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sabato 5 marzo 2016

Controinformazione?



E’ invalso il termine “controinformazione” all’interno dell’ambito in cui operano ricercatori e cronisti indipendenti. La controinformazione controbatte le versioni di regime e confuta le bugie dei media ufficiali. Ci chiediamo: è un vocabolo idoneo? Nel linguaggio corrente si può accettare, ma, se intendiamo essere precisi, dobbiamo definire l’insieme delle notizie e delle indagini veritiere “informazione”: essa è contrapposta all’accozzaglia di menzogne e mistificazioni propalate dagli organi governativi: questa congerie è, a pieno titolo, senza tema di smentita, disinformazione allo stato puro. I “giornalisti“ mainstream ora inventano i fatti ora li distorcono ora li nascondono: riportano comunque le veline delle agenzie di stampa.

Leopardi nota nello Zibaldone che, nell’età delle gazzette, la cultura tende ad evaporare nell’informazione. L’osservazione è intelligente: infatti anche l’informazione più onesta è pur sempre un regresso rispetto alla cultura, giacché la prima è ancorata al qui ed ora, proiettata verso la cronaca, dimentica delle dinamiche storiche più profonde. L’uomo di oggi è attratto dai “fatti”, è curioso di aneddoti, ma non sa e non vuole inquadrarli in un contesto generale né comprende che l’interpretazione trascende il mero resoconto degli eventi, perché l’esegesi cerca di definire la cornice socio-economica e conoscitiva in cui si situano gli avvenimenti.

Informare significa in ultima istanza dare una forma a qualcosa ed è diverso da formare che implica un processo educativo. Comunque la forma è nella sua essenza un paradigma, un modello, una categoria aristotelica: come tutte le categorie, aiuta a classificare i fenomeni, ma tende ad appiattirli, li priva di sfumature.

Visto, però, che viviamo tempi degeneri dominati dalla censura e dal negazionismo, se si è capaci di informare in modo corretto ed esauriente, è già un buon risultato. Per conseguire tale obiettivo, è necessario aggiornarsi, osservare, rilevare e catalogare i cambiamenti: è lodevole l’iniziativa del consigliere abruzzese Ermanno Giorgi che ha proposto un ordine del giorno sulla geoingegneria criminale, ma, nel suo intervento e nelle interviste rilasciate ai pennivendoli, è incorso in qualche errore concettuale, ad esempio evocando aerei misteriosi che rilasciano le scie tossiche. Come abbiamo dimostrato, i velivoli impegnati nell’avvelenamento planetario sono, nella stragrande maggioranza dei casi, vettori civili: queste unità usano carburanti ed additivi speciali. L’imprecisione cui si accennava purtroppo rischia di prestare il fianco agli attacchi dei negazionisti che approfittano di una sola inesattezza per "demolire" in modo indiscriminato tutte le argomentazioni e le prove addotte dagli scienziati. E’ necessario quindi essere al passo con le acquisizioni più recenti, con gli sviluppi del tema, basandosi sugli studi degli specialisti più che su dati empirici.

E’ anche auspicabile un approccio improntato a rigore ed obiettività, eludendo nel contempo slittamenti emotivi ed ideologici. Si agisce in un campo minato, pieno di insidie, accerchiato dalla cricca dei depistatori, ma pure disseminato di falsi ricercatori liberi, i cosiddetti gatekeepers, di infiltrati, di agenti di controllo. Stiamo attenti a costoro che divulgano mezza verità per insinuare pericolose e subdole invenzioni, per screditare con i loro eccessi o la loro ambiguità, il gruppo degli investigatori veramente autonomi.

Infine bisogna evitare di personalizzare gli argomenti, di idolatrare astuti messaggeri, latori di messaggi distorti, forvianti. L’abitudine più diffusa è proprio quella di cercare dei totem, ad esempio Leonardo di Caprio, e di dar credito alle loro mistificazioni, perché “l’ha detto lui che è una brava persona e non può mentire”. Siamo ancora all’ipse dixit, al principio di autorità, sennonché questa autorità non è più Aristotele - che resta un filosofo importante, anche se non è la verità personificata - ma un attorucolo o un calciatore, personaggi circonfusi di carisma, ma al servizio del sistema. Sono burattini ventriloqui, fantocci radiocomandati.

Occorre discernimento: impariamo a separare il contenuto dall’autore, valutiamo ogni asserzione, setacciamola, scrutiamola al microscopio, distinguiamo il vero dal falso, il plausibile dall’improbabile. Usiamo l’intuito, oltre al ragionamento. Prima di giungere ad una conclusione, analizziamo con scrupolo il problema, senza essere precipitosi né sensazionalisti. Ricordiamoci che” non esistono poteri buoni”, mai e che le verità non ci sono fornite su un piatto d’argento, ma sono il frutto di un percorso lungo e faticoso. E’ questo l’unico modo per dimostrare di essere teste pensanti e non teste di legno.


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venerdì 6 febbraio 2015

Gianni Lannes è un gatekeeper?

Tempo addietro Gianni Lannes decide per conto suo che UN MILIONE di cittadini si devono riunire tutti a Roma per protestare contro le attività di aerosol clandestine. Reputiamo l'idea bislacca ed anzi ci irrita il fatto di essere stati tirati in ballo, insinuando che, se non vi partecipiamo, significa che...

Pensiamo: "A che gioco gioca Lannes? Chi vuole delegittimare e perché? Cui prodest?". Oltre tutto l'indetto sit-in non ha ricevuto l'autorizzazione per opera della Prefettura.

Già mesi prima in un suo articolo, pubblicato sul blog "Su la testa", sembra si voglia avvalorare la tesi delle fantomatiche scie di condensazione e questo episodio comincia a far serpeggiare qualche sospetto in merito a chi realmente gestisce il blog di Gianni Lannes.

Successivamente a quegli strani eventi, il "giornalista investigativo" si rende protagonista di alcune dichiarazioni sopra le righe, nelle quali il target da screditare è sempre, guarda caso, Marcianò. Fingiamo di non capire e lasciamo correre. A metà maggio 2014, sempre sul blog "Su la testa", viene pubblicato un messaggio privato del Dottor Stefano Montanari, il quale, senza mezze misure e dopo essere scampato ad una nostra querela (fatta evaporare da qualche PM compiacente), spara a zero su Marcianò. Poi, come suo solito, Lannes nasconde la mano... cancella l'articolo ed anche in quel caso la cosa finisce lì. Lo ignoriamo. Per quale motivo, però, Lannes pubblica le spericolate asserzioni di Montanari? Forse perché così qualcuno le legge e si forma un'opinione errata...

Nel mese di giugno 2014, sempre volendo ignorare di aver compreso da che parte sta davvero Lannes, gli scriviamo e gli chiediamo se vuole partecipare, con un'intervista sul tema, alla realizzazione del documentario "Scie chimiche: la guerra segreta". Il Nostro non risponde nemmeno...

Poco tempo dopo la pubblicazione del documentario, Lannes denuncia un attentato incendiario a suo danno. Scopriamo tuttavia che un rogo si è verificato, ma in fiamme è andata una vettura di un esponente del comune in cui risiede il giornalista e le foto sono quelle di un sito web locale. Qualcosa non quadra. Fatto sta che il reporter rimuove l'articolo dal suo blog.

Ora costui annuncia ai quattro venti che è di prossima pubblicazione il volume, edito da "Arianna Editrice", "Scie chimiche: la guerra segreta". Il titolo è sin troppo simile a quello del documentario di "Tanker Enemy". Il motivo? Un'operazione di marketing? Lasciamo al lettore le ovvie conclusioni.

Ed ecco, signore e signori, che Gianni Lannes getta finalmente la maschera: il 5 febbraio 2015 pubblica il seguente scartafaccio, usando un nome di comodo (Giulio Bianchi), dal titolo inequivocabile:

"MARCIANO', MARCIASI': MARCIACHI?

Attenzione agli esperti da cameretta. In Italia, a parte i negazionisti delle scie chimiche, c'è qualche mister "so tutto io", che si arroga il diritto di monopolizzare l'argomento guerra ambientale. A parte il vittimismo conclamato ed esibito ad ogni giro di giostra, sul predetto argomento una premiata ditta le spara sempre più grosse. Questi novelli profeti da condominio sgomitano e sbraitano sempre più per un briciolo di notorietà. Recita l'adagio: "scherza con i fanti ma lascia stare i santi". A buon intenditore poche parole". E ora fuori dai piedi!"

Analizziamo il lessico del testo. Vediamo che in esso compaiono termini usati sino alla noia dalla disinformazione organizzata e questi sono: "cameretta", "premiata ditta", "vittimismo", "novelli profeti da condominio"...

Leggiamo che cosa scrive Task Force Butler al secolo Federico De Massis. Prendiamo un messaggio a caso inviatoci tra le centinaia di comunicazioni intimidatorie e persecutorie ed in cui, per conoscenza, sino dal 2011, è incluso il destinatario "Gianni Lannes".

"Eh sì, decisamente la puzza di merda che si alza dalla cameretta in quel di Sanremo sta appestando l'intera Europa".

Capito? Ora è chiaro un concetto: il blog "Su la testa" è un blog civetta e Gianni Lannes, di conseguenza è un gate keeper [1]. Non credete sia vero? Ne trarrete conferma dalle sue prossime reazioni e da quelle che, a tutti gli effetti, sono suoi collaboratori tra cui un personaggio di notevole peso.

[1] "Gatekeeper" significa letteralmente "guardiano del cancello": il vocabolo designa, nel lessico della comunicazione in Rete o più in generale dei media, un blogger, un autore, un giornalista che, fingendo di informare in modo obiettivo e con l'apparente intento di denunciare problemi scottanti, mescola abilmente menzogne e mezze verità per catturare il consenso di lettori ed attivisti. Dopo aver ottenuto consenso, pilota l'opinione pubblica verso pseudo-verità o la distoglie dai problemi veri per enfatizzare aspetti secondari. Il gatekeeper è una specie di pastore che lascia pascolare il gregge in un recinto un po' più ampio di quelli normali, illudendo le pecore di essere libere. Emblematico è il caso di Adam Kadmon, un ingannevole e fraudolento paladino di un'opposizione "voluta ed autorizzata dal sistema".


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lunedì 5 maggio 2014

Guerra infinita contro l’umanità ed il pianeta

Il giornalista investigativo e scrittore Gianni Lannes denuncia la militarizzazione del pianeta e la squallida subalternità dell’Italia al complesso militare-industriale. Ormai gli stati nazionali hanno perso quasi del tutto la loro sovranità: si pensi al governo italiota che deve sottoporre il suo scalcinato documento di programmazione economica e finanziaria all’imprimatur europeo. L’Unione europea ed i poteri internazionali (F.M.I., Banca dei regolamenti internazionali, Banca mondiale etc.) tengono in pugno i singoli paesi e li obbligano a seguire devastanti politiche di “austerità”, anzi di declino pianificato.

L’Italia, pur ripudiando a parole la guerra, è impegnata in quelle che, con ipocrita eufemismo, sono definite “missioni di pace” o “azioni di peace keeping”. Per i conflitti che insanguinano varie aree della Terra si usano oggigiorno i droni il cui controllo a grandi distanze dipende dalla dispersione in atmosfera di metalli elettroconduttivi. Dunque le ostilità alimentano la geoingegneria clandestina che, a sua volta, alimenta l’industria chimica e bellica in un’incessante spirale di morte e distruzione. Per concludere una precisazione: non saremo molto lontani dalla verità, se vedremo nel vertice della piramide globalista non i pur influenti Stati Uniti d’America, ma, per così dire, la “federazione internazionale massonico-vaticana”. Si veda F. Imposimato, La Repubblica delle stragi impunite, 2013
.



Il generale Dwigth David Eisenhower, nel suo discorso di commiato del 17 gennaio 1961, trasmesso per radio e televisione, avvertì il popolo degli Stati Uniti d'America, del pericolo costituito dal "complesso militare-industriale". Oggi la ragione di quel monito è sempre più evidente.

Infatti, a parte la realtà degli scenari bellici aperti in gran parte del mondo e ben 800 basi militari a stelle e strisce disseminate nel globo terrestre (ed altre 200 segrete), il documento ufficiale delle forze armate statunitensi, denominato “Joint Vision 2020”, illustra questa delirante follia imperialista del governo di Washington. Vale a dire, il dominio della terra e del genere umano, in uno stato di perenne guerra all'umanità.

Da settant’anni anni i governi italiani sono succubi di quelli yankee, a loro volta telecomandati dalle multinazionali belliche, tant'è che attualmente, in palese violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana, 7.000 militari fasciati di tricolore sono impegnati in guerre fuori dai confini nazionali, in ossequio, appunto, ai voleri del pacifinto Barack Obama-Barry Soetoro.

Ecco un inquietante stralcio di “Joint Vision 2020”:

“L’esercito degli Stati Uniti è una forza composta da uomini e donne addestrati in modo ottimale, pronti a consegnare la vittoria alla nostra nazione. […] Il proposito basilare di questo apparato è stato e continuerà ad essere quello di combattere e di trionfare in tutte le guerre. I concetti cruciali di forza decisiva, dispiegamento, potenza, presenza oltreoceano e mobilità strategica seguiteranno ad indirizzare i nostri sforzi. […] Questo documento descrive i concetti operativi necessari al conseguimento di tali obiettivi. Se vogliamo che le nostre Forze armate nel 2020 siano più rapide, più letali e più precise di quanto non siano oggi, dobbiamo continuare ad investire ed a sviluppare nuove potenzialità militari. […] La visione fornisce un vettore per programmi di esercitazioni e di sperimentazioni. L’obiettivo di fondo è il dominio dell’intero spettro. La forza congiunta del 2020 dovrà essere preparata a vincere nell’ambito dell’intera gamma delle operazioni militari in ogni parte del mondo, secondo le necessità del momento: dalla collaborazione con soggetti internazionali alla conduzione di attività belliche con agenzie governative e con organizzazioni internazionali. Noi vinceremo, ma non dobbiamo aspettarci che la guerra nel futuro sia semplice o indolore. La forza congiunta deve esser pronta a sostenere le autorità civili nell’ambito di uno sforzo pienamente integrato volto a soddisfare i bisogni dei cittadini statunitensi ed a conseguire gli obiettivi indicati dalle Autorità di comando nazionale. La forza congiunta costituisce il fondamento delle operazioni militari future degli Stati Uniti d’America”.

Fonte: Sulatesta


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giovedì 31 ottobre 2013

Una “giustizia” a senso unico: i fratelli Marcianò nel mirino di una certa magistratura

Giustizia non esiste là ove non vi è libertà. (Luigi Einaudi)



LA CRONACA

30 ottobre 2013, ore 7.00. Cinque agenti della Polizia postale di Imperia, su disposizione del Pubblico Ministero, Dottoressa Maria Paola Marrali e su consiglio dell'ispettore della Polizia postale Ivan Bracco, eseguono la perquisizione dell’appartamento ed il sequestro del materiale informatico allocato sui dischi rigidi. Il materiale, comprendente video, memorie difensive, programmi etc., appartenente a Rosario e ad Antonio Marcianò, è così a disposizione della Magistratura che ha deciso di acquisirlo e di compierne una ricognizione per ricavarne eventuali prove da usare a loro carico, a seguito di querela per diffamazione (sic) sporta dalla Signorina Serena Giacomin e dal Signor Massimo Della Schiava. Quest'ultimo peraltro dai Marcianò querelato, ma senza risultato alcuno. Non solo, due agenti, recatosi nella sala professori del Liceo “G.D. Cassini”, hanno poi perquisito l’armadietto di Antonio Marcianò.

LE NOSTRE VALUTAZIONI

In primo luogo, il sequestro, in seguito ad una semplice querela per diffamazione (sic), ci pare atto per lo meno eccessivo, se non illegittimo. Se si ravvisano gli estremi per un’offesa all’onorabilità di una persona, si può e si dovrebbe agire in modo differente, ad esempio, decretando la rimozione di un articolo o di un commento. Se il reato è stato compiuto usufruendo di strumenti della Rete, si interviene sugli strumenti messi a disposizione da Internet e non con la requisizione fisica dei dischi rigidi. Gli scopi di una misura tanto draconiana sono altri? Sottrarre materiale utile alla divulgazione di informazioni circa il genocidio noto come “Geoingegneria clandestina”? Scovare documenti (anche previo idoneo aggiustamento?), che possano essere usati per una raffica di nuove, strumentali accuse e farseschi procedimenti contro Rosario ed Antonio Marcianò? Sono legittime domande che ci poniamo, poiché saremmo inclini a ritenere che il fine vero dell’incursione sia quello di escogitare qualche stratagemma per incastrare Rosario ed Antonio Marcianò.

La lettura del “decreto di perquisizione personale e locale” è comunque molto istruttiva per comprendere il livello infimo cui è precipitata la “giustizia”. A parte la bislacca espressione “scie luminose”, anziché “scie chimiche” impiegata quasi certamente per tentare di schivare la questione cruciale – in sede di eventuale processo diventerà, invece, l’unico argomento su cui i sottoscritti si pronunceranno - è palese che l’iniziativa giudiziaria è viziata da un atteggiamento persecutorio. Non si intende trovare gli estremi di un reato, ma con il pretesto di un ipotetico reato, soffocare la libertà di ricerca (art. 33 della Costituzione, comma 1) ed il diritto ad esprimere il proprio pensiero (art. 21). Siamo di fronte alla perversa, prevaricatrice volontà di perseguire le opinioni, comunque siano espresse, ogni qual volta non coincidono con il pensiero dominante e con le versioni della tirannide politico-scientifica.

Qual è la genesi di un’iniziativa vergognosa e liberticida come questa? L’aver “offeso” (ed è ancora tutto da dimostrare) l’onorabilità dei signori sopra citati. Siamo sinceri e netti: che coloro abbiano una sfilza di titoli accademici o la licenza elementare non ci interessa minimamente. Il decreto è grottesco dove è scritto che i querelanti sono “soggetti in possesso di titoli di studio e competenze specifiche nella materia menzionata”. Che significa ciò? Che tutti gli altri sono degli ignoranti? Che quei due sono depositari della verità rivelata? Che nessun altro ha conseguito una laurea? Se essi definiscono la geoingegneria clandestina “scie luminose”, significa che non hanno compreso un fico secco della “materia menzionata”. Ammettiamo pure che siano competenti: la loro competenza dove si manifesta? Hanno mai confutato le argomentazioni nostre e degli scienziati che da decenni denunciano la guerra climatica? Scrivere degli insulti o falsificare la carta d'identita di Rosario Marcianò significa confutare? Quale reputazione avremmo leso? Se li abbiamo definiti negazionisti, è termine che si addice loro: infatti i negazionisti sono coloro che non ammettono la conclamata esistenza delle illegali attività chimiche nei nostri cieli. Vogliamo quantificare gli improperi, le ingiurie, le calunnie che i disinformatori producono in quantità industriale ogni giorno? Perché gli elaboratori dei negazionisti non sono mai stati posti sotto sequestro? Perché le innumerevoli denunce da noi presentate per delitti ben più gravi della diffamazione si sono quasi tutte volatilizzate?

La “giustizia” - ci insegnano i sofisti greci – è solo la legge del più forte e del più furbo. Dunque non ci illudiamo che essa possa seguire un corso ispirato a principi di imparzialità. Siamo qui per denunciare le storture e le sopraffazioni di un sistema iniquo e corrotto, asservito ai poteri forti, succubo e complice di una cricca di negazionisti. Che i depistatori siano laureati o no, non intercorre alcuna differenza. Laurea non è sempre sinonimo di amore per la verità né di rettitudine. Anche il Dottor Mengele era laureato. Se la scienza è connivente con gli scopi turpi dell’establishment non è scienza, ma depravazione. Se abbiamo contestato la supposta “scientificità” dei due, ne siamo orgogliosi. Riteniamo un preciso, ineludibile dovere dichiarare le scelleratezze degli apparati e le connivenze di chi le copre con la diuturna disinformazione sulla Rete e sui quotidiani. Aver affermato che i due in parola hanno diffuso informazioni erronee e distorte circa la geoingegneria clandestina ridonda a nostro onore: in questo modo abbiamo insegnato loro come si compiono le ricerche e quali sono i princìpi chimico-fisici con cui si può formare una scia di condensazione.

Ciò precisato, non rinunciamo a continuare con le nostre ricerche, traduzioni ed analisi, nonostante l’abnorme danno causato, in primis la perdita dei filmati. Non esitiamo a deprecare alcune affermazioni all’interno del dispositivo dove è scritto “gli indagati risultano altresì titolari di numerosi siti utilizzati alle medesime finalità”. Questa ci pare diffamazione, perché i nostri blog sono volti ad informare, non a screditare. Come potremmo screditare chi è già di per sé privo di credibilità? Non esitiamo a deplorare che il fazioso decreto esprime già dei giudizi di merito, prima che sia acclarata un’ipotetica diffamazione.

Siamo consapevoli che la schiacciasassi della “giustizia” non si fermerà. E’ proprio per questo che seguiteremo ad esporre atti intimidatori, vessazioni, tentativi di censurare, minacce, denigrazioni a mezzo stampa… Proseguiremo nel rintuzzare gli attacchi, fino a quando gli avvelenatori ed i loro servi non avranno ricevuto quello che si meritano. Sapremo aspettare, se sarà necessario.


RINGRAZIAMENTI

In questo frangente intendiamo ringraziare TUTTI gli amici (molti dei quali blogger ed autori) che hanno manifestato la loro solidarietà ed il loro sostegno con articoli, video, messaggi etc.

UN AIUTO PER TANKER ENEMY - Il Comitato "Tanker enemy" dal 2006 è impegnato nella divulgazione e nella denuncia dello spinoso tema noto come "scie chimiche" o "geoingegneria clandestina", tramite la pubblicazione di articoli, video, documenti, traduzioni e per mezzo di varie iniziative (ad esempio, l'indagine sulle polveri sottili).

Questo lavoro ha richiesto e richiede un impegno quotidiano con il conseguente dispendio di energie e risorse. In questi anni il blog "Tanker enemy" e quelli collegati hanno garantito, anche grazie al contributo di lettori e sostenitori, un'informazione indipendente e circostanziata a tal punto da suscitare la reazione del sistema. Questa reazione si è tradotta, oltre che in attacchi di ogni genere, nell'apertura di procedimenti "legali", volti all'oscuramento del blog e dei siti ad esso correlati. Sono procedimenti all'origine di notevoli difficoltà pratiche e di cospicui esborsi per avvocati e consulenti tecnici.

Auspichiamo perciò un fattivo sostegno sotto forma di donazioni e di altri interventi (gratuito patrocinio, consulenze...) affinché il Comitato possa continuare ad agire nell'interesse della collettività. Un sentito ringraziamento a tutti coloro che accoglieranno, per quanto nelle loro possibilità, il presente appello. Il Vostro contributo è assolutamente fondamentale al fine di permetterci di proseguire con il nostro operato. Qui la pagina Paypal per eseguire una donazione.


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Qui la cronaca di Sanremonews che evidenzia l'accanimento contro chi denuncia la guerra climatica.

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domenica 14 ottobre 2012

Calunniare la Terra

Una mosca bianca

Si resta annichiliti e quasi senza parole di fronte allo scempio quotidiano. Ci si chiede quale possa essere – se esiste – una via d’’uscita. Ancora più della disinformazione e della censura promosse dai centri di potere con tutti i loro accoliti, sono l’indifferenza e la viltà dei sudditi (non sono più cittadini da tempo) a giocare a sfavore. Non importa a quale fascia d’età o ceto appartengano: gli schiavi badano solo al loro “particulare”, illudendosi di poterlo difendere dalle grinfie dei tagliagole. Fino a quando riusciranno ad evitare le ripercussioni della Geoingegneria clandestina? Fino a quando manterranno il loro fragile benessere? E’ veramente poi un benessere?

E’ incontestabile: ormai l’ambiente è contaminato in modo pressoché irreversibile. Il biologico è oggidì in gran parte una chimera: le varie forme di inquinamento non conoscono confini. I vari rimedi naturali sono per lo più, rebus sic stantibus, palliativi. Tra l’altro, l’alfabeto dei veleni (dall’A di alluminio alla Z di zinco) non comprende solo le polveri tossiche delle scie chimiche. Si aggiungano alla balsamica miscela i campi elettromagnetici, i radionuclidi, le particelle di uranio impoverito, gli inquinanti industriali, i residui di pesticidi, insetticidi, anticrittogamici, gli alimenti transgenici, i vaccini, gli additivi, il benzene, i patogeni… La salute è sotto attacco: nessuno è risparmiato. Come è ovvio, quando la salute è compromessa, ne risente anche l’equilibrio psicologico. Tuttavia pochi si mobilitano: rassegnazione ed ignavia sono le “reazioni” più diffuse tra la gente. Come può avvenire? Semplice: i vari governi, soprattutto quello italiano, greco e spagnolo, sono riusciti perfettamente nel loro intento. Guai a chi pensa che gli esecutivi siano formati da inetti ed incompetenti! Matto Morti e gli altri banditi sono efficientissimi e capaci: hanno ricevuto l’incarico di affossare l’apparato produttivo dell’Italia, di esautorare le istituzioni nazionali a vantaggio di quelle europee ed hanno adempiuto il loro ufficio in modo spettacoloso. Questi barbari devastatori porranno fine alle loro razzie solo quando non crescerà più un solo filo d’erba. Attila, il flagellum Dei, era un dilettante.

Si accennava: i farabutti hanno quasi portato a compimento il loro piano, costringendo i cittadini a difendere con le unghie e con i denti il loro misero orticello. Prima, però, hanno impiantato una mentalità materialista e meschina, efficace presupposto per la disgregazione della società, per l’ottenebramento delle coscienze.

Poche voci si levano di fronte al vergognoso stupro della Terra che è anche profanazione della verità: il giornalista Gianni Lannes è una mosca bianca. Impegnato da anni nella virile ed implacabile denuncia di brutture di ogni specie, storture di matrice statale, dove la differenza tra stato e mafia diventa labile, quasi indistinta. La scellerata alleanza tra crimine legale e crimine illegale ha prodotto un sistema inscalfibile, corrotto, iniquo, i cui pilastri sono il ladrocinio e la sopraffazione. Per i tipi della "Draco edizioni", Lannes ha pubblicato “Il Grande fratello: strategie del dominio”, un libro affilato e perspicace, un tragico spaccato di un “mondo inquinato alle radici”.(I. Svevo)

Un sistema sistematico

Il sistema poi vomita tutta quella feccia di ciarlatani e di profittatori che imperversano sulla Rete ed altrove. Di recente uno di codesti giullari ha mostrato tutta la sua lurida vigliaccheria in occasione di un dibattimento: quello lì è tanto spavaldo quando scrive nefandezze sul suo blog scatologico, quanto pusillanime, non appena si confronta con le circostanze reali. Addirittura vederlo così tremebondo, rimpicciolito e dimesso ha suscitato un sentimento di pietà.

Abbandoniamo comunque questi pietosi personaggi per tentare di comprendere per quale motivo la più feroce e plateale scelleratezza della storia umana passi quasi inosservata. Una fetta sempre più ampia della popolazione è ormai immiserita: il ceto medio proletarizzato va ad ingrossare le schiere di poveri, disoccupati, sottoccupati, precari. Sono tutte persone abbarbicate ad una mera sopravvivenza: sbarcano il lunario e non si accorgono che un profluvio di denaro è scialacquato per avvelenare l’intero pianeta. Giustamente protestano contro gli scandali della “politica”, le vergognose ruberie, gli immondi privilegi di amministratori e funzionari. Eppure l’idrovora che risucchia la liquidità è un’altra.

Nessuna legge finanziaria (oggi la definiscono in modo gattopardesco “legge di stabilità”) potrà mai sanare i conti, poiché ogni manovra economica è studiata per depredare e per distruggere. Non è nell’interesse delle élites sataniste affrontare i problemi – meno che mai risolverli – piuttosto il loro obiettivo è crearne sempre di nuovi, accreditando di sé, però, un’immagine di efficienza e di sobrietà. In questo modo l’austero e compassato Matto Morti, pur criticato per molti suoi provvedimenti, ottiene il consenso del popolino che vede in lui una figura di specchiata moralità e sollecita del bene comune.

Un altro errore che commette gran parte dell’opinione pubblica è la monetizzazione di ogni problema: il denaro è importante, ma diventa inutile se non è traducibile in un controvalore. Bisognerebbe in primo luogo tutelare le risorse da cui dipende il sostentamento delle comunità: si rischia, in futuro, di ritrovarsi con una manciata di soldi digitali con cui poter acquistare a prezzi salatissimi cibi nocivi.

Solo i “fortunati”, però, potranno accedere ad un minimo di beni e servizi sempre più scadenti. I servizi – è facile da prevedere – saranno tutti elettronici. L’agenda digitale del governo avanza con passo di granatiere. Tribunali, scuole, sistema sanitario, pubblica amministrazione… il cartaceo sta sparendo, soppiantato da sistemi informatici e telematici. È del tutto superfluo soffermarsi sui danni incalcolabili che provocherà l’introduzione degli elaboratori, dei libri elettronici e delle LIM (le lavagne interattive multimediali) nell’ambito dell’apprendimento: generazioni di bambini e di adolescenti, già inebetiti dalla televisione e da mille diavolerie tecnologiche, saranno trasformati in beoti balbettanti, in analfabeti radiocomandati. Altro che nativi digitali! Si potrebbero definirli nativi vegetali, se le piante non fossero molto più vive.

Illusioni a caro prezzo

Viviamo tempi difficili e tumultuosi: è comprensibile che alcuni perdano la bussola. Ormai la società è allo sbando e, mentre montano il disagio, la collera, l’insofferenza, si cerca un appiglio purchessia. Non manca chi, asserendo che l’universo è mentale – di per sé potrebbe essere vero, ma è una teoria filosofico-scientifica che va definita e, per quanto possibile, argomentata in modo rigoroso – esortano ad un’acquiescenza nei confronti dell’esistente. Il male esiste perché, per evolvere (?), abbiamo scelto di crearlo. È evidente che il mysterium iniquitatis, “risolto” in modo così frettoloso, brutale ed infantile, giganteggia ancora di più in tutta la sua incomprensibilità. Mi pare che questo approccio sia una calunnia della terra, per riprendere una celebre frase di Nietzsche: è inaudito che siamo proprio coloro che si dichiarano “spirituali” (ma non saranno deliri di psicolabili?) a fomentare un disprezzo per la natura che dello Spirito, se esiste, è emanazione.

Altri, invece, ormai sono incantati dalle mirabolanti promesse dell’ingegnere iraniano Keshe: energia quasi gratuita per tutti, tecnologie per bonificare i biomi, fine della sudditanza dei paesi poveri nei confronti delle nazioni opulente, guarigioni di tutte le patologie, pace perpetua. E’ tutto molto bello e l’energia pulita, non ricavata da combustibili esiste da decenni, ma si ha l’impressione che Keshe ed il suo entourage stiano temporeggiando. Forse stanno subendo pressioni e sono vittime di sabotaggi, ma il dubbio che l’intera operazione sia un cavallo di Troia, secondo il virgiliano “Timeo Danaos et dona ferentes” (Temo i Greci anche se portano doni), rimane.

Certuni favoleggiano di una fantomatica Federazione galattica, di fratelli dello spazio pronti a debellare, non appena l’umanità sarà pronta (campa cavallo…), il nefando governo occulto. Da anni, però, l’evento della liberazione slitta: ogni volta si sceglie una data significativa dal punto di vista astronomico, ma poi, con qualche scusa, si procrastina l’intervento salvifico. Nonostante ciò, alcuni continuano ad abboccare.

Sarà meglio non pascersi di illusioni e, pur senza precludere alcuna possibilità, restare prudenti. Sopravvive la speranza che, a volte, sembra la pazzia che ci impedisce di impazzire. In ogni caso, a quanto sta accadendo deve pur soggiacere una logica, sebbene nessuno possa arrogarsi il merito di conoscerla compiutamente.


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mercoledì 4 aprile 2012

Gianni Lannes: siamo sotto attacco chimico

Il giornalista investigativo, Gianni Lannes, è noto per alcune sue inchieste molto scomode. Ha indagato sull'omicidio di Ilaria Alpi e del suo operatore, Miran Hrovatin. E’ anche autore di reportages riguardanti le navi che, piene di rifiuti tossici e radioattivi, sono state affondate nel Mediterraneo dalla criminalità organizzata su incarico del governo Berlusconi. A proposito delle scie chimiche, Lannes è categorico. La Geoingegneria è una realtà concreta, documentata e verificabile. Si tratta di una guerra ambientale combattuta contro il pianeta e la popolazione. Tra i fini principali si annovera la depopulation: gli ecosistemi vengono contaminati ed impoveriti per sterminare, in modo quasi inavvertito ma implacabile, interi gruppi umani.

Correttamente Lannes chiama in causa la guerra meteorologica: sono dunque esclusi nella maniera più recisa i cosiddetti “cambiamenti climatici” che i media di regime citano ad ogni piè sospinto per giustificare le anomalie del tempo. In verità, la dicitura “cambiamenti climatici”, oltre ad essere ingannevole - una foglia di fico su un‘atroce verità – è tautologica. Infatti le aberrazioni del clima vengono imputate ai cambiamenti climatici e viceversa. I meteorologi militarizzati ed i pennivendoli hanno una pesante responsabilità, poiché mentono ai cittadini: la menzogna non si manifesta solo occultando la realtà, ma soprattutto con la distorsione del linguaggio che, da mezzo di comunicazione, è trasformato in strumento di plagio. Il primo oltraggio nei confronti della verità si perpetra tradendo la lingua, piegata agli scopi più biechi.



Articolo correlato: C. Penna, Gianni Lannes, un giornalista scomodo che denuncia le scie chimiche, 2012


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