentato un picco improvviso delle attività clandestine di aerosol sul territorio italiano, dopo l'inusuale pausa verificatasi il giorno 14. Prova ne è che le mappe satellitari Aeronet sono state manipolate per nascondere lo scempio chimico.



Testo originale [ link ] [ freezeepage backup ] [ pdf ]

Lunedì 16 Febbraio Mattina - La previsione

La discesa di aria fredda che negli ultimi giorni ha interessato la nostra Penisola, sta lentamente transitando verso est. Masse d'aria artica, entro la profonda saccatura, sono state pilotate sul bacino del Mediterraneo, causando una diffusa instabilità in particolare al Sud e sulle regioni adriatiche con nevicate sino a quote di pianura o bassa collina. Domani, correnti più umide in arrivo, sospingeranno verso la nostra Penisola un veloce seppur modesto sistema nuvoloso in arrivo dalla Francia, recando qualche debole fenomeno sulle Tirreniche. La posizione troppo defilata dell'alta pressione in Atlantico non lascia però spazio ad una ripresa della stabilità atmosferica tanto che la nostra Penisola, risulterà ancora vulnerabile agli attacchi delle correnti fredde in arrivo dall'est Europa. Martedi, sera, infatti, è atteso l'ingresso di un nucleo di aria gelida sulle regioni Nord orientali e successivamente su quelle Adriatiche centro meridionali.


Testo modificato [ link ] [ freezeepage backup ] [ pdf ]

Lunedì 16 Febbraio Mattina - La previsione

Un vasto campo anticiclonico, continua ad estendersi sul comparto occidentale del Vecchio Continente, proteggendo l'Europa dalle intrusioni atlantiche. Di contro, fredde masse d'aria continuano a discendere sul suo bordo orientale, continuando a penalizzare il tempo sui settori orientali nonchè anche sul nostro comparto adriatico. Un minimo depressionario andrà generandosi sull'Alto Adriatico, scivolando poi rapidamente tra Mercoledì e Giovedì lungo il versante orientale dell'Italia. Precipitazioni sparse, di conseguenza, tra Martedì sera e Giovedì mattina al Centrosud, in particolare su basso tirreno e versante adriatico, dove la neve cadrà sin verso il piano, eccezion fatta per il Salento. Ai margini della perturbazioni le regioni settentrionali, dove il sole si alternerà alle nubi, ma senza il rischio di precipitazioni. Temperature che subiranno un sensibile calo, a causa dell'intrusione fredda da est, con gelate diffuse in nottata e nelle prime ore del mattino sia in montagna che in pianura. Da giovedì un miglioramento è atteso anche sulle adriatiche ed al Sud, anche se tuttavia una blanda variabilità persisterà, alimentata dalle correnti nord orientali pilotate dalla depressione in allontanamento verso i Balcani.



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TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale

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Range finder: come si sono svolti i fatti

mercoledì 16 aprile 2008

Il punto della situazione: dieci domande agli esperti

Il Comitato regionale sardo per la sensibilizzazione sulle scie chimiche, ha pubblicato un corposo e significativo documento intitolato Il punto della situazione: dieci domande agli esperti. E' un testo di grande rigore scientifico, al cui confronto risultano ancora più puerili i balbettii di pseudo-scienziati che si cimentano, in verità con risultati penosi, nel goffo tentativo di negare la realtà delle scie velenose. E' uno studio da leggere e rileggere e su cui ponderare a lungo.


Leggi qui il documento in formato pdf.


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domenica 30 marzo 2008

Le menzogne dei meteorologi

Il Colonnello Costante De Simone ci ammannisce come scie di condensa quelle che, invece, sono scie chimiche e descrive le chemtrails viste da satellite come "scie di condensa stratosferiche"(!). Peccato che le cose non stiano in questi termini, visto che nella stratosfera i valori di umidità relativa sono bassissimi e quindi inidonei alla formazione delle contrails!

Il materiale volutamente non proposto nella trasmissione del 19 marzo 2008, Voyager, viene quindi qui mostrato come confutazione alle mendaci affermazioni del Colonnello De Simone.

Questo filmato restituisce dignità al lavoro dei ricercatori indipendenti, evidenziando le menzogne pseudoscientifiche dei militari e dei loro portavoce.
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