martedì 28 giugno 2016

Thrust: “Intelligenza” artificiale per il controllo capillare della Rete e per neutralizzare i dissidenti



Il Pentagono ha collaborato con la D.A.R.P.A. e con altre agenzie per creare un’Intelligenza artificiale (A.I.), in grado di inviare messaggi su social media per individuare e neutralizzare potenziali minacce per il sistema.

Il sistema si avvale di algoritmi predittivi per determinare quando ricorrere ad una forza letale. Con Jade Helm 15, è cominciata una nuova era, l'era dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie predittive per "mappare il dominio umano". Ora, solo un anno dopo, questo campo è fortemente in espansione. Il Pentagono intende infiltrarsi nei gruppi dei social media come Facebook, Twitter o Google per eseguire un’analisi di ciascun utente. Entro 48-72 ore, il programma, denominato Thrust, individuerà minacce e vulnerabilità del comportamento di un individuo. Attraverso disamine cognitive avanzate, sarà enucleata la personalità con i suoi i tratti, attitudini, preferenze, debolezze.



In passato, per localizzare una "minaccia" il governo sguinzagliava degli agenti. Oggi non è così più. La visione di questa nuova tecnologia è la seguente: "Combattenti umani in sinergia con strumenti informatici ed interfacce cognitivamente ingegnerizzate progrediranno, sfruttando le esperienze e le condivisioni degli utenti” […]

Il "dominio umano" sarà drenato ed infiltrato attraverso l'”intelligenza” artificiale per estrarre le informazioni delicate e sensibili dalle piattaforme di condivisione. I tentativi del Pentagono di generare un”’intelligenza” artificiale per l'analisi dei social media non sono una novità. Ad esempio, la grande esercitazione della N.A.T.O. denominata Trident Junction 2015, è stato il primo tentativo (riuscito) di estrapolare dati sensibili dai social media. […] Con Jade Helm l'esercito ha lavorato su tecnologie predittive per esaminare i comportamenti degli Statunitensi; documenti declassificati lo confermano.



L'analisi predittiva delle intenzioni e delle azioni umane (in stile “Minority report”, la pellicola distopica ispirata ad un omonimo racconto di Philip K. Dick, n.d.t.), non sarà condotta solo su coloro che sono sospettati di "terrorismo", ma sui numerosi utenti e fruitori delle reti sociali. Già è stato impiegato negli Stati Uniti un codice cromatico per “marchiare” gli oppositori in caso di proclamazione di legge marziale, il blu per i pericoli meno gravi ed il rosso per quelli più rilevanti. I dissidenti, le cui cassette della posta sono state contrassegnate con il rosso, potranno essere eliminati; gli oppositori indicati con il blu sono destinati ai campi di concentramento dell’infame F.E.M.A. ed alla rieducazione.

Decisivo in questo apparato di controllo capillare sarà il settore delle biotecnologie, egemonizzato dal Dottor John Tangney, direttore della Human and bioengineered systems division. Questo Dottor Stranamore è impegnato nella creazione del “marchio della Bestia”. Non basta! Il governo è in procinto di implementare una tecnologia per leggere il pensiero. Non è fantasia: la D.A.R.P.A. sta lavorando su quello che è chiamato B.C.I., interfaccia cervello-computer (in inglese “brain computer interface”, n.d.r.), una specie di modem cerebrale, per trasmettere i contenuti mentali a vari dispositivi collegati. Le periferiche saranno controllate dai pensieri (onde cerebrali, n.d.t.) piuttosto che dagli arti.

Benvenuto nel nuovo mondo! La tecnologia è il futuro del genere umano e significa veramente la fine delle libertà personali. Tutti in fila con le profezie dell’Apocalisse.

Il documento declassificato si può scaricare qui.



Fonte: freedomfightertimes.com


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sabato 25 giugno 2016

Il morbo di Lyme: nessi con manipolazioni all'interno di laboratori militari?



Il morbo di Lyme è una forma di borelliosi, la patologia causata da un genere (Borrelia) di batteri gram-negativi appartenenti alla famiglia Spirochetacee. La malattia di Lyme è trasmessa da zecche ed è provocata dal patogeno Borrelia burgdorferi. Il primo stadio dell’affezione è caratterizzato dalla comparsa di una lesione eritematosa in corrispondenza del morso della zecca; nell’arco di giorni o settimane, l’infezione assume un carattere disseminato e può dare luogo a dolori muscolo-scheletrici, meningite, neurite periferica, cardite. Nella terza fase, dopo mesi o anni, possono svilupparsi artrite intermittente o cronica, polineuropatia ed encefalopatia.

Alcuni ricercatori, tra cui Michael Christopher Carroll, autore di “Lab 257: the disturbing story of the government secret Plum Island germ laboratory”, 2004, ipotizzano che il morbo di Lyme sia correlato ad esperimenti di laboratorio compiuti a Plum Island.

A proposito di questa isola scrive Chris Holly: “E’ noto che molti scienziati del Terzo Reich furono portati negli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale con l’’Operazione Paperclip’. E’ anche risaputo che un manipolo di questi ricercatori lavorò in un laboratorio segreto dove furono eseguiti esperimenti immorali e pericolosi a Plum Island, non distante da Long Island, nello stato di New York. Questo laboratorio, ufficialmente un centro per il controllo delle patologie degli animali, fu gestito dal governo federale per molti anni. [1]

L’infame isola, che misura circa tre miglia di lunghezza ed un miglio di larghezza, era conosciuta dagli abitanti di Long Island come un qualcosa da cui stare lontano. Plum Island è stata chiamata in modo eloquente ‘Monster Island’. Il laboratorio - vi si compivano ricerche che portarono alla creazione di armi batteriologiche - fu chiuso alcuni anni addietro, ma ormai l’isola non poteva essere bonificata in modo da essere destinata a qualsiasi altro scopo. Essa è e rimarrà una macula sull'umanità.

Non basta: a pochi chilometri da Plum Island si trova Camp Hero, una base militare. Anch’essa è stata smantellata.

Oggi Long Island ospita un impianto H.A.A.R.P. solo a pochi chilometri di distanza da dove un tempo fervevano le atroci attività sopra citate”.

Carroll ritiene che non solo il morbo di Lyme, ma pure la febbre suina africana, l’encefalite spongiforme, il virus del Nilo occidentale etc. siano patologie che hanno trovato nei laboratori militari i ricettacoli per la manipolazione genetica dei patogeni ed i focolai della loro diffusione. In effetti i focolai più estesi del virus di Newcastle, che colpisce le anatre, del Lyme e della malattia del Nilo occidentale furono rilevati nelle adiacenze di centri medico-militari.

Non solo, Tedeschi, Giapponesi, Sovietici e Statunitensi, durante la Seconda guerra mondiale e nei decenni successivi, studiarono la possibilità di disseminare agenti patogeni a fini strategici. In alcune zone furono compiuti esperimenti in vivo, infettando intere comunità del tutto ignare. La terrificante Unità 731 (nipponica), dopo il conflitto mondiale, fu assorbita in strutture di “ricerca” negli Stati Uniti d’America. E’ arcinoto il caso della sifilide e della gonorrea propagate sui Guatelmatechi dal diabolico governo a stelle e strisce.

Dunque non ci sembra così peregrina l’ipotesi di Carroll anche alla luce di numerosi “progetti” della “Difesa” statunitense volti a disperdere “vaccini” sulla popolazione per controllarne il comportamento. Tali “piani” prevedono l’inoculazione mediante la rete idrica, veicoli ad hoc, gli insetti, gli alimenti e naturalmente… gli aerei.

[1] Tra gli scienziati nazionalsocialisti reclutati, ricordiamo Erich Traub che si occupava di sviluppare malattie trasmissibili attraverso gli insetti!

E’ stato recentemente pubblicato un articolo sul morbo di Lyme che riportiamo di seguito.

La malattia di Lyme o borreliosi, contro cui combattono Yolanda Foster e la sorella, Bella, (fotomodelle statunitensi, n.d.r.) come anche Avril Lavigne (pare, però, che la cantante sia, invece, affetta dal Morgellons, n.d.r.), è una malattia di origine batterica molto diffusa negli Stati Uniti (non è casuale, n.d.r.), che si può trasmettere con il morso delle zecche.

Il New York Times l'ha definita "la malattia infettiva che si diffonde più rapidamente negli Stati Uniti dopo l'A.I.D.S.", ma numerosi rapporti dimostrano che sta dilagando anche in Asia, Europa e Sud America.

In Italia la malattia di Lyme è presente soprattutto nel Carso, in Trentino ed in Liguria. In Europa è comune in Austria, Slovenia, Repubblica Ceca e Slovacchia.

Prende il nome dalla cittadina di Lyme, nel Connecticut, dove si verificò un'epidemia di questo male, segnalata a partire dal 1975, che si manifestò con un misterioso aumento dei casi di artrite, soprattutto infantile. L'artrite cominciava con eritemi cutanei sul torace, addome, dorso e natiche: gli arrossamenti si ingrandivano fino a raggiungere una dimensione variabile tra i 10 e i 50 cm, mal di testa e dolori articolari.

La malattia di Lyme è causata da un batterio spiraliforme, la Borrelia burgdorferi, chiamata così in onore al suo scopritore, Burgdorfer. E' un batterio che infesta le zecche le quali possono trasmetterlo all'uomo e agli animali. E' quindi facile da contrarre nelle zone boscose e ricche di cervi, l'habitat ideale per le zecche.

Il primo sintomo della malattia di Lyme in genere è un eritema cutaneo (noto come eritema cronico migrante o ECM) di piccole dimensioni. Nel giro di qualche giorno o settimana, la caratteristica macchia si estende fino a diventare un esantema circolare, triangolare o ovale che può avere le dimensioni di una moneta oppure può allargarsi su tutto il dorso. Spesso l'eritema è accompagnato da febbre, cefalea, rigidità del collo, dolori muscolari e spossatezza.

Se non vengono curate in tempo, oltre metà delle vittime finiscono per accusare dolori e gonfiore alle articolazioni, sintomi che durano anche mesi. Il secondo stadio della malattia prevede complicanze neurologiche nonché dolori muscolari e ossei; sono possibili anche disturbi cardiaci che consistono in palpitazioni, blocco atrioventricolare sicché in alcuni casi può essere indispensabile uno stimolatore cardiaco.

Fino al 20 per cento dei pazienti che non riceve cure, sviluppa l'artrite cronica che provoca difficoltà a camminare. Più raramente, la malattia può influire sul sistema nervoso causando meningite asettica, radicoloneuriti, infiammazione delle radici nervose cervicali, acufeni e paralisi di Bell.

Nel terzo stadio della malattia un ristretto numero di pazienti soffre di perdita di memoria, instabilità comportamentale. Per le donne in stato di gravidanza, la malattia è ancora più pericolosa, perché l'infezione può essere trasmessa al nascituro e può aumentare il rischio di aborto spontaneo.


Fonte: quotidiano.net

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martedì 21 giugno 2016

Vivere e morire a Disneyland



I registi del terrore hanno inscenato un altro spettacolo grandguignolesco: questa volta ad Orlando (Florida). La pièce ha la seguente trama: si perpetra una sparatoria di massa all'interno del night club Pulse di Orlando, in Florida, nella notte tra l'11 ed il 12 giugno 2016. Muoiono 49 (o 50) persone, mentre i feriti sono 53. La scena è un night club frequentato per lo più da omosessuali. Il protagonista, che riveste il ruolo dell’assassino, si chiama Omar Seddique Mateen, cittadino statunitense, di 29 anni, ex guardia privata. E’ originario di Fort Pierce, Florida.

Questo è il canovaccio e tutto il resto che è stato aggiunto dopo appartiene alla solita narrazione che monta sequenze, personaggi e particolari più o meno romanzeschi. Subito molti ricercatori statunitensi hanno analizzato video e testimonianze dell”evento”, riuscendo a stabilire che la carneficina di Orlando pullula di crisis actors, già visti e rivisti su altri teatri di posa (Boston, Parigi, San Bernardino…). Anzi, questa volta gli attori recitano peggio che nelle rappresentazioni precedenti: basterebbe anche solo tale aspetto – la massiccia presenza di guitti – per dimostrare che ad Orlando non è stato compiuto un eccidio. Eppure l’eroico Massimo Mazzucco, veloce come un fotone, si è affrettato a pubblicare un trafiletto per irridere a priori chi nutre dei legittimi dubbi sulla veridicità di quanto riportato dai media di regime in merito a questi ed a simili pseudo-attentati.

Il maggior ostacolo all’affioramento di una pur parziale verità non è costituito dagli organi mainstream, giacché molti ormai sanno che sono una fucina di menzogne e di distorsioni, ma proprio quella sterpaglia di siti che di indipendente e di libero hanno solo labili parvenze. Sono portali che, con strategie sottili e scaltrissime, riescono ad ingannare gran parte dei fruitori sfuggiti alle grinfie dell’”informazione” governativa. Alla fine questi siti, traboccanti di… luoghi comuni, non solo rincalzano le mendaci e fittizie versioni ufficiali, ma sostengono le politiche del sistema che, basandosi sul solito diagramma para-hegeliano (problema, reazione, risoluzione), mira ad inasprire leggi, ad irrobustire il controllo sui cittadini tutti, persino ad influire sul loro modo di pensare.

Forse qualcuno fra gli acclamati guru del “giornalismo freelance” ha indagato sulla strana morte [1] dell’europarlamentare Gianluca Buonanno? No, costoro, però, immediatamente hanno pubblicato i loro scartafacci in cui si impigliano nelle “analisi” più lambiccate, condite da parole come “omofobia”, “islamofobia”, “terrorismo”, “jihadismo” (gli stessi bolsi termini dei redattori organici all’establishment), per dare l’impressione di investigare su ciò che intendono, invece, nascondere.

Che cosa c’entra tutto ciò con la geoingegneria clandestina – scie chimiche? C’entra, eccome! Infatti, fino a quando la divulgazione su questi ed altri temi scottanti sarà inquinata ed intorbidita dai “guardiani del cancello” (gatekeepers), vanificando qualsiasi iniziativa seria, si continuerà solo ad elucubrare su finzioni scambiate per fatti, a perdersi in fantasie narrative senza né capo né coda.

Non è un caso: il dramma è stato allestito ad Orlando, centro noto per Disneyland, il pacchiano parco di divertimenti. Sono divertimenti, distrazioni per una massa che, incapace di distinguere tra vero e falso, “vive” perennemente in un fumetto di Topolino.

[1] Così scriveva l'europarlamentare Buonanno sulla sua pagina Facebook: “Oggi sono stato invitato al Parlamento Libico, convocato per la cerimonia di insediamento del GENERALE KHALIFA HAFTAR, CAPO SUPREMO DELL’ESERCITO LIBICO, che mi ha invitato nel suo bunker facendomi delle RIVELAZIONI CLAMOROSE sull'Italia e sull'Europa!!! DAVIDE HA BATTUTO GOLIA!!! Dopo 5 giorni che sono qui, il Parlamento Europeo ha casualmente deciso di parlare di Libia e Terroristi… ed io giovedì leggerò pubblicamente il messaggio che il Generale Khalifa Haftar mi ha lasciato!!!”. Buonanno è stato ucciso dai servizi, perché aveva informazioni importanti sul traffico illegale di petrolio libico fra Turchia, I.S.I.S. ed alcuni paesi europei?


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sabato 18 giugno 2016

Boati in Romania



5 giugno 2016: sono stati uditi assordanti boati in Romania. Per quanto ci consta, queste deflagrazioni non erano mai state segnalate nel paese dell’est europeo: lo conferma anche il fatto che le autorità rumene non si sono ancora inventata la solita frottola per “spiegare” l’evento e tranquillizzare la popolazione, ossia il fragore dovuto ad un aviogetto che ha superato la barriera del suono. Ribadiamo che l’ipotesi più accreditata circa l’origine dei “tuoni” chiama in causa l’impiego di sistemi laser che reagiscono con il carbonato di calcio diffuso in atmosfera in concomitanza con operazioni igroscopiche.

Di seguito la cronaca.


Molti cittadini hanno avvertito uno strano boato che ha fatto tremare le finestre, alcune delle quali sono andate in frantumi. Il fenomeno si è ripetuto nell’arco di quindici minuti. I clangori, che sembravano venire dal cielo, hanno spaventato molte persone.

Un giovane residente di Nicolina ha riferito: "Ero intento a studiare, quando ho sentito il suono rintronante. E’ stato come se fosse caduto un gigantesco foglio di metallo”. I testimoni dicono che i rombi sono stati uditi in un raggio di 50 - 75 km (da 31 a 46 miglia) intorno a Iasi. […] Un nostro lettore di Iasi ha testimoniato: "Sono state come due gigantesche ondate sonore. Nell’appartamento alcuni vetri si sono infranti ed il mobilio ha tremato, quasi fosse stato un terremoto. Il secondo schianto è durato più del primo, anche è stato meno forte. Dopo il botto, le luci di casa ed il televisore si sono spenti per tornare a funzionare pochi secondi dopo”. […]

Secondo Marius Bodea, direttore dell'aeroporto di Iasi, è stata in effetti rilevata una detonazione, ma nella zona non si trovavano aerei in grado di produrre questo rumore. L'unico velivolo militare che ha sorvolato l'aeroporto non era supersonico. I responsabili della Quindicesima Brigata Meccanizzata della Romania hanno comunicato che non era in corso alcuna esercitazione militare.

Fonte: Yournewsire.com


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martedì 14 giugno 2016

Analisi dei carburanti: un altro sabotaggio



Un paio di mesi addietro siamo venuti in possesso di alcuni campioni di carburante avio per uso civile (Jet-A1). Abbiamo perciò subito contattato un laboratorio certificato all'estero affinché i campioni fossero esaminati. Nel frattempo è stata avviata una raccolta di fondi per l'analisi. Come sempre, attivisti ed amici hanno contribuito in maniera tempestiva e generosa per la colletta.

L’attesa dei risultati è stata lunga e - va precisato – non scevra di qualche apprensione, perché la possibilità che agisca la longa manus dei servizi è sempre in agguato. Per questa ragione ci siamo comunque riservati delle opzioni di riserva, nel caso di insuccesso.

Una volta che ciascuno specimen è giunto a destinazione, abbiamo, di quando in quando, preso contatti sia con l’intermediario dell’operazione sia con lo specialista cui erano state affidate le analisi per sapere a che punto erano: subito abbiamo ricevuto qualche risposta sbrigativa, in seguito silenzio assoluto per opera di entrambi. Dopo aver ancora aspettato invano (oltre quaranta giorni), abbiamo deciso di contestare la transazione eseguita tramite Paypal per destinare la somma ad un altro progetto. Ecco allora che il chimico si è subito fatto vivo, garantendo che entro breve avrebbe adempiuto quanto concordato, a patto che ritirassimo la pratica di contestazione. Aut aut cui, giocoforza, abbiamo dovuto accettare.

Vengono allora le note dolenti, perché la notte stessa (il 28 maggio 2016) abbiamo ricevuto per email il rapporto [2] sui carburanti che, di primo acchito, ci è parso insoddisfacente. In primo luogo ci è sembrato singolare che nelle lapidarie righe introduttive il chimico si affrettasse a precisare (excusatio non petita, culpa manifesta) che il diverso colore dei due campioni (uno incolore, l’altro giallognolo) fosse normale nel caso di combustibili avio. Inoltre l’analisi dei composti chimici era evidentemente lacunosa, poiché non vi sono neanche menzionati gli ingredienti tipici tra cui quelli che entrano nella composizione dello Stadis 450, uno speciale additivo anti-statico per Jet-A1, carburante impiegato per aeromobili civili e per jet fuel JP-8 ad uso miltare. Lo Stadis 450 è l’unico additivo adoperato anche nei carburanti dell'aeronautica militare. Sebbene gli ingredienti segreti siano molto ben protetti dal produttore, uno studio dell’E.P.A. (Enviroment “protection” agency) rivela che questi componenti chimici sono i sali di bario e/o il calcio. Alcuni additivi chimici sono adoperati in questi carburanti, tra cui inibitori della corrosione, stabilizzatori della temperatura, detergenti e dissipatori dell’elettricità statica. I dissipatori sono di particolare importanza, a causa del loro contenuto in metalli e sono usati nell’aviazione civile e militare. Octel Starreon Stadis è un dissipatore che contiene dinonylnapthalene sulfonic acid (Il barium dinonylnaphthalene sulfonate è un composto antiruggine ed altri solventi organici; secondo l’MSDS (Material Safety Data Sheet), esso contiene due ingredienti segreti. La Dupont, l’originario produttore, afferma di aver trasferito la sua produzione nel settembre del 1994 alla Octel Starreon LLC, ora una filiale della Innospec Fuel Specialties. L’Innospec Fuel Specialties produce anche un altro dissipatore statico chiamato statsafe. Comunque, secondo la Exxon, lo Stadis 450 continua ad essere il dissipatore statico maggiormente impiegato dall’aviazione civile e militare.




Ora, per quale ragione il rapporto non si riferisce al composto in esame né ad altri immancabili ingredienti dei carburanti di nuova generazione (trimetilalluminio, metilciclopentadienil-tricarbonil-manganese, conosciuto anche con le sigle MMT o MCMT, a base di manganese)? Sorge il legittimo dubbio che l’analisi trasmessaci sia stata “normalizzata” ed epurata di modo che combaciasse con le informazioni del datasheet. [1]

Per conto nostro, in queste settimane, abbiamo sottoposto i due campioni ad una serie di reagenti, disponibili in commercio e realizzati allo scopo di rilevare la presenza di metalli e non metalli in diversi liquidi. Grazie alle reazioni chimiche, si è giunti all'identificazione di una serie di metalli e metalloidi, tra cui Mercurio (Hg), Cobalto (Co), Cadmio (Cd), Manganese (Mn), Nichel (Ni), Rame (Cu). Ci domandiamo come sia possibile che un approfondito test spettroscopico non abbia “diagnosticato” la presenza di questi elementi che, tra l'altro, risultano in tutte le analisi delle acque piovane di questi ultimi anni. Da dove arrivano, se non dagli aerei?

Di seguito il testo inviatoci insieme con il rapporto, rapporto che abbiamo deciso di non pubblicare integralmente, per il semplice fatto che se le cose sono andate come sospettiamo, è bene che i dati identificativi del laboratorio non siano divulgati. In questo modo eviteremo ulteriori azioni a nostro danno ad opera della disinformazione di regime.

"Lo screening GC/MS dei costituenti elementi chimici ed organici dei due campioni (2) di carburante per aerei di tipo "Jet Fuel A-1" che ha sottoposto alla nostra attenzione, sono stati completati. Come confermato dal contenuto della presente relazione, si tratta di campioni di distillazione del petrolio la cui composizione molecolare è estremamente complessa. Fatte salve le condizioni rigorosamente identiche di separazione cromatografica sulla colonna capillare, i due campioni indicano cromatogrammi quasi perfettamente sovrapponibili, dimostrando composizioni molecolari estremamente simili.
L'origine della differenza di colore di ciascuno specimen può essere legata alla presenza di qualsiasi componente specifico rilevabile (tale variazione è comune ed è ammessa dalle specifiche tecniche dei fabbricanti di questo tipo di carburante)".

Pare che l’esame sia un semplice “copia e incolla” della documentazione ufficiale. Abbiamo assistito alla consueta azione di disturbo, per usare un eufemismo, simile al sabotaggio dell’operazione prelievo in quota di mazzucchiana impronta? Fatto sta che, mentre altre analisi del laboratorio in questione, attestano la presenza di tutti quegli elementi caratteristici delle chemtrails e dei carburanti aeronautici, qui come per magia scompaiono.



E’ naturale che presto sono pullulate le volgari e scontate speculazioni, ad opera dei disinformatori di Stato, per giunta le accuse di aver frodato i contributori, ma la verità è la seguente: una preliminare pesatura di precisione dei due campioni indicava un peso differente, maggiore per quello giallognolo. Già questo suggerisce una differente composizione chimica che non emerge dal rapporto. Inoltre perché non sono stati cercati composti organici caratteristici dei bio-carburanti? Insomma, il dossier è lacunoso e poco credibile.

Siamo contrariati, anche se non sorpresi per quanto accaduto, poiché immediatamente alcuni soggetti hanno attivato le procedure classiche in questi casi e, nell'arco di pochi giorni costoro sono risaliti alle persone che avevamo contattato.

[1] Con il termine “datasheet” si designa la documentazione che compendia le caratteristiche di un componente (ad esempio, un componente elettronico o meccanico), un apparato (un alimentatore o una caldaia), un software o un composto chimico. Il formato dei datasheet può variare molto a seconda del tipo e della complessità del componente documentato. I datasheet sono in inglese ed in altre lingue (raramente in italiano). Di solito le informazioni sono fornite in formato "pdf" e sono reperibili sul sito del costruttore o su siti specializzati.

[2] Il documento con le analisi, per quanto incomplete e "canoniche", è disponibile in formato PDF per tutti coloro che hanno contribuito alla raccolta fondi. Chi volesse visionare il file, ci scriva solo via mail a (tanker.enemy [at] gmail.com e corrisponda copia della donazione eseguita via Paypal, Postepay o bonifico bancario. Queste precauzioni sono necessarie poiché tra i contributori ci sono disinformatori infiltratisi nel Comitato.


Vedi anche:

- Biological and health effects of exposure to kerosene-based jet fuels and performance additives"
- Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione per l'uso di MMT nei carburanti avio

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giovedì 9 giugno 2016

Precipita aereo dell’Egyptair: che cosa è accaduto?



La cronaca

19 maggio 2016 Ore: 02:49. Precipita un velivolo (volo 804) della compagnia aerea Egyptair a 175 miglia (295 chilometri) al largo della costa egiziana. L’airbus A-320-232 era decollato da Parigi, scalo Roissy Charles de Gaulle, ed era diretto al Cairo. Ore 01:24. L'airbus entra nello spazio aereo greco. Ottiene il permesso a proseguire per una rotta sud-est. Dopo 60 minuti di volo, a sud dell'isola di Karpathos, gli è consentito di immettersi nel sentiero di discesa verso le coste egiziane. Comandante e copilota non segnalano alcun problema. L’aereo è in assetto e – per quanto riferisce l’Egyptair – non è stato rilevato alcun problema meccanico dopo l'incidente del 25 giugno 2013, quando un'avaria ad un motore costrinse il velivolo al rientro e ad un atterraggio di emergenza, dopo un decollo per Istanbul.

Tra l'1.48 e l'1.50, sulla verticale dell'isola di Kea, il controllo del traffico aereo greco ricontatta la cabina per comunicare il passaggio alle cure del centro di traffico meridionale ellenico. Il comandante è di buon umore. Scherza col controllore.

Ore 02.27. Ill nuovo centro di controllo greco, che ha preso in carico l'MS804, chiama il cockpit sulla frequenza radio regolarmente usata fino a quel momento. Come prevede il protocollo, deve segnalare ai piloti l'imminente uscita dallo spazio aereo ellenico e fornire le nuove coordinate radio con cui agganciare il controllo del traffico aereo egiziano. È una chiamata obbligatoria, come obbligatoria è la risposta, ma la cabina di pilotaggio dell'Airbus tace. Alle 02.28, nuovo tentativo di contatto. L'aereo procede a quota ed a velocità regolari. Anche questa seconda chiamata è "vuota". È l'indizio di un problema al punto che, alle 02.29 e quindi alle 02.30, la terza chiamata viene eseguita anche sulle frequenze radio di emergenza, immaginando che qualcosa sia accaduto o stia accadendo. Tutto, però, è inutile. Intanto l’unità è uscita dallo spazio aereo greco. Sono centottanta secondi di silenzio. L’aereo sta incrociando ad un'altitudine (dichiarata) di 38.000 piedi (11.000 metri circa), quando compie una brusca virata di 90 gradi a sinistra, seguita da una sterzata di 360 gradi a destra, quindi perde quota per cadere infine in mare. Muoiono 66 persone tra componenti dell’equipaggio e passeggeri. In un punto individuato dalle coordinate 33°32' Nord, 29°13' Est, i satelliti dell'E.S.A. fotografano una chilometrica lingua di cherosene, non lontano da dove sono poi recuperati alcuni rottami della fusoliera.



Le ipotesi e l’analisi

Quali sono le cause del disastro aereo? Alcuni media di regime chiamano in causa un possibile atto terroristico, sebbene l’azione non sia stata rivendicata. L’ipotesi dell’attentato è la solita versione di copertura: si inventa spesso ipso facto o a posteriori un’attribuzione di responsabilità per opera qualche gruppo “integralista” con tanto di scatti e di filmati artefatti.

• Si può congetturare, vista la dinamica degli eventi, che entrambi i piloti abbiano perso conoscenza per un guasto al sistema di pressurizzazione o per un episodio di “fumo in cabina” (sindrome aerotossica). Questo potrebbe spiegare perché non è stato lanciato il mayday. Aggiornamenti del 21 maggio 2016 si riferiscono a fumo nella cabina passeggeri prima dello schianto: l’impianto di sicurezza installato mostrerebbe alle 02:26 ora locale l’attivazione di un sensore antifumo, seguito a ruota da altri sei allarmi fino alle 02:29, ora in cui il dispositivo cessa le registrazioni. Da scartare la supposizione che il presunto incendio sia stato dovuto ad un ordigno: è probabile, però, che la “verità” ufficiale si impernierà sull’esplosivo a bordo collocato da un jihadista (sic).

• L’aereo potrebbe essere stato oggetto di un atto intimidatorio orchestrato dai servizi segreti statunitensi: è la pista, a nostro parere assai improbabile, indicata da Giulietto Chiesa.

• Le brusche virate dell’aereo lasciano intuire un problema ad un motore, ma provocato da che cosa? Le deviazioni sono altresì riconducibili a manovre del pilota intento a risolvere un’emergenza: ad esempio, la carenza di ossigeno e quindi la necessità di scendere velocemente di quota per depressurizzare.

• Il velivolo potrebbe essere stato colpito da un meteorite: le gragnole di questi corpi celesti stanno crescendo in numero ed intensità.

• L'indebolimento della magnetosfera potrebbe essere all'origine di danni ai sistemi elettronici (fly-by-wire) dell'aereo.

E’ comunque un evento di difficile analisi, giacché ci si deve basare sulle fonti ufficiali e sulle ricostruzioni della stampa mainstrream, la cui credibilità e veridicità sono notoriamente molto scarse. Due sono comunque le certezze: qualsiasi versione ufficiale sarà alla fine elaborata e diramata, dovrà essere considerata falsa, come per l’incidente occorso al Germanwings; viaggiare in aereo, tra sindrome aerotossica, manutenzione carente e superficiale, rendez vous con foo fighters, rarefazione della coltre magnetica che protegge dai raggi cosmici, azioni dei servizi segreti etc., è diventato sempre più pericoloso.



Le ultime informazioni, oltre a citare il possibile ritrovamento delle due "scatole nere" (notizia rivelatasi poi infondata), rafforzano l’ipotesi del “fume event”: infatti, poche ore prima dell’incidente in esame, un altro vettore della Delta Airlines, decollato da Francoforte e diretto a Kuwait City, in volo sulla stessa rotta, era stato intercettato da due caccia F16, poiché pilota e copilota non rispondevano ai controllori di volo; i due avevano perso i sensi con 140 passeggeri a bordo. In questo frangente è stata evitata la catastrofe, giacché era inserito il pilota automatico. Nel caso dell'Egyptair, invece, è andata come è andata, in quanto i piloti, quando hanno perso i sensi, avevano da poco cominciato la fase di discesa ed erano sul "manuale”.

Da alcuni anni, da quando soprattutto è entrata a regime l'operazione "geoingegneria clandestina", non si riescono più a stabilire le cause dei sinistri aerei: anche le "scatole nere" non sono ritrovate. Passati circa trenta giorni, diventa troppo tardi per il loro reperimento, poiché i dispositivi non emettono più segnali utili alla localizzazione. Alla fine tutto passa in cavalleria: si rincorrono altri eventi ed una distratta opinione pubblica è distratta da altre notizie vere o false che siano, sempre funzionali comunque ad ingannare e ad inebetire la massa.

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sabato 4 giugno 2016

Onde scalari all’origine del diluvio franco-tedesco?



Il 28 maggio 2016 l'Europa è stata bersagliata da numerosi ed insoliti fulmini generatisi senza prodromi nei cieli di Francia, Germania e Polonia. In Germania più di trenta abitanti della città di Hoppstädten sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche a seguito di una potente scarica elettrica abbattutasi su un gruppo di spettatori al termine di una partita di calcio giovanile. Nello stesso giorno in Polonia un uomo ha perso la vita, dopo essere stato colpito da una folgore, mentre in Francia undici persone sono state ferite da un fulmine, sprigionatosi all'improvviso, mentre stavano celebrando una festa di compleanno in parco parigino.

Secondo quanto riferito da alcuni “esperti” meteo, i temporali sono il risultato di un ambiente molto "instabile" che, in modo del tutto eccezionale, questa volta ha interessato tutto il Nord-ovest del continente europeo. Tuttavia, due giorni prima, il 26 maggio 2016, i radar meteorologici dislocati in Germania, Polonia e Repubblica Ceca, radar.eu, avevano individuato una misteriosa anomalia (non è la prima) improvvisamente materializzatasi sulla regione di Osijek in Croazia. Si è ipotizzato che l'inspiegabile fenomeno fosse dovuto al malfunzionamento delle apparecchiature preposte all'elaborazione dei dati radar. Sennonché l'8 maggio 2016, una simile anomalia era stata rilevata anche in Svizzera dove una grandine di saette era caduta dal nulla in un cielo senza nubi. Solo una coincidenza?

Alcuni hanno attribuito al C.E.R.N., Centro europeo per la “ricerca” nucleare, le bizzarrie meteorologiche, ritenendo che taluni esperimenti abbiano interferito con gli equilibri dell'atmosfera.



La configurazione radiale dell’anomalia rilevata dagli impianti radar ci induce, però, a concludere che le cosiddette onde scalari (campi elettromagnetici longitudinali) sono all’origine sia dei fulmini a ciel sereno sia dei successivi nubifragi che hanno flagellato Francia e Germania. Le tempeste hanno provocato vittime, l’esondazione di alcuni fiumi tra cui la Senna, allagamenti e danni.

E’ evidente l’artificialità dei fenomeni: per fiaccare le proteste dei Francesi contro l’abominevole riforma del lavoro, i soliti noti hanno adoperato collaudati strumenti (barriere chimiche e dispositivi scalari) in modo da concentrare ed intensificare l’energia dei fronti perturbati, un’energia poi deflagrata nel diluvio che il coboldo malefico, François Hollande, ha definito in modo menzognero “catastrofe naturale”.

VIDEO CORRELATO QUI.


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mercoledì 1 giugno 2016

Un A-380 atterra con uno pneumatico di forma quadrata



Un Airbus 380 è atterrato il giorno 11 maggio 2016 nel principale scalo aereo londinese in condizioni per lo meno anomale. Qualcosa di singolare, collegato alle attività chimico-biologiche, sta succedendo sulle nostre teste, come abbiamo testimoniato, ad esempio, nella cronaca “Aereo di linea si scontra con un U.F.O.”. Non è tutto tragicamente scontato ed ordinario, a differenza di quanto si potrebbe pensare. Infatti personale aeroportuale ci riferisce di numerosi episodi bizzarri a cui i tecnici non sanno dare spiegazione e che vedono protagonisti vettori civili. Non dimentichiamo che quasi tutti i velivoli commerciali disperdono veleni e ciò dispiace assai, non solo a noi…

Un'immagine che arriva da Heathrow mostra una situazione assurda, uno pneumatico di forma quadrata: ciò non ha impedito ad un grosso aereo come un Airbus A380 di atterrare sulla pista. Come mostrano le fotografie, lo pneumatico è completamente sgonfio e di forma quadrata.[1] L’aereo, atterrato a Londra, era decollato da Hong Kong (Cina).

Esperti di aviazione, consultati dal quotidiano “Daily mail”, non sono riusciti a spiegare questa deformazione ed hanno descritto il fatto come "curioso" e "misterioso". L'equipaggio è stato allertato dal sistema automatico della mancanza di pressione in una ruota poco dopo il decollo, ma né il pilota né il copilota potevano immaginare l'esito del caso.

Fonte: actualitad.rt



[1] Lo pneumatico è ancora perfettamente aderente al cerchio e sembra aver modificato, per qualche motivo sconosciuto, le sue proprietà molecolari, tipiche della gomma sottoposta a vulcanizzazione. Oltretutto gli pneumatici in genere, ma soprattutto quelli per aerei, progettati per resistere alle enormi sollecitazioni meccaniche cui sono sottoposti durante decollo ed atterraggio, non possono ridursi nelle condizioni evidenziate dalla foto.

[2] La vulcanizzazione è un processo di lavorazione della gomma, la quale viene legata chimicamente allo zolfo mediante riscaldamento. Attraverso questo processo, inventato da Charles Goodyear nella prima metà del XIX secolo, si ottiene un materiale elastico e poco rigonfiabile se tenuto a contatto con solventi organici. Oggi per "vulcanizzazione" si intende qualsiasi processo chimico, anche diverso da quello originario inventato da Goodyear, che ottenga risultati analoghi. La vulcanizzazione provoca una modifica della conformazione molecolare del polimero alla quale è dovuto l'aumento di elasticità e resistenza a trazione, la soppressione di proprietà negative quali l'abrasività e l'appiccicosità oltre che una maggiore resistenza agli effetti dell'ossigeno atmosferico e a molte sostanze chimiche.


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