martedì 29 giugno 2010

Luci sismiche ed archi chimici

A proposito delle manifestazioni atmosferiche foriere dei terremoti indotti, bisogna distinguerle dalle luci sismiche: si osservano, infatti, spesso nembi iridescenti e "cirri" opalescenti che si formano in seguito al passaggio di aerei chimici. Sembra che, tra i diversi possibili segni anticipatori dei movimenti tellurici, si debba concentrare l'attenzione proprio su queste striature nel cielo, indizio di una pesante manipolazione delle condizioni naturali. La disinformazione basa, tra l’altro, il suo inganno sull’equazione tra le cosiddette "luci sismiche" e le iridescenze artificiali. Le prime sono naturali, benché la loro genesi non sia molto chiara; gli arcobaleni chimici sono, invece, il risultato della dispersione di quarzo, di alluminio e di etilene dibromuro (additivo nei carburanti JP8).

"Durante gli eventi sismici, in taluni casi è possibile notare, oltre al caratteristico rumore, anche delle luci che possono manifestarsi come lampi o fiammate.

La teoria dell’effetto piezoelettrico prevede che rocce con composizione cristallina soggette alle compressioni generate dai sismi, siano in grado di produrre luce, grazie alle scariche elettriche. L’effetto di piezoelettricità è presente in un gran numero di cristalli ed avviene sottoponendo due facce del cristallo a compressione: si ottiene così sulle facce trasversalmente opposte una differenza di potenziale anche elevata. La difficoltà della produzione di luci sismiche, mediante questo fenomeno, risiede nella necessità dell’allineamento dei cristalli nelle rocce in modo tale da conseguire la variazione di potenziale necessaria a generare la scarica elettrica e quindi il lampo.

Altri effetti elettrici si possono sviluppare mediante la separazione o il contatto tra strati rocciosi, circostanza che si verifica appunto in corrispondenza di fenditure causate da sismi. Sembra che il gradiente elettrico provocato da queste fratture o dai successivi contatti, potrebbe essere in grado di sviluppare sufficiente tensione da giustificare i bagliori.

Anche la diffusione di calore nei cristalli può generare la produzione di cariche elettriche, trasformando il calore in differenza di potenziale. L’attrito delle rocce sottoposte a compressione e rilascio, evento tipico di un sisma, potrebbe essere in grado di generare sufficiente energia termica per provocare questo fenomeno.

Alcuni ricercatori affermano che, durante il terremoto, si possono formare delle forti correnti ascensionali d’aria dovute alle vibrazioni del suolo. Queste correnti possono caricarsi elettricamente e sprigionare scariche elettriche luminose.

Altri fenomeni che sviluppano luce comprendono le scariche elettrochimiche che si formano per elettrolisi dell’acqua che scorre in anfratti e spaccature della litosfera.

La stessa compressione delle rocce può causare l’emissione di elettroni che, a seguito di collisioni con le molecole dell’atmosfera, possono determinare fiochi fenomeni luminosi.

In altre occasioni, successivamente ad un sisma si è potuta constatare la presenza di tracce di combustione. In tali casi, si ipotizza che il fenomeno sia dovuto alla fuoriuscita di gas infiammabili dal terreno. Risulta comunque difficile comprendere le ragioni dell’innesco della combustione".


Da questa carrellata sulle possibili cause e sulla natura delle luci sismiche, si evince che esse, comunque rare e sovente deboli, sono fulminee. Assomigliano dunque ai lampi di un temporale e non sono manifestazioni durevoli, a differenza delle nubi colorate e dei fasci iridati che non sbaglieremo a considerare, se non i prodromi di un sisma innaturale, un'aberrazione atmosferica dovuta ad interventi militari. Queste nuvole artificiali manifestano interferenze prismatiche con lunghezze d'onda luminose che avvengono solo con "materiale solido estremamente fine", come spiega il fisico canadese Neil Finley. Queste microparticelle sospese nell'aria "generano campi di interferenza attorno ad ogni particella, cambiando il colore della luce".


Fonti:

Autore non indicato, Le luci sismiche
W. Thomas, Le scie chimiche compromettono la vita sulla Terra, 2006





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Range finder: come si sono svolti i fatti

sabato 26 giugno 2010

Il caso "Memphis Belle": un altro falso di contrailscience.com

Il cavallo di battaglia della schiera di disinformatori al seguito di Paolo Attivissimo e gestiti da C.I.C.A.P. e servizi segreti, viene spesso rappresentato da questo spezzone di filmato. Si tratta del documentario intitolato: "The Memphis Belle: a story of a flying fortress". Il filmato risale al 1944. Al quindicesimo minuto circa vengono mostrate quelle che, ad un occhio non attento, paiono davvero essere scie di condensazione (contrails) ed infatti anche nel film vengono definite tali. Non a caso, il "documento storico" viene mostrato da un certo epoxynous, curatore del sito Web di disinformazione "Contrailscience.com", già noto per aver falsificato diversi lavori, tra i quali due testi dedicati ai fenomeni atmosferici.

Non sappiamo se anche il documentario in esame sia una manipolazione ben fatta, ma volendo ammettere che non si tratti di un falso, appare subito evidente un particolare importante: le "scie di condensa" si sviluppano immediatamente vicino agli scarichi dei motori. Inoltre non sembra che alcune scie vengano prodotte dagli scarichi dei motori a scoppio delle fortezze volanti, ma da altri apparati adiacenti (ugelli?).



Vediamo che cosa scrive Gianni Comoretto, famigerato negazionista delle scie chimiche e componente del C.I.C.A.P. (sono stati volutamente lasciati gli errori grammaticali):

[...] "Nel caso delle normali scie di condensa, cioè vapore degli scarichi che condensa in aghi di ghiaccio, la scia si forma sempre dietro al motore, ad una distanza che tipicamente è di alcune decine di metri (se fa MOLTO freddo può essere di 5-10 metri). Se invece si tratta di qualcosa di spruzzato dall'aereo, partirà da punti diversi, (sic!) e inizierà immediatamente". Queste affermazioni non possono essere messe in discussione, in quanto provengono da un illustre esponente del C.I.C.A.P., per Bacco!

Oltre a ciò bisogna evidenziare, ancora una volta, che i bombardieri del Secondo conflitto mondiale, una volta a pieno carico per compiere la loro missione, non erano in grado di operare ad alte quote e spesso non superavano, in volo operativo, i 6.000 metri di altitudine. Sappiamo bene ormai che le contrails non possono assolutamente formarsi a quote inferiori agli 8.000 metri. Allora che cosa ci mostra questo video? Una delle prime operazioni di aerosol della storia? Forse, a meno che non siamo di fronte ad un ennesimo documento spurio ben congegnato.

Appare inoltre strana la dettagliata spiegazione tecnica del fenomeno inerente alla condensazione, quasi come fosse una diretta e consequenziale risposta ad obiezioni mosse solo sessant'anni dopo, in riferimento alla questione "scie chimiche". D'altronde il tema delle scie di condensa era considerato a tal punto irrilevante che il termine "contrail" fu coniato solo nel 1947.

Per concludere, solleviamo un altro dubbio...

Può apparire realistica e veritieria la temperatura dichiarata nel documentario dalla voce fuori campo, se, come si può ben notare, gli occupanti della fortezza volante non mostrano tracce di brina sul volto, nonostante la presenza di forti correnti d'aria provenienti dall'esterno? E' possibile poi l'assenza di pressurizzazione a quote superiori agli 8000 metri? Evidentemente no. E' chiaro che quelle riprese non sono state eseguite ad altitudine elevata e quindi sorge il sospetto che le scie mostrate nel video non siano il prodotto della condensa, ma un'ennesima manipolazione.

Nel filmato qui sotto, estratto sempre da "The Memphis Belle: a story of a flying fortress", possiamo osservare numerosi bombardieri che non rilasciano alcuna scia di condensa.



Essere esposti ad un vento di soli 60 km/h ad una temperatura di 5° Celsius corrisponde ad essere esposti ad una temperatura
ambientale inferiore ad oltre 10° Celsius sotto zero. Questo, ovviamente, è di grande importanza per le parti scoperte del corpo come il volto.

L’esposizione protratta al freddo puo determinare una condizione di ipotermia. Si parla di ipotermia quando la temperatura del nucleo corporeo scende sotto i 35° C. I sintomi si fanno sempre più gravi sino ai limiti della sopravvivenza per temperature corporee di 27-24° C. Il congelamento si verifica per temperature della superficie della cute inferiori a -2° C. Per congelare le parti esposte del corpo è
necessaria una temperatura equivalente di almeno –30° C. Il rischio di congelamento per le parti nude inizia già a una temperatura ambientale di –5° C se esposti a un vento di 60 km/h oppure a –10° C con un vento di 30 km/h.

In base a tali dati oggettivi ed inconfutabili, si può dedurre che un equipaggio sottoposto a temperature vicine ai 40 gradi sotto zero, in presenza di forti spifferi dall'esterno, causati dallo spostamento del loro aereo (non pressurizzato) ad oltre 300 km/h, evidentemente sarebbe dovuto congelare all'istante.







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Range finder: come si sono svolti i fatti

venerdì 25 giugno 2010

La morte della vegetazione

"Quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro." (Piede di Corvo, esponente dei Nativi americani)

Alberi, arbusti ed ortaggi, secondo numerose testimonianze, sono sempre più spesso colpiti dalla clorosi, ossia dal progressivo ingiallimento degli organi verdi, in seguito a distruzione o mancata formazione della clorofilla. La clorosi può essere provocata da condizioni climatiche sfavorevoli, da attacchi di parassiti, da penuria o eccesso di elementi e composti chimici nel suolo. Tipica è la clorosi da ferro, dovuta ad un terreno molto calcareo che rende difficile l'assorbimento del ferro per opera della pianta.

Vari fattori concorrono a danneggiare la vegetazione: le condizioni meteorologiche avverse, i funghi ed il cambiamento delle condizioni pedologiche sono tutti aspetti riconducibili alle scie chimiche o esacerbati dalle criminali attività di irrorazione. Si aggiunga che, come nota il biologo Michael Castle, le chemtrails hanno portato sull'orlo dell'estinzione il Rizobio (Rhizobium), genere di batteri aerobi che vivono in simbiosi con le radici delle Leguminose, in caratteristici tubercoli che la pianta forma come prima reazione all'aggressione batterica. I rizobi sono capaci di fissare l'azoto atmosferico, trasformandolo in sostanza organica che si accumula nei tubercoli stessi. Sullo sfruttamento di questo fenomeno, è basata la pratica economica del sovescio, l'interramento di piante erbacee, ricche di composti azotati (di solito trifoglio, fava, lupino, veccia) allo scopo di rendere fertile il terreno e per migliorarne le caratteristiche chimico-fisiche (PH, compattezza, permeabilità e popolazione della microflora utile).

E' dunque compromesso il ciclo dell'azoto, inoltre i terreni sono resi improduttivi dal carbonato di calcio, un composto peculiare delle scie chimiche. Il carbonato di calcio (CaCO3) è un costituente del calcio, delle concrezioni calcaree, della pietra da calce, ma è ricavabile anche artificialmente ed usato in varie industrie. E' un sale pochissimo solubile in acqua, ma abbastanza solubile in presenza di biossido di carbonio in seguito alla formazione di bicarbonato. Questa reazione reversibile è molto importante nel ciclo geochimico del calcio. Essa dà luogo anche, nel caso di acqua ad elevata durezza temporanea, alla formazione di incrostazioni in tubi e caldaie.

I suoli calcarei sono inadatti all'agricoltura: principale difetto dei terreni calcarei consiste nella ridotta fertilità a causa dell'immobilizzazione di alcuni elementi nutritivi. Tale difetto è lieve nei terreni moderatamente calcarei, mentre si manifesta in modo più intenso al di sopra di PH 8. Poche colture manifestano tutta la loro potenzialità produttiva in questo tipo di terreno.

L'assottigliamento dell'humus, dilavato dalle piogge, fenomeno collegato al generale depauperamento floro-faunistico dell'ambiente boschivo, priva le piante di un fondamentale substrato nutritivo ed espone la vegetazione, sempre più vulnerabile, agli attacchi di parassiti ed ai capricci delle intemperie.

La desertificazione e la crisi agricola sono dietro l'angolo.

Fonti:

Michael Castle, La metodica distruzione della Terra, 2009
Enciclopedie delle Scienze, Milano, 2005, s.v. calcio, rizobio, sovescio
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Range finder: come si sono svolti i fatti

mercoledì 23 giugno 2010

Sun flares (prima parte)

Numerosi articoli sono stati pubblicati in queste ultime settimane a proposito dell'evenienza che l'attività solare culmini in distruttive tempeste tra il 2012 ed il 2013. E' necessario gettare un barlume sul tema per evitare che, come è accaduto per il cosiddetto "effetto serra", si usino certi fenomeni come copertura per l'operazione "scie chimiche". Vedremo nella seconda parte del presente articolo come denunciare questa strumentalizzazione.

Sul Corriere.it, a firma di Franco Foresta Martin, è apparso un pezzo dall'inequivocabile titolo "Il vento solare soffia imprevisto. Timori per le telecomunicazioni". Fisici statunitensi hanno, infatti, scoperto che, anche in fase di scarsa attività della nostra stella, i flussi di radiazioni e particelle possono essere molto intensi.

Scrive Foresta Martin: 'Per ora il Sole ci riserva una sorpresa dopo l'altra - ha dichiarato Sarah Gibson, portavoce del gruppo e geofisica al National Center for Atmospheric Research (N.C.A.R.) di Boulder, Colorado. - Finora si pensava che il cosiddetto vento solare toccasse i livelli più bassi in corrispondenza del minimo dell'attività, quando anche le macchie quasi scompaiono dalla sua superficie. Invece, studiando il comportamento della nostra stella, durante l'ultimo minimo del 2008, e confrontandolo con il precedente minimo del 1996, abbiamo trovato che questa convinzione non è fondata: il vento solare può investire la Terra come un lanciafiamme anche quando non ci sono macchie'.

La metafora del lanciafiamme, ovviamente, non è da prendere alla lettera. In realtà, può succedere che un intenso flusso di particelle elementari di origine solare, giunto al livello dell'orbita terrestre con velocità di centinaia di km al secondo, colpisce il campo magnetico terrestre che funge da scudo contro questo tipo di radiazioni e riesce a penetrarlo, scatenando tempeste elettromagnetiche. Il fenomeno può avere risvolti rilevanti anche per la nostra vita quotidiana, poiché la maggior parte dei moderni sistemi elettronici e di telecomunicazioni è vulnerabile rispetto a questi eventi e può andare in tilt, causando una serie di blackout a catena che investono i satelliti artificiali, le linee elettriche e quelle telefoniche, i trasporti, le trasmissioni radio e televisive, gli apparati G.P.S. etc. [...]

Dei rischi associati alle tempeste solari si è discusso nei giorni scorsi anche nel corso di un seminario internazionale presso la sede dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (I.N.G.V.) a Roma. 'Abbiamo ospitato un meeting internazionale patrocinato dallo S.C.A.R. (Comitato Scientifico per la Ricerca in Antartide) che ha avuto come tema centrale il prossimo massimo di attività solare atteso nel 2012 e le contromisure per mitigarne gli effetti sui sistemi di navigazione satellitare, quali il ben noto G.P.S., ma anche il russo GLONASS e l’imminente sistema europeo GALILEO' - riferisce la dirigente di ricerca, Giorgiana De Franceschi -.[...] Gli esperti di diverse nazioni, guidati dal gruppo di fisica dell’alta atmosfera dell’I.N.G.V. Si sono perciò riuniti per pianificare l’osservazione e lo studio dell’atmosfera polare attraverso una rete internazionale di speciali ricevitori G.P.S. ubicati sul continente Antartico. Da questi studi ci si aspetta una migliore conoscenza di due caratteristiche dell'atmosfera: il vapore d’acqua nella bassa atmosfera (troposfera) ed il contenuto di elettroni nella parte alta (ionosfera) che influiscono sulla propagazione delle onde radio".

E' arduo comprendere quanto queste informazioni corrispondano al vero e quanto, invece, non siano circostanze enfatizzate per scopi inconfessabili. Vero è che tra il 28 agosto ed il 2 settembre del 1859 occorse una gigantesca tempesta geomagnetica, nota come evento di Carrington: il fenomeno causò l'interruzione del telegrafo per quattordici ore e dell'erogazione di energia elettrica (all'epoca comunque poco diffusa, se non in poche grandi città come Parigi, la Ville lumiére) nonché aurore boreali molto luminose visibili anche a Roma, Hawai, Giamaica e Cuba.

La N.A.S.A. che, fino a poco tempo fa, smentiva qualsiasi avvenimento significativo legato ai cicli solari ed al 2012, ora, invece, è in prima linea negli annunci "catastrofici". In Attesa gigantesca tempesta solare per il 2012, leggiamo: "Le nostre reti informatiche e quelle elettriche potrebbero essere distrutte dal picco di attività solare previsto per i prossimi anni. A Washington, non a caso si è aperto il Forum sul clima solare promosso dalla N.A.S.A. in cui protagonista sarà proprio il picco di attività stellare. Secondo Richard Fisher, scienziato della N.A.S.A., 'la nostra società tecnologica ha sviluppato una sensibilità alle tempeste solari senza precedenti'. Siamo, infatti, dipendenti dalle apparecchiature elettroniche. L’onda di particelle, tra i suoi effetti, potrebbe sortire anche quello di mandare in tilt i nostri satelliti. Potremmo, nell’arco di poco tempo restare al buio, senza energia elettrica e comunicazioni. 'Il primo segno di pericolo verrebbe quando le radiazioni iniziassero a disturbare segnali radio e dispositivi G.P.S. Dieci o venti minuti dopo, i satelliti commerciali, che trasmettono conversazioni telefoniche, televisive ed informazioni di ogni genere sarebbero praticamente spazzati via', ha asserito Tom Bogdan.

Poco dopo sarebbe la volta di tutte le linee elettriche. Le radiazioni sarebbero in grado di indurre corrente sulle linee elettriche ad alto voltaggio. Il che porterebbe alla distruzione praticamente di tutti i trasformatori sul pianeta. Il tutto, accadrebbe simultaneamente dappertutto".



Leggi qui la seconda parte.





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Range finder: come si sono svolti i fatti

lunedì 21 giugno 2010

Le false contrails del Secondo conflitto mondiale

Nell'ambito della diatriba sull'esistenza o meno delle scie di condensa già durante il secondo conflitto mondiale, sono state spesso proposte queste foto. Esse, obiettivamente appaiono monocromatiche e sembrano più essere il frutto di una manipolazione piuttosto che fotografie genuine e non artefatte. Se analizziamo con attenzione una delle immagini presentate dalla disinformazione (vedi contrailscience.com, Paolo Attivissimo e C.I.C.A.P., tanto per citare qualche nome), appare subito evidente che qualcosa non quadra.

Osservate l'immagine in testa all'articolo. Essa mostrerebbe un certo numero di bombardieri rilasciare scie di tipo persistente. Questa istantanea dovrebbe dimostrare l'esistenza della scie di condensa già all'epoca del secondo conflitto mondiale. Sussiste, però, un problema. Nella foto si notano alcuni velivoli in virata. Questa manovra è evidenziata dalla curva disegnata dalle corpose scie, ma se eseguiamo l'ingrandimento della sezione che inquadra la sagoma dei bombarderi, salta subito all'occhio che i velivoli appaiono in assetto orizzontale, senza, invece, essere inclinati a sinistra, così come sarebbe logico a seguito di tale manovra.

Si tratta quindi, anche in questo caso, di un falso creato allo scopo di ingannare il pubblico meno accorto. Questa breve carrellata di immagini evidenzia, invece, come il fenomeno della condensazione all'epoca del Secondo conflitto mondiale sia frutto di mistificazione. Si noti la qualità generale degli scatti, del tutto in contrasto con le immagini fumettistiche che dovrebbero dimostrare, secondo la disinformazione, la presenza di scie di condensazione persistenti negli anni '40 del XX secolo.

A riprova di quanto affermato, basti pensare che il termine "contrail" fu coniato solo nel 1947.

Il disinformatore Paolo Bertotti (Skure), nel vano tentativo di confutare i risutati di queste analisi, scrive: "Nessuno si è accorto che la foto originale è stata ritagliata e raddrizzata per non far notare l'inclinazione del piano alare?".







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Range finder: come si sono svolti i fatti

sabato 19 giugno 2010

Le scie chimiche sterminano i pipistrelli

Nel dossier "Eco-apocalypse now 2", Alessio Mannucci passa in rassegna i principali disastri ambientali di questi ultimi anni. Abbiamo estratto la parte dedicata alla moria dei pipistrelli, problema che affligge, negli Stati Uniti, soprattutto la California ed il New England. I biologi non riescono a comprendere la radice del grave fenomeno, ma le scie chimiche, come avvertono l'agronoma Rosalind Peterson ed il giornalista Michael Murphy, sono all'origine di questa ennesima tragedia ecologica, preludio di altre catastrofi.

La moria dei pipistrelli è stata notata nei nevosi stati di New York, Vermont e Massachusetts, le cui caverne o vecchie miniere sono siti d’ibernazione [1] di questi mammiferi. I biologi dell'Environmental Conservation Department hanno tentato un censimento in quattro grotte e miniere dello Stato di New York, calcolando che il 90% degli animali, che vi avevano svernato in letargo, è morto. Li si è visti uscire d'inverno in pieno giorno dalle caverne, mentre di solito volano di notte e d’inverno vanno in letargo e morire sbattendo le ali nella neve. La malattia che li uccide - chiamata “Sindrome del naso bianco” - ha cause sconosciute: si suppone sia un virus o un batterio, un'intossicazione da inquinamento o un disordine metabolico. Dieci laboratori statunitensi stanno vagliando tutte le ipotesi, ma, per ora, senza esito.

In una sola grotta presso Albany, dove erano stati contati 15.584 pipistrelli nel 2005, ne sono stati trovati 6.735 nel 2007, ma appena 1.500 quest’inverno. Alcuni studiosi sospettano che il motivo della strage possa essere un pesticida, introdotto di recente per stroncare il virus del Nilo. [...] Altri gruppi di biologi stanno monitorando il comportamento degli insettivori durante il letargo nella caverne per mezzo di telecamere ad infrarossi, per vedere quante volte si svegliano durante l'ibernazione e per misurare la temperatura corporea del branco.

Il professor Thomas Kunz, biologo della Boston University, ha studiato i resti dei pipistrelli uccisi dal misterioso male ed ha notato che sono anormalmente magri, mancanti del grasso - specie del cosiddetto "grasso bruno", una sorta di accumulo che si trova tra le scapole e che fornisce l'energia per il primo volo agli animali che escono dal letargo. Le femmine, così magre, non raggiungono l'ovulazione e quindi, anche se sopravvivono, non partoriscono (nelle specie studiate, ogni femmina genera solo un figlio l'anno, il che rende concreto il pericolo di estinzione). "La presenza dei pipistrelli nel Texas consente ai coltivatori di cotone di salvare da un sesto ad un ottavo del raccolto, perché le nottole divorano gli insetti nocivi", ricorda la dottoressa Elizabeth Buckles, specialista in mammiferi della Cornell University: "La falcidia in corso - mezzo milione di insettivori scomparsi nel solo Vermont - avrà di sicuro effetti economici. Li constateremo la prossima stagione, come sovrabbondanza di insetti infestanti".


[1] Ibernazione: fenomeno per cui certi animali, quando la temperatura scende sotto il limite compatibile con le attività vitali, cadono in uno stato di torpore o di sonno.

Fonte: Quantico-appunti






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giovedì 17 giugno 2010

Sfere di luce ed incidenti aerei

I foo fighters del XXI secolo

L'articolo che proponiamo, basato su fonti militari francesi, riguarda un misterioso fenomeno su cui molti testimoni e ricercatori nel campo delle chemtrails si interrogano, ossia la frequente concomitanza tra i voli di aerei chimici e l'apparizione di sfere. Il tema è molto intricato: evitando speculazioni ed ipotesi, ci limitiamo a rendere conto di una manifestazione che risale almeno alla Seconda guerra mondiale, quando globi luminosi furono avvistati da piloti statunitensi, britannici e tedeschi.

Dominique Weinstein appartiene al Centro nazionale francese per gli studi sugli U.F.O., G.E.I.P.A.N. Egli ha analizzato trecento casi di fenomeni aerei non identificati (U.A.P.) che sono stati riportati in tutto il mondo da piloti militari e civili nell’arco temporale che va dal 1947 al 2007. Di questi casi, trentanove hanno implicato effetti elettromagnetici. Quindici aerei hanno perso le comunicazioni radio, nove hanno subito danni alle bussole magnetiche (una di queste due ha misurato ed indicato direzioni opposte), sette radio bussola automatici [1] hanno smesso di funzionare. Inoltre sei aerei hanno mostrato problemi meccanici; in cinque velivoli militari sono stati riscontrati diversi problemi con il sistema d’armamento; tre hanno avuto avarie elettriche. In tutti i casi, le conseguenze sono state temporanee e, quando il foo fighter ha lasciato la zona, tutto è tornato alla normalità.

L’87% di questi incontri si è verificato a quota di crociera. Conferme radar o rilevazioni temporanee dei globi sono state registrate in centoquarantasei casi. L’81% di questi incidenti è stato rilevato dagli apparati radar. Weinstein ha individuato centoventidue casi contraddistinti da un'elevata possibilità di incidenti aerei. Trenta eventi hanno coinvolto una sfera in rotta di collisione, altri venti hanno riguardato passaggi molto vicini alla fusoliera del velivolo. Ventiquattro piloti hanno dovuto compiere manovre evasive e tre incontri su cinquanta hanno causato feriti tra i passeggeri.

Nel caso di Frederick Valentich, risalente al 1978, il pilota morì e l'aereo fu distrutto. Per il direttore esecutivo del N.A.R.C.A.P., Ted Roe, gli eventi più complicati non vengono catturati dai radar, soprattutto quando si tratta di sfere. Roe ha esaminato centoventi casi che hanno coinvolto quarantaquattro sfere all’interno del territorio degli Stati Uniti (nel 1966 in Florida durante la campagna elettorale per il governatore, Haydon Burns ordinò al pilota del suo aereo di inseguire due globi luminosi che erano sopra la loro rotta, ma i foo fighters scomparvero rapidamente durante la manovra).



Solo quattro di questi quarantaquattro eventi sono stati osservati dai radar di terra, ma quindici sono stati registrati come missili potenziali. In quattro casi, i piloti hanno inviato segnali con i fari per allertare della presenza delle sfere. "A causa del basso tasso di sopravvivenza in caso di collisione aerea e di registrazione attraverso i radar di vari oggetti durante questi eventi” - ha avvertito Ted Roe nella sua relazione - "non si può affermare con certezza che le sfere volanti non sono state i principali fattori di disastri aerei." Molti di questi casi sono stati archiviati diversi decenni addietro, ma, secondo i ricercatori del N.A.R.C.A.P., Carlos Guzman ed Aphonso Salazar, alcune sfere hanno accompagnato aerei commerciali in Messico.



C’è abbastanza materiale da analizzare, ma ottenere accesso a certi documenti è un'altra questione. "La conoscenza non è conoscenza, se si incorre nel cover-up" - ha dichiarato Ted Roe che, insieme con Haines, ex scienziato della N.A.S,A., sta redigendo un dossier per il "Progetto Sfera". "Questo è per me un esperimento. La scienza è un processo graduale. Se si fosse agito nel modo giusto già alcuni decenni orsono, non sarebbe necessario avere un grosso incidente per richiamare l’attenzione del pubblico".


Articolo correlato: Rimini, avvistate sfere di luce sopra l'aeroporto "Fellini", 2010

Fonte:
C.U.T.


[1]Aviation Dictionary: radio compass

An airborne direction finder operating in a medium frequency in conjunction with nondirectional beacons or radio stations operating in a medium wave. The system consists essentially of a loop aerial superimposed with a selsyn system to remove 180° ambiguity.




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martedì 15 giugno 2010

I "gate-keepers", ossia i falsi ricercatori indipendenti

Sul numero 24 del settimanale “Oggi”, giugno 2010, è apparso un articolo a firma di Gaia Passerini, intitolato “Il mistero delle scie chimiche”. All'interno dell'inchiesta, un evasivo box sul Morgellons è stato curato da Edoardo Rosati. Il testo, piuttosto scarno, si può considerare passabile, perché, almeno non dà spazio alla disinformazione ed alle sue mistificazioni. Tuttavia, nella didascalia di una foto che ritrae un aereo chimico (pag. 119), si menziona il sito sciechimiche.org come portale nato dal dibattito sulle chemtrails. Non sappiamo se la citazione di quel sito sia la conseguenza di ingenuità o piuttosto un espediente per dirottare i lettori verso un covo di ciarlatani, per sterilizzare così la denuncia contro le chemtrails.

Non importa qui stabilirlo, ma è ineludibile ricordare che sciechimiche.org è da tempo una realtà controllata e gestita dai servizi, con un forum i cui moderatori (ad esempio, Reverendo Stone e Darko) sono calunniatori di professione, oltre che scaltri imbonitori: essi, fingendo di occuparsi dello scottante problema, si adoperano per contenere ogni prolissa e sterile discussione nel recinto delle elucubrazioni, delle "teorie", dei distinguo più capziosi. Non solo, i redattori non rispondono neppure ai cittadini che intendono agire e che chiedono informazioni su come rendere la loro protesta più incisiva. Infine la petizione su sciechimiche.org ristagna da almeno un lustro, senza che le firme siano state inoltrate ai ministeri competenti.

In tanti anni codesto melmoso portale non ha mai dato vita ad alcuna iniziativa concreta, baloccandosi con qualche fotografia o cronaca ed impegnandosi con zelo degno di miglior causa solo nella diffamazione dei gestori di Tanker enemy, dei suoi lettori e sostenitori. Singolare che alcuni utenti del forum si siano adeguati al modus operandi dei faziosi e settari moderatori: è il caso, ad esempio, di Red Cloud, ex sostenitore di questo blog, oggi "anima morta" che, nei suoi sproloqui, biascica diffamazioni e vituperi.

In verità, il sistema agisce su diversi fronti: con i media mainstream, la cui credibilità tra il pubblico è proporzionale alla quantità di menzogne propalate; con i blog-cloaca dei ciarlatani avvolti in paludamenti da "scienziati"; con i siti-civetta. Sono questi ultimi i più insidiosi: i loro curatori, con pazienza certosina, attraggono a sé i cittadini indignati di fronte alle mille storture e scelleratezze del potere. Li lasciano poi pascolare in forum in cui bazzicano ciurmatori della peggior specie, individui abituati a frodare, a carpire la buona fede, a mentire, a falsificare ed a censurare. Nel forum di cosenascoste.com (meglio cozzenascoste) spadroneggiano moderatori, come l'infingardo ed infido Wasp [1]; quello di Nibiru2012.it è territorio di masnadieri.

Insomma, queste ed altre satrapie della disinformazione operano per schiacciare la verità ovunque sia divulgata, la libertà di pensiero ovunque si manifesti. Gli infiltrati ricorrono alle tecniche più raffinate, intrudendosi in siti e blogs, simili a virus che, un po' alla volta, aggrediscono un organismo che debilitano e portano alla morte. Da non trascurare che, simulando di essere dei ricercatori indipendenti, costoro riescono pure a rifilare qualche loro scadente, ma costoso prodotto (DVD, libri...). Pecunia non olet.

Questo articolo mira ad essere un avvertimento, poiché può succedere che un fruitore della Rete, pur non essendo del tutto sprovveduto, si lasci abbagliare dagli specchietti per le allodole. I disinformatori sono figuri molto astuti, ma, prima o dopo, si tradiscono o perché usano un linguaggio che rivela la loro appartenenza o per l'ostinazione speciosa sui cosiddetti "fatti" o poiché le loro sforzate analisi, che ambirebbero ad essere contro-corrente e dissonanti con il pensiero unico, puntando alla fine solo sul denaro, sul capitalismo e sull'inefficienza delle istituzioni, spremono poco più di un luogo comune.

[1] Wasp di cosenascoste afferma di essere un ventunenne sardo: sarebbe quindi un caso di omonimia con il famigerato Wasp-Nigrelli: è inutile cercare di capire se siano due persone diverse oppure no: metodi e linguaggio sono i medesimi. Si tratta sempre di impostori.





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Range finder: come si sono svolti i fatti

domenica 13 giugno 2010

Un batterio uccide i kiwi italiani (articolo di Luca Zanini)

Le scie chimico-biologiche distruggono le coltivazioni di kiwi nel Lazio

Un batterio sta compromettendo le coltivazioni di kiwi nel Lazio. Il problema si inquadra nella crisi agricola che ha colpito ampie aeree cerealicole ed ortofrutticole negli Stati Uniti meridionali ed in California: imprenditori agricoli ed agronomi si arrovellano per tentare di comprendere le cause del fenomeno e soprattutto per arginare i danni, ma, senza tema di smentita, possiamo affermare che le scie chimico-biologiche sono all'origine della batteriosi che ha aggredito i kiwi. Infatti, "sul banco degli imputati è lo Pseudomonas syringae pv. actinidiae, il microrganismo che provoca la «Batteriosi del Kiwi», un cancro batterico che conduce a morte la pianta." Non è forse lo Pseudomonas syringae uno degli "ingredienti" tipici delle chemtrails? Sarà ora che gli agricoltori (e non solo loro) si sveglino, se non vogliono perdere interi raccolti e finire in rovina.

Ringraziamo l'amico Luka78 per la segnalazione.


CISTERNA DI LATINA - «Se la strage delle palme ad opera del punteruolo rosso vi ha impressionato, aspettate di vedere che cosa sta facendo la batteriosi ai nostri kiwi». Cisterna di Latina, 50 chilometri a Sud di Roma. Siamo nella «piccola Nuova Zelanda», come l'hanno ribattezzata gli esperti di agricoltura: nelle verdi campagne che vanno da Cori al mare si coltivano i migliori kiwi d'Italia. E' una produzione da record, ora minacciata dal cancro dell'actinidia. L'Italia è il primo produttore di kiwi dell'emisfero Nord (dopo la Cina, paese d'origine del prezioso frutto), seguita dalla stessa Nuova Zelanda, terra dove l'actinidia è considerata un bene nazionale. Il Lazio è terzo in classifica con novemila ettari a kiwi, di cui settemila dalla periferia sud della Capitale fino ai frutteti intorno a Cisterna, l' area più importante dell'emisfero. Sono a rischio oltre 1 milione e cinquecentomila tonnellate di prodotto.

TRENT'ANNI DI FATICHE - Sarà un raccolto da crisi quello del prossimo autunno (si va fino alla terza settimana di novembre): un danno di milioni di euro per quello che è uno dei migliori kiwi sul mercato: il «kiwi Latino», premiato nel 2004 con l'attribuzione dell'I.g.p. europea. Trent'anni dopo il primo impianto di quello che sarebbe divenuto lo «smeraldo dolce» dell'Agro Pontino, sotto i pergolati ombreggiati da grandi foglie tonde, si aggirano preoccupati gli agricoltori di Latina: un microrganismo sta distruggendo gran parte delle produzioni della provincia. Era il 1973 quando, in frazione Borgo Flora, Aldo Lepidio e Renato Campoli avviarono le prime colture della varietà Actinidia Hayward, tuttora la più diffusa.

IL GIALLO E IL VERDE - Sul kiwi giallo - che nella provincia di Latina è coltivato su circa 900 ettari - la batteriosi si è sviluppata su circa il 90% della produzione. Tant'è che circa il 40% degli impianti di questa varietà sarebbe già stao estirpato o tagliato, unico modo di contrastare la batteriosi. «Siamo davvero preoccupati - dichiara Alfio Lepidio, erede dei primi coltivatori di kiwi del Lazio - Anche sulla varietà verde ci sono segnali allarmanti. Le foglie si presentano con macchie circolari nere e tendono ad accartocciarsi su sé stesse». Soltanto in provincia di Latina, i danni ammontavano, a metà maggio, a 60 milioni di euro; colpito l'80% delle piante di varietà Gold, su un'area infettata di circa 400 ettari.


IL KILLER SILENZIOSO - Sul banco degli imputati lo Pseudomonas syringae pv. actinidiae, il microrganismo che causa la «Batteriosi del Kiwi», un cancro batterico che conduce a morte la pianta, una patologia grave - in poco tempo la pianta può morire - di cui non sarebbe stata chiarita la provenienza e per la quale, al momento, non sarebbe stata individuata alcuna cura. Il problema sembrerebbe legato all'importazione dello «Jin Tao» (il kiwi giallo di origine neozelandese), ma l'infezione - come si è visto - non riguarda più solo i kiwi gialli. Secondo la Coldiretti, il kiwi «rischia di scomparire» sia dalla provincia di Latina sia da quella di Roma, «se non si individua al più presto una strategia medica». Nella sola area della capitale si potrebbero perdere circa 340mila tonnellate di kiwi (è una delle aree a maggior resa per ettaro).

FOCOLAI A MACCHIA DI LEOPARDO - David Granieri e Vito Tizzano, rispettivamente direttore e presidente della Coldiretti Roma, sottolineano la diffusione dell'epidemia: «Stiamo assistendo ad una crescita dei focolai - spiegano - dato che la patologia si sta diffondendo a macchia di leopardo, dal kiwi giallo a quello verde». Mercoledì 9 giugno, a Latina, si è tenuto un vertice tra istituzioni e produttori per tentare di dar vita ad un tavolo tecnico di concertazione per individuare le strategie di cura nonché le iniziative politiche al fine di reperire i fondi necessari a coprire i danni. Giovedì 10 è in programma a Roma, presso il C.R.A. (Centro di ricerca per la frutticoltura) un seminario sulla batteriosi, ma è ormai da quasi un mese che si tengono incontri tra associazioni di produttori, Coldiretti, Istituto di patologia vegetale dell'Università di Roma e la Regione Lazio, rappresentata da Roberto Ottaviani, nuovo direttore vicario del servizio fitosanitario regionale.

LAVORATORI A RISCHIO - Pesanti le conseguenze sul fronte occupazionale: da Roma a Latina. Il 30 per cento della produzione nazionale è «Made in Lazio», con un totale di circa 1,5 milioni di tonnellate raccolte, di cui 340mila a Roma, oltre 1 milione a Latina e 105 mila a Viterbo. Decine di aziende e centinaia di lavoratori rischiano la bancarotta, anche perché, nel Lazio, Castelli Romani e Pianura Pontina sono diventati un luogo ideale di coltivazione e non solo per le caratteristiche del terreno di origine vulcanica. Pesa una fortuita casualità climatica. Le stagioni dei campi, intorno a Latina, sono esattamente le stesse di quelle delle coltivazioni dei kiwi in Nuova Zelanda, solo che sono al contrario: il nostro novembre è la loro primavera. Così, quando a Sud di Auckland curano l' impollinazione, qui si raccoglie il miglior prodotto d' Europa; quando per i Neozelandesi è inverno, qui i frutti crescono a grappoli sotto il largo fogliame. «Mio padre - racconta Alfio Lepidio camminando tra i filari - cominciò con poco più di un ettaro. Oggi ne abbiamo 70 di proprietà, ma commercializziamo 70 mila quintali raccolti su oltre 200 ettari ed esportiamo in Russia, India, U.S.A. ed Australia. La crisi da batteriosi potrebbe metterci in ginocchio». Gli agricoltori sono tutti preoccupati, «ma confidiamo nella ricerca perché, al momento, non ci sono prodotti idonei a fermare il batterio».

VIAGRA VERDE - Il consumo di kiwi in Italia, a fronte di una riduzione generale dell'acquisto di frutta, è tra i pochi a non aver subito flessioni. Al contrario, negli ultimi anni è cresciuto, anche grazie alla sua fama di frutto salutare: oltre ad un elevato contenuto di vitamina C (85 mg per 100 g) e ad un rapporto ottimale sodio/potassio, contiene actinidina - enzima che rende digeribili le carni - vitamine A ed E, potassio, magnesio e perfino arginina, un potente vasodilatatore. Secondo uno studio statunitense, le percentuali di arginina nel frutto sono così elevate da farne un vero e proprio «viagra verde».


Fonte: corriere.it





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Range finder: come si sono svolti i fatti

venerdì 11 giugno 2010

H.A.A.R.P. secondo lo scienziato Lloyd Zirbes

Il seguente breve articolo su H.A.A.R.P. disegna uno scenario inquietante: secondo il fisico Lloyd Zirbes, che supera le pur sinistre intuizioni del Dottor Alessio Di Benedetto e di Nick Begich, gli impianti di antenne le cui emissioni elettromagnetiche riscaldano e manipolano la ionosfera, rischierebbero di spostare la Terra dalla sua orbita. La degradazione della magnetosfera, provocata dai sistemi H.A.A.R.P., anche prescindendo dalla catastrofica supposizione ventilata da Zirbes, è un fenomeno che suscita gravi inquietudini.

Tralasciamo pure le interpretazioni dello scienziato sulla gravità, tallone d'Achille della scienza moderna e contemporanea, per concentrarci sulla possibilità che i signori della guerra, in un delirio di onnipotenza, perdano il controllo delle loro armi. Chi scherza con la tecnologia scherza con il fuoco e rischia di scatenare l'inferno.


Il ricercatore Dottor Lloyd Zirbes, esperto di geomagnetismo, ritiene che le teorie di Galilleo Galilei siano errate, come la teoria di Isaac Newton su cui si fonda la legge di gravitazione universale. Secondo Zirbes, ciò ha determinato la fondazione di una scienza contesta di bugie e minata da fraintendimenti. Egli ha riformulato la nota equazione di Einstein (E=Mc2) nel modo seguente: G=MV2.

Il fisico è anche uno strenuo oppositore del progetto H.A.A.R.P. su cui ha scritto: "La lacerazione del campo magnetico terrestre causerà squilibri che si aggiungeranno ai danni provocati alla ionosfera dalle radiazioni generate dagli ordigni nucleari. Il campo magnetico terrestre tiene il nostro pianeta in equilibrio con il sole e la luna. Alterarlo significa rischiare di deviare la Terra dalla sua orbita per proiettarla verso il Sole o lo spazio".

Ringraziamo l'amico che ci ha segnalato l'articolo.


Fonte:
fdp.nu





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Range finder: come si sono svolti i fatti

mercoledì 9 giugno 2010

Una misteriosa "piaga" sta distruggendo centinaia di ettari coltivati

Pubblichiamo un articolo sui danni che un misterioso "aggressore" (un fungo?) sta determinando alle colture cerealicole ed ortofrutticole negli Stati Uniti meridionali. E’ palese che l’inquietante fenomeno è, come correttamente osservano quasi tutti i lettori che hanno commentato la cronaca, una diretta conseguenza delle scie chimiche. Assistiamo ad una deliberata, criminale distruzione delle risorse agricole, secondo gli obiettivi indicati, ad esempio, nelle infami "Georgia guidestones". Devastare l’ambiente, affamare la popolazione e ridurne drasticamente il numero sono gli scopi perseguiti con successo: come sempre le chemtrails sono l’arma letale numero uno. Crisi agricola, carestie, assalti ai supermercati, penuria di viveri... sono scenari di un futuro non lontano?



I fatti: puntini sembrano "bruciare" le foglie; l'area interessata si trova nelle contee di Tipton e Shelby; gli agricoltori temono di perdere il loro intero raccolto.

Memphis, 6 giugno 2010. Un mistero riguarda le aziende agricole del MidSouth (regione del Mississippi).

Qualcosa sta uccidendo le colture, gli alberi, anche le erbacce e nessuno riesce a spiegare il perché. Gli agricoltori sono preoccupati per i loro raccolti che rischiano di essere distrutti da una "peste" misteriosa. [...] Piccoli punti sembrano aver bruciato le foglie di tutti i tipi di piante; essi appaiono diversi a seconda della pianta. Sugli steli e le foglie del mais, i puntini sembrano trasformarsi in grumi bianchi al centro. In altre piante, una polvere bianca macchia le foglie e poi le distrugge.

"Abbiamo trovato queste macchie su tutte le erbe, i fiori, sugli alberi di prugne, sulle erbacce", ha affermato Toni Holt, agricoltore biologico "E 'apparentemente su tutto".[...] A meno di dieci miglia dalle colture di Holt, la "piaga" potrebbe colpire centinaia di ettari di mais nelle fattorie Wilder.

Il primo pensiero è stato che un nuovo parassita o insetto stia provocando questi danni che sono identici nelle aziende biologiche come in quelle che usano insetticidi ed anticrittogamici. Holt ha anche trovato dei pulcini morti nei nidi.

"Siamo preoccupati per questo. Non sappiamo se la morte dei nidiacei sia connessa con i danni alle colture, ma è allarmante", ha detto Holt. "Abbiamo cavalli, siamo preoccupati per i cavalli. Abbiamo polli. Vendiamo le nostri uova al mercato."

Gli agricoltori che abbiamo interpellato sono convinti che qualcosa nell'aria ha causato questo disastro. Stanno chiedendo all'U.S.D.A. (Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, n.d.t.) e ad altri esperti di esaminare il problema.

Fonte: wreg.com



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Range finder: come si sono svolti i fatti

lunedì 7 giugno 2010

Dentro il "Mistero"

Molti si sono chiesti per quale motivo la televisione commerciale abbia, attraverso il programma "Mistero", lasciato filtrare alcune verità scabrose come quelle inerenti alle scie chimiche, ai cosiddetti Illuminati ed al signoraggio bancario. Forse è ozioso porsi tante domande, visto che, comunque la si pensi, gli eventi incalzano, giorno dopo giorno e si rischia solo di perdersi in sterili diatribe sui veri motivi del disclosure. Tuttavia, non è del tutto inutile evidenziare gli aspetti controversi dell'operazione, per amore di chiarezza.

Il cenno ad argomenti scottanti risponde ad un cambiamento di rotta nell'informazione, dovuta all'azione di gruppi dissidenti che operano all'interno dei media ufficiali? Non si può escludere del tutto, ma ciò pare poco verosimile, nonostante la buona fede del conduttore, degli inviati e dei realizzatori dei servizi.

La presentazione di certi temi, sommaria benché globalmente corretta, è da leggere nel quadro di una lotta intestina tra potentati, come avvertimento che qualcuno manda ad ex sodali, alludendo alla possibilità di rivelazioni e ritorsioni, qualora si decida di detronizzarlo. Credo che questa interpretazione sia plausibile: mentre la R.A.I. è roccaforte inespugnabile del C.I.C.A.P., i cui esilaranti istrioni sono i registi di una monolitica disinformazione, le reti Mediaset sembrano qua e là volersi sbilanciare, lanciando dei messaggi obliqui a destinatari incogniti.

La decisione si spiega con fini meramente pragmatici: ai produttori interessano gli incassi pubblicitari e gli ascolti. Chemtrails, signoraggio e specialmente U.F.O. sono soggetti che "tirano", garantendo apprezzabili percentuali di telespettatori e quindi profitti. Si suole ripetere "Segui la scia di denaro". E' questa una lettura convincente, anche se, a mio parere, un po' riduttiva.

Si sta sondando il feedback dei telespettatori di fronte ad una parziale disclosure che potrebbe preludere ad un ricambio della classe dirigente.

Alcune di queste spiegazioni potrebbero in parte integrarsi e non essere del tutto incompatibili tra loro.

Non è tutto così lineare: ad esempio, il servizio sul signoraggio è stato in parte basato sul famigerato documentario "Zeitgeist" che, in mani incaute, causa più danni che benefici. Va rilevato che "Zeitgeist" è, però, una delle principali fonti sull’economia di rapina e citarlo non denota necessariamente intenti disdicevoli. Le interviste a David Icke, non prive di spunti preziosi, come la spiegazione della dialettica para-hegeliana, problema-reazione-risoluzione, ed il cenno al totalitarismo per gradi, non hanno toccato alcuni tasti dolenti, quale il progetto di impiantare un microprocessore sottopelle. Se il pubblico fosse dotato di capacità di discernimento (ed ammettiamo che è arduo sceverare anche per chi ha dimestichezza con certe trame governative), evitando sia di rifiutare a priori le verità sconvolgenti sia di idolatrare David Icke, certi format sortirebbero discreti risultati.

Purtroppo l'opinione pubblica è spesso incline a credere o a non credere: rinuncia ad osservare e ad investigare motu proprio, è restia a leggere, a documentarsi. Il sistema punta su questo atteggiamento dicotomico e soprattutto sull'obsolescenza della verità, quanto più essa contraddice i pregiudizi inveterati. Nell'arco di pochi giorni, il problema delle scie chimiche è eclissato dall'assai più urgente e tragica questione di questo periodo: i mondiali di calcio. Chi vincerà i campionati? Gli Azzurri riusciranno ad arricchire il loro palmares con un'altra rutilante coppa? L'allenatore della nazionale celebrerà il trionfo o sarà messo alla gogna?

Sono comunque sintomatiche le reazioni che “Mistero” ha suscitato: isterici attacchi di “critici” televisivi, sberleffi ai danni di Raz Degan e degli inviati, maldestri tentativi di confutare le affermazioni su scie chimiche e signoraggio. Quasi sempre ci si è accaniti puerilmente contro il titolo della produzione televisiva (si giudica spesso un libro dalla copertina) o si è adottato il solito “argomento” ad personam, tentando di screditare i ricercatori intervistati. Molti strali sono stati lanciati pure dai piccoli fans di agenti di controllo, come Gabbanelli e Travaglio, i paladini di “un’opposizione voluta ed autorizzata dal sistema” (G. C. Argan), eroi che servono ad incanalare verso obiettivi di scarso rilievo le frustrazioni dell’utente medio che, a conoscenza di qualche scandalo finanziario, si convince di aver scoperto chi sa quali segreti. Una delle recensioni più acide, infatti, è stata scritta da uno scombiccheracarte della testata Il Fatto quotidiano, il giornale diretto da Padellaro e nella cui redazione spicca lo zerbinotto riccioluto.

Questo settore della disinformazione, mascherato da giornalismo indipendente, è ancora più subdolo dell’accolta di occultatori manovrati dal C.I.C.A.P. e da altre protesi del potere, poiché gode di credito presso i cittadini più consapevoli o, meglio, che pensano di essere consapevoli. Davvero tra le strategie più efficaci escogitate dagli apparati, bisogna annoverare la creazione di questo “giornalismo” strillato e scomposto, cinico e settario, le cui crociate mirano a delegittimare l’ignava classe politica attuale, affinché sia rimpiazzata da tecnocrati transumanisti.

In verità, visto che la situazione planetaria è prossima ad un punto di rottura, poco o punto importa che verità scomode comincino a circolare ora tra la popolazione. E' tardi. E' come quando i passeggeri del Titanic poterono suggerire al direttore ed agli orchestrali quale brano suonare, mentre il transatlantico si inabissava nelle gelide acque dell’oceano.

Quando l'economia sarà crollata ed il pianeta sarà sconquassato da disastri (in)naturali, chi si inquieterà per la riserva frazionaria o per le scie nel cielo, sebbene entrambi i fenomeni siano le principali cause dello sfacelo, cause riconosciute come tali, ma intempestivamente?

Tuttavia, forse non tutto è perduto ed è sempre preferibile la divulgazione di verità (benché incomplete ed intrecciate a silenzi ed ambiguità) che la censura. E' consigliabile estrarre qualche brano istruttivo dal programma e proporlo ai lettori: alcuni principieranno a collegare moventi ed eventi. Forse qualcosa accadrà... Non lasciamo nulla di intentato. Non esistono solo gli apocalittici e gli integrati, ma anche coloro che agiscono nel mondo, ma contro il sistema. Siamo "miti come colombe, ma scaltri come serpenti".

Infine, se qualcuno antepone alla pulzella, che sussurra gli aforismi tra un documento e l'altro di "Mistero", l'incartapecorita Levi Montalcini (C.I.C.A.P.), è affar suo… de gustibus.



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