mercoledì 25 febbraio 2015

Onde scalari in Australia



Nel mese di febbraio 2015 sono stati rilevati dai satelliti meteorologici alcuni singolari “cerchi” nell’Australia sud occidentale. Il 15 gennaio 2010 uno di questi “anelli” comparve tra città di Kalgoorlie e di Boulder: aveva un diametro di 400 chilometri e tendeva a spostarsi verso est. Le formazioni attuali, invece, sono immobili. Gli esperti sembrano brancolare nel buio: qualcuno evoca non meglio precisate anomalie atmosferiche, altri echi radar. Lo scienziato Randy Cerveny, in modo alquanto sospetto – excusatio non petita, culpa manifesta – ha dichiarato che gli impianti H.A.A.R.P. non c’entrano.

Qualcuno ha chiamato in causa i portali magnetici che Jack Scudder ritiene di aver scoperto. Jack Scudder, ricercatore dell'Università dell'Iowa, finanziato dalla N.A.S.A., reputa di aver identificato dei portali spaziali nella forma di "giunzioni" tra il campo magnetico della Terra e quello del Sole. Li ha chiamati "punti X" o "regioni a diffusione di elettroni".



"Sono luoghi dove il campo magnetico della Terra si collega a quello del Sole e dove si crea un passaggio senza interruzioni che porta dal nostro pianeta all'atmosfera del Sole, a 150 milioni di chilometri di distanza". Le osservazioni inducono a pensare che questi varchi magnetici si aprano e si chiudano diverse volte al giorno e che si trovino a qualche decina di migliaia di chilometri dalla Terra, dove il campo magnetico incrocia i venti solari.
Secondo l’ipotesi di Scudder, questi portali trasportano particelle energetiche che riscaldano la nostra atmosfera, generano tempeste magnetiche e causano le aurore boreali. La N.A.S.A. sta già pianificando una missione per studiare il fenomeno. I punti X si trovano quindi all'intersezione tra le forze magnetiche della Terra e quelle del Sole. "L'improvvisa unione di campi magnetici può spingere particelle cariche dal punto X e creare una regione di diffusione di elettroni", spiega Scudder.

La supposizione inerente ai portali magnetici è suggestiva, ma non si comprende per quale ragione i “ponti” sarebbero stati rilevati dai radar solo in quest’ultimo lustro. Non sono forse lontani dal vero gli studiosi che correlano le "raggiere" ai soliti interventi militari: non è un caso se, come è stato osservato, l’evento è stato registrato in aree australiane afflitte da una siccità micidiale, un’aridità provocata dalla geoingegneria clandestina. Non solo! Circa settanta ore dopo l'osservazione di tale fenomeno, si è verificato un nubifragio nella regione e ciò conferma quanto asseriscono alcuni ricercatori in merito alla possibile previsione di fenomeni atmosferici violenti in correlazione con le strane aberrazioni rilevate dai radar Doppler nel mondo.

Formazioni circolari sono state riscontrate altrove, anche in Italia: sono considerate effetti di campi elettromagnetici o, meglio, di onde scalari.

Fonti:

- segnidalcielo.it
- tomshw.it


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Range finder: come si sono svolti i fatti

venerdì 20 febbraio 2015

Geoingegneria clandestina e media di regime

Pubblichiamo un recente articolo di Dane Wigington, tradotto dall’autore di Offskies. L’attivista californiano chiarisce e denuncia le connivenze dei media ufficiali nelle mistificazioni e nei silenzi inerenti alla geoingegneria illegale.



La geoingegneria illegale non potrà più essere nascosta ancora per molto tempo: i media di regime hanno dovuto cominciare ad affrontare questo problema su larga scala. Negli ultimi tempi sono state pubblicate diverse decine di articoli su testate ufficiali: ventidue di questi sono a disposizione per un’adeguata analisi (vedi fonte in inglese).

Viviamo in un mondo di fumo e di specchi. Un gran numero di figure appartenenti al mondo accademico ha contribuito a creare le illusioni che finora hanno occultato le realtà più terribili: sono realtà che ora abbiamo tutti di fronte. Le bugie e le omissioni sono una parte importante di quell'inganno a cui siamo stati sottoposti ed ognuno di quegli articoli è un esempio lampante di tutto ciò.

In primo luogo, ognuna delle pubblicazioni perpetua la menzogna palese che l'ingegneria del clima è solo per ora una "proposta". Inoltre nessun pezzo di quelli citati (per colpa degli “esperti” che hanno trasmesso loro dati erronei e lacunosi?) si preoccupa mai di menzionare il fatto più clamoroso ed importante di tutti per quanto riguarda "le cosiddette proposte di geoingegneria tramite aerosol": ogni singola particella dispersa in aria deve per forza di cose ricadere a terra! Ogni organismo vivente è soggetto a questa contaminazione, ma questo fatto indiscutibile non è mai neppure accennato.

La struttura di potere non vuole prendere in considerazione le domande della popolazione sugli ovvi pericoli direttamente legati alle attività di geoingegneria clandestina. Il geoingegnere David Keith è stato interpellato in occasione di una conferenza scientifica sul suo "progetto" di diffondere 20.000.000 di tonnellate di alluminio in atmosfera: la sua risposta dovrebbe scandalizzare ed indignare qualsiasi persona dotata di un briciolo di buon senso.

Gli “scienziati” ed i media mainstream omettono sempre di menzionare il fatto che disperdere particolato tossico nell'atmosfera deve giocoforza avvelenare l'intera superficie del pianeta. Le chemtrails hanno provocato uno spaventoso inquinamento della biosfera: ogni nostro respiro è ormai contaminato.

Tutti sono necessari nella lotta in corso per informare, esporre e tentare di interrompere l’insania della geoingegneria. Fate sentire la vostra voce.

Fonte in italiano
Fonte originale


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Range finder: come si sono svolti i fatti

lunedì 16 febbraio 2015

L’attivista intemelio Marco Ballestra nel mirino



Gli attivisti sono nel mirino: si susseguono le iniziative “legali” per zittirli e neutralizzarli. Al blogger ed apicoltore intemelio, Marco Ballestra, è stata di recente sequestrata dalla Polizia municipale di Camporosso (Imperia) un’area di circa 13mila metri quadrati. Il provvedimento è stato disposto dalla Procura di Imperia per presunte violazioni della normativa urbanistica e di quella edilizia nonché delle leggi relative allo smaltimento dei rifiuti.

Nel corso dell’operazione, sono stati requisiti anche due escavatori ed un autocarro. Secondo l’accusa, Ballestra avrebbe proceduto ad un’opera di livellamento del suo terreno, situato presso la sponda del torrente Nervia, alzando il livello del fondo di un paio di metri, in un’area a riassetto fluviale sottoposta a vincolo idrogeologico.

Da alcuni anni Ballestra deve affrontare dispendiosi e logoranti procedimenti scaturiti dalle solite querele per “diffamazione”. Sono denunce sporte da personaggi locali su cui Ballestra aveva pubblicato qualche articolo di cronaca.

Le vicissitudini del blogger ligure sono veramente sintomatiche: poiché forse Ballestra ha ammucchiato un po’ di terra, si mobilitano con zelo degno di miglior causa, Polizia municipale, Corpo forestale dello Stato e Procura, mentre per i veri e comprovati reati ambientali (leggi almeno alla voce “geoingegneria clandestina”) nessuno muove un dito.

In realtà, l’autore ci pare vittima di ignobili vessazioni per aver denunciato il malaffare diffuso nella città di confine con connivenze tra la classe “politica” e la criminalità organizzata. Tra l’altro le imputazioni nei confronti del blogger risultano ancora più bizzarre, se si ricorda che Ballestra è un apicoltore ed un ambientalista vero, conoscitore dell’avifauna (stanziale e di passo) che popola l’oasi del Nervia.

Si continuano ad imbastire processi-farsa contro gli attivisti: l’alibi è sempre il medesimo, una fittizia diffamazione. Dietro le accuse di ingiurie et similia, si nasconde l’inquisizione del libero pensiero, il perseguimento di “reati” d’opinione. Ogni querela ed ogni procedimento per “diffamazione” nei confronti di attivisti e cittadini onesti sono SINONIMO di azione oppressiva, censoria, liberticida, intimidatoria per opera di alcuni settori dell’establishment.

Esprimiamo la nostra solidarietà a Marco Ballestra ed invitiamo i nostri lettori a sostenerlo. E’ necessario creare una rete di supporto con cui non solo difendere gli attivisti, ma utile pure ad inchiodare alle loro responsabilità gli influencers ed i loro fiancheggiatori.


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mercoledì 11 febbraio 2015

Il Sole in letargo

Attività solare al minimo in questo periodo: aveva dunque ragione lo scienziato statunitense Eric Dollar a contraddire quanti prevedevano un Sole sempre più “esuberante”. Tra le altre cose, i cicli della nostra stella incidono pure sulla ionosfera la cui efficienza dipende da una più intensa attività dell’astro. Questo spiega per quale ragione le operazioni chimiche diventano di giorno in giorno sempre più parossistiche: se la ionosfera, indispensabile per le radiocomunicazioni, si indebolisce, i militari vi sopperiscono, creando degli strati ionosferici artificiali a base di metalli elettroconduttivi e… neurotossici.



L’articolo che pubblichiamo, affinché non si cada in visioni unilaterali ed incomplete, va inquadrato nella dialettica tra “naturalismo” ed “artificialismo”.

Sembra che il Sole si sia addormentato. Secondo gli scienziati, l’attività del Sole è al suo minimo da cento anni a questa parte. Le condizioni sono stranamente simili a quelle che precedettero il minimo di Maunder, un periodo a metà del XVII secolo, quando si verificò una piccola era glaciale: nel 1645 il fiume Tamigi ghiacciò.

Alcuni ricercatori ritengono che la debole attività del Sole potrebbe causare notevoli cambiamenti climatici, a partire da una drastica riduzione dei valori termici.

E’ noto che, per un certo periodo, è stata l’attività solare a provocare il cosiddetto ‘global warming', accentuato dalle operazioni di geoingegneria clandestina in sinergia con le emissioni dei riscaldatori ionosferici e non il biossido di carbonio (n.d.r.). L'interpretazione è avvalorata dal fatto che ormai da molti anni le temperature globali sono stabili, in coincidenza proprio con la diminuzione delle eiezioni di massa coronale e di altri fenomeni riguardanti la nostra stella.

“Qualunque misura si adoperi, si osserva che i picchi solari stanno scendendo”, asserisce Richard Harrison del Rutherford Appleton Laboratory nell’Oxfordshire (Regno Unito). ‘Mi occupo di fisica solare da trent’anni e non ho mai visto alcunché di simile”, chiosa l’astronomo.

Mike Lockwood della University of Reading afferma che le temperature più basse potrebbero anche influire sulle correnti a getto, innescando un repentino sconvolgimento dei sistemi meteorologici.

“Stimiamo entro quarant’anni una probabilità del 10-20% che ci si avvii verso un nuovo minimo di Maunder’, precisa l’esperto.

Nel 2014 la N.A.S.A. avvertì che “qualcosa di inaspettato” stava accadendo sul Sole. Il 2015 sarebbe dovuto essere l’anno del massimo solare, con l’acme del ciclo delle macchie, ciclo che dura undici anni circa, ma ne sono state rilevate poche. “Il numero di macchie solari è, a partire dal 2011, ben al di sotto dei valori medi; inoltre forti brillamenti sono stati rari”, spiegano gli scienziati dell’agenzia spaziale statunitense.

Fonte: Latanadizak


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venerdì 6 febbraio 2015

Gianni Lannes è un gatekeeper?

Tempo addietro Gianni Lannes decide per conto suo che UN MILIONE di cittadini si devono riunire tutti a Roma per protestare contro le attività di aerosol clandestine. Reputiamo l'idea bislacca ed anzi ci irrita il fatto di essere stati tirati in ballo, insinuando che, se non vi partecipiamo, significa che...

Pensiamo: "A che gioco gioca Lannes? Chi vuole delegittimare e perché? Cui prodest?". Oltre tutto l'indetto sit-in non ha ricevuto l'autorizzazione per opera della Prefettura.

Già mesi prima in un suo articolo, pubblicato sul blog "Su la testa", sembra si voglia avvalorare la tesi delle fantomatiche scie di condensazione e questo episodio comincia a far serpeggiare qualche sospetto in merito a chi realmente gestisce il blog di Gianni Lannes.

Successivamente a quegli strani eventi, il "giornalista investigativo" si rende protagonista di alcune dichiarazioni sopra le righe, nelle quali il target da screditare è sempre, guarda caso, Marcianò. Fingiamo di non capire e lasciamo correre. A metà maggio 2014, sempre sul blog "Su la testa", viene pubblicato un messaggio privato del Dottor Stefano Montanari, il quale, senza mezze misure e dopo essere scampato ad una nostra querela (fatta evaporare da qualche PM compiacente), spara a zero su Marcianò. Poi, come suo solito, Lannes nasconde la mano... cancella l'articolo ed anche in quel caso la cosa finisce lì. Lo ignoriamo. Per quale motivo, però, Lannes pubblica le spericolate asserzioni di Montanari? Forse perché così qualcuno le legge e si forma un'opinione errata...

Nel mese di giugno 2014, sempre volendo ignorare di aver compreso da che parte sta davvero Lannes, gli scriviamo e gli chiediamo se vuole partecipare, con un'intervista sul tema, alla realizzazione del documentario "Scie chimiche: la guerra segreta". Il Nostro non risponde nemmeno...

Poco tempo dopo la pubblicazione del documentario, Lannes denuncia un attentato incendiario a suo danno. Scopriamo tuttavia che un rogo si è verificato, ma in fiamme è andata una vettura di un esponente del comune in cui risiede il giornalista e le foto sono quelle di un sito web locale. Qualcosa non quadra. Fatto sta che il reporter rimuove l'articolo dal suo blog.

Ora costui annuncia ai quattro venti che è di prossima pubblicazione il volume, edito da "Arianna Editrice", "Scie chimiche: la guerra segreta". Il titolo è sin troppo simile a quello del documentario di "Tanker Enemy". Il motivo? Un'operazione di marketing? Lasciamo al lettore le ovvie conclusioni.

Ed ecco, signore e signori, che Gianni Lannes getta finalmente la maschera: il 5 febbraio 2015 pubblica il seguente scartafaccio, usando un nome di comodo (Giulio Bianchi), dal titolo inequivocabile:

"MARCIANO', MARCIASI': MARCIACHI?

Attenzione agli esperti da cameretta. In Italia, a parte i negazionisti delle scie chimiche, c'è qualche mister "so tutto io", che si arroga il diritto di monopolizzare l'argomento guerra ambientale. A parte il vittimismo conclamato ed esibito ad ogni giro di giostra, sul predetto argomento una premiata ditta le spara sempre più grosse. Questi novelli profeti da condominio sgomitano e sbraitano sempre più per un briciolo di notorietà. Recita l'adagio: "scherza con i fanti ma lascia stare i santi". A buon intenditore poche parole". E ora fuori dai piedi!"

Analizziamo il lessico del testo. Vediamo che in esso compaiono termini usati sino alla noia dalla disinformazione organizzata e questi sono: "cameretta", "premiata ditta", "vittimismo", "novelli profeti da condominio"...

Leggiamo che cosa scrive Task Force Butler al secolo Federico De Massis. Prendiamo un messaggio a caso inviatoci tra le centinaia di comunicazioni intimidatorie e persecutorie ed in cui, per conoscenza, sino dal 2011, è incluso il destinatario "Gianni Lannes".

"Eh sì, decisamente la puzza di merda che si alza dalla cameretta in quel di Sanremo sta appestando l'intera Europa".

Capito? Ora è chiaro un concetto: il blog "Su la testa" è un blog civetta e Gianni Lannes, di conseguenza è un gate keeper [1]. Non credete sia vero? Ne trarrete conferma dalle sue prossime reazioni e da quelle che, a tutti gli effetti, sono suoi collaboratori tra cui un personaggio di notevole peso.

[1] "Gatekeeper" significa letteralmente "guardiano del cancello": il vocabolo designa, nel lessico della comunicazione in Rete o più in generale dei media, un blogger, un autore, un giornalista che, fingendo di informare in modo obiettivo e con l'apparente intento di denunciare problemi scottanti, mescola abilmente menzogne e mezze verità per catturare il consenso di lettori ed attivisti. Dopo aver ottenuto consenso, pilota l'opinione pubblica verso pseudo-verità o la distoglie dai problemi veri per enfatizzare aspetti secondari. Il gatekeeper è una specie di pastore che lascia pascolare il gregge in un recinto un po' più ampio di quelli normali, illudendo le pecore di essere libere. Emblematico è il caso di Adam Kadmon, un ingannevole e fraudolento paladino di un'opposizione "voluta ed autorizzata dal sistema".


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martedì 3 febbraio 2015

L’oleodotto della N.A.T.O. a cui si approvvigionano le compagnie civili


Esiste un’efficace espressione usata dagli economisti, ossia “complesso militare-industriale” (in inglese military-industrial complex): tale dicitura denota non solo la stretta connessione tra strutture belliche ed industrie civili, ma lascia intendere che sovente il confine fra le due sfere d’interesse è labile. Gli interessi in gioco sono molteplici, i profitti astronomici: anche nel caso delle attività di geoingegneria clandestina, in parte occultate dietro l’andirivieni di voli più o meno regolari (all’apparenza), il nesso di cui sopra è evidente. Ne dà conto un articolo non recente ma fondamentale. Ne pubblichiamo un estratto in cui è descritto un oleodotto costruito dalla N.A.T.O.: a questa pipeline si riforniscono i vettori civili di mezza Europa. Tra l’altro i carburanti avio, a base di metalli neurotossici, sono esenti da imposte, pur essendo mille volte più nocivi della benzina per autoveicoli e nonostante un velivolo normale inquini quanto 500 autoveicoli non catalizzati [1], con buona pace degli “ecologisti” e della loro isterica crociata contro i cosiddetti “gas serra”. Inoltre non sono soggetti a controlli.



“Non era un segreto di Stato, ma quasi ed ora il Ministero della difesa, per la prima volta, conferma l’esistenza di un titanico oleodotto militare”. Lo scrisse Francesco Grignetti il 5 febbraio 2007, introducendo il suo articolo “Un oleodotto segreto attraversa l'Italia. Grande Vecchio?” Il pezzo fu pubblicato sul quotidiano "La Stampa".

Ogni giorno migliaia di viaggiatori si imbarcano in uno degli aeroporti europei. I passeggeri non sanno, però, che molte compagnie di bandiera si approvvigionano di carburante dalla N.A.T.O

Gli scali civili serviti dall’oleodotto della N.A.T.O. sono i seguenti:

- Aeroporto di Bruxelles (Belgio)
- Bierset Airport a Liege (Belgio)
- Scalo di Koln-Bonn (Germania)
- Aeroporto di Frankfurt am Main (Germania)
- Schiphol Airport di Amsterdam (Paesi bassi)
- Findel Airport (Granducato del Lussemburgo)

A questa lista vanno aggiunti gli aeroporti militari aperti al traffico civile. L’apertura degli aeroporti militari al traffico civile è avvenuta nel 2002 ed ha conosciuto una crescita strepitosa dei voli low-cost, anche grazie a condizioni fiscali particolarmente favorevoli: questo settore è, infatti, esentato da tasse e da controlli sulle emissioni inquinanti. Come se non bastasse, il traffico aereo low-cost usufruisce di finanziamenti pubblici.

Una rete di distribuzione di carburante di tale complessità ed importanza non può certamente restare segreta. Le persone coinvolte nella costruzione e nella gestione degli impianti sono molte e informate. Nonostante ciò, pochi conoscono questra realtà. Solo qualche fonte giornalistica, ad esempio un servizio di Euronews, si sofferma sul N.A.T.O.- P.O.L. (acronimo che sta per Petroleum Oil Lubrificant), descrivendo uno strumento logistico che si snoda in dieci stati aderenti al Patto atlantico (in Italia assume la sigla di N.I.P.S.).

Fonte: nogeoingegneria



[1] Una stima per difetto paragona l'inquinamento di ogni aereo a quello di 500 auto non catalizzate. L'aeroporto di Malpensa, ad esempio, equivale a 250-300.000 auto al giorno, quello di Linate a 150.000 auto.

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